Investire tanti soldi in una motocicletta sportiva è già di per sé un gesto poco razionale.
Se, però, a questo si aggiunge un’ulteriore spesa per renderla più esclusiva a livello puramente estetico, senza andare a intaccare il benché minimo particolare meccanico, come il motore, le sospensioni, i freni ecc, le cose sono due: o il modello in questione è già tremendamente ben equipaggiato così come esce dalla fabbrica, oppure ci troviamo di fronte alla classica patologia che, ogni tanto, colpisce gli appassionati Ducati.
I due esemplari che vedete in questo servizio sono frutto di una trasformazione a livello puramente esteriore, eppure sfidiamo chiunque a non rimanere affascinati dalla loro bellezza.
L’azienda autrice di questo lavoro così curato è la giapponese Motoplan, che già in passato ha dato dimostrazione delle proprie qualità, ma che con questi “ultimi arrivi”, allestiti rispettivamente sulla base di una 1098 e di una Hypermotard, entrambe in versione S, segna nuovi riferimenti per quanto riguarda la qualità e le finiture nella lavorazione della fibra di carbonio.
Va da sé che tutto questo ben di dio comporti una sensibile diminuzione del peso complessivo del veicolo, anche se per stessa ammissione dei tecnici che hanno messo a punto le sovrastrutture in questione non era questo l’obiettivo principale che si erano prefissati.
Le moto dovevano essere, innanzitutto, belle e su questo non possiamo che essere d’accordo. Certo, si è trattato “semplicemente” di replicare le forme dei componenti originali, ma il risultato finale, impreziosito con delle decals rosse che riprendono il colore del telaio nel caso della 1098 e con l’aggiunta di una sella in alcantara della stessa tonalità per la Hypermotard, è davvero notevole.
Ad ogni modo, tanto per dare un’idea del vantaggio che si ha installando tutto il kit di parti previste per il modello a quattro valvole si ottiene un risparmio di ben 3,4 Kg rispetto ai componenti di serie.
I vari particolari comprendono: la carenatura completa, i parafanghi, il codone completo, il serbatoio, gli specchietti retrovisori, i condotti che portano all’airbox, il coperchio per la frizione, il portatarga, la protezione per l’impianto di scarico, quella per il forcellone e le due cover che vanno a inserirsi nella triangolatura del telaio posta immediatamente sotto la sella.
Si tratta davvero di un bel po’ di roba, allestita, come dicevamo, facendo la massima attenzione alla cura superficiale dei pezzi.
A tal proposito, bisogna specificare che quello che sembra il serbatoio è in realtà solo una copertura, che viene applicata sopra all’unità di serie, altrimenti il peso scenderebbe ulteriormente.
La copertura viene applicata direttamente dai tecnici Motoplan e, una volta applicata, non può essere più rimossa. In pratica, infatti, vengono saldati i due gusci laterali in modo che aderiscano perfettamente al profilo del serbatoio originale, che in questo modo ha una sorta di corazza che lo protegge da eventuali danni, anche se in realtà non sappiamo se l’eventuale proprietario di una moto del genere preferirebbe graffiare l’uno o l’altra!
Il prezzo della cover, infatti, si aggira sui 620 Euro ed è in linea con quello delle altre sovrastrutture. Va detto che il cambio tra la moneta europea e lo yen è abbastanza favorevole per il vecchio continente in questo periodo, come dimostrano i 220 Euro necessari per la protezione del forcellone monobraccio.
Naturalmente, anche la Hypermotard è stata allestita con gli stessi standard qualitativi. In questo caso, però, anziché replicare fedelmente le forme del modello di serie, ci si è concessi qualche piccola variazione sul tema. Innanzitutto sono stati eliminati gli specchietti retrovisori, che tanto hanno fatto discutere gli appassionati per la loro atipica collocazione.
In realtà, Motoplan allestisce anche dei paramano che permettono l’applicazione degli specchietti originali, mentre l’esemplare ritratto in foto prevede la configurazione racing che, all’occorrenza, può essere completata con una coppia di retrovisori di tipo tradizionale, vale a dire ancorati sui comandi del freno anteriore e della frizione.
Inoltre, i tecnici giapponesi hanno voluto aggiungere un minimo di protezione aerodinamica ridisegnando la mascherina che contorna il gruppo ottico anteriore, la quale si estende maggiormente in senso verticale, offrendo quindi maggior riparo al conducente e conferendo al mezzo una linea ancora più aggressiva.
Lo stesso vale per i fianchetti laterali che contornano i silenziatori di scarico. Anche questi pezzi sono stati sagomati con una forma inedita, per conferire maggiore esclusività all’insieme.
L’elenco delle parti sostituite, comunque, vede anche i due parafanghi anteriori, quello posteriore, le protezioni per gli steli della forcella, quelle per la catena di trasmissione (che sono tre), quella per l’impianto di scarico, gli inediti fianchetti che si inseriscono lateralmente nel traliccio del telaietto posteriore, il guscio per la maniglia del passeggero (che su questo modello costituisce anche il corpo del gruppo ottico posteriore) e, infine, i tre elementi che vanno a coprire il serbatoio del carburante (due laterali, che fanno il verso ai convogliatori d’aria delle moto da cross, e uno centrale, sul quale si trova il tappo della benzina).
Anche in questo caso, i prezzi dei singoli componenti non sono proprio popolari, ma pur sempre in linea con quanto giustificato da simili standard qualitativi.
I fianchetti che avvolgono il serbatoio, ad esempio, costano circa 600 Euro, mentre circa 360 Euro vengono i paramani in configurazione standard, vale a dire abbinabili agli specchietti retrovisori di serie.
Come già detto, la sella è stata completamente rifoderata con un elegante e pregiato rivestimento in alcantara rosso, anche se questo non compare nel kit commercializzato da Motoplan.
Nel caso del bicilindrico a due valvole che equipaggia la Hypermotard, infine, vengono previsti anche i coperchi delle cinghie di distribuzione, realizzati naturalmente con lo stesso materiale, la fibra di carbonio, e la stessa cura visti finora.
Foto Motoplan