Marco Borciani ha vissuto un 2007 esaltante. Diviso tra i ruoli di pilota e team manager, si è confermato Campione Italiano della Superbike con la Ducati 999 F06, ha assistito all’esaltante affermazione di Valencia del suo pilota Ruben Xaus e ha lui stesso disputato delle buone gare nelle tappe italiane del Mondiale.
Non avrebbe potuto chiedere di più a una stagione che invece gli ha riservato, sul finire dell’anno, un’ulteriore soddisfazione: lasciato libero dalla Suzuki Alstare, Max Biaggi ha raggiunto un accordo per disputare il campionato di quest’anno con la 1098 della sua squadra, il Team Ducati Sterilgarda.
Andiamo per ordine, analizzando la stagione mondiale dell’anno scorso: “Siamo partiti un po’ indietro nelle prime due gare, – racconta il pilota manager di Lonato – in quanto abbiamo eseguito meno test rispetto alle squadre ufficiali. Poi, quando siamo tornati in Europa, Xaus ha iniziato a fare buoni risultati. Poi è arrivata la vittoria di Valencia: inaspettata, bella. Per un team privato, vincere una manche contro le moto ufficiali che ci sono adesso è una soddisfazione incredibile. Poi si è ripetuto, salendo sul podio in Olanda, prima di incappare in una serie di cadute che si sarebbe potuto risparmiare, buttando via tanti risultati. Ha avuto parecchi alti e bassi.“
Marco Borciani critica il suo pilota, ma il tono della sua voce è comunque affettuoso, come se volesse far trasparire una certa gratitudine verso chi ha portato alla ribalta, in ogni caso, il Team Sterilgarda.
La visibilità, per una squadra come la sua, è basilare. Così, quando alla fine del 2007 è stato raggiunto l’accordo per far correre Max Biaggi nel mondiale, Marco quasi non credeva possibile che giornali e TV parlassero così diffusamente del suo Team, portandolo all’attenzione del grande pubblico.
La storia dell’accordo con Biaggi è semplice: “Diciamo che gli organizzatori del campionato del mondo hanno bussato alla porta delle squadre ufficiali – racconta Marco – per non perdere Biaggi; avendo avuto delle risposte negative, la prima squadra che hanno contattato subito dopo è stata la nostra. Questo è un altro motivo di orgoglio: essere presi in considerazione per far correre Biaggi significa non essere visti come un team di secondo piano.“
Max Biaggi è il pilota sul quale la FG Sport ha investito da quando è stato messo alla porta del mondiale MotoGP e i fatti, alla luce dei risultati conseguiti nel 2007, le stanno dando ragione.
“Hanno creduto in noi – prosegue Borciani – e speriamo di riuscire a ripagarli. Un altro nostro vantaggio è stata la volontà da parte di Max di voler correre con una Ducati e noi abbiamo dimostrato di essere la squadra Ducati più importante dopo quella ufficiale. Ci siamo riuniti e in un solo giorno siamo riusciti ad accordarci per far correre Max. Tutto è nato fra noi, il pilota romano e la FG Sport.“
Avere adesso un pilota come Biaggi significa mirare al bersaglio grosso: “La cosa più importante per noi è che lo sponsor, la Sterilgarda, ci abbia appoggiati; la squadra si trova in mano un pilota che, mediaticamente parlando, viene subito dopo Valentino Rossi. Stiamo cercando di organizzare tutto al meglio, con l’innesto di personale nuovo, per far compiere alla squadra un passo in avanti.“
Questo porta a una cosa sola: ammettere che adesso, con Max Biaggi, bisognerà lottare per la vittoria nel mondiale. Inutile girarci attorno: l’obbiettivo non potrà essere che questo.
“Sulla carta siamo tra i migliori, perché, a parte Haga e Corser, come piloti potremmo essere più forti anche del Team Ducati Xerox. – Il pilota di Lonato porta avanti la sua tesi, spiegando nel dettaglio le sue valutazioni – Biaggi e Bayliss sono due fuoriclasse a pari merito, tutti e due fortissimi, ma Xaus, sulla carta, è più forte di Fabrizio!“
C’è da chiedersi quale effetto avrà la presenza di Max su Xaus, se Ruben cioè, spronato dalla presenza di un compagno di squadra di tale livello, compierà quel salto di qualità che lo porti a ottenere risultati ancora migliori di quelli ottenuti fino ad oggi.
Borciani risponde così: “Secondo me Ruben può ancora migliorare, perché l’anno scorso all’interno della squadra gli è mancato un confronto. Con due piloti, se uno vince le gare e l’altro arriva decimo, vuol dire che il problema non è il materiale, ma il pilota. Avere due piloti porterà benefici anche in termini di messa a punto, si potrà arrivare più facilmente a far meglio tutti.“
Anche perché, partendo dalla Ducati 1098, che sarà una moto al debutto, ci sarà ancora più bisogno di lavorare sull’affinamento del mezzo: “Infatti. La squadra sarà unica. Ogni pilota avrà i suoi meccanici, ma io pretenderò collaborazione fra i due gruppi. Se uno trova qualcosa di interessante non dovrà tenerlo nascosto all’altro. Con la collaborazione si arriverà prima a fare tutto. Un pilota prova una cosa, l’altro ne prova un’altra. Il lavorò procederà in maniera più spedita.“
Torniamo a Max e alla sua voglia di correre con la Ducati: “Come ho avuto modo di dire a tutti, mi sono stupìto perché mi sembra una persona in gamba, dotata di forte umanità. Quando ci parli è come parlare con una persona normalissima e mi ha dimostrato di avere la voglia di un ragazzino. Si vede che lui conta molto sulla Ducati, sulla 1098. E’ convinto del potenziale di questa moto e mi dà l’impressione di essere altrettanto fiducioso circa il potenziale della squadra.“
Del resto, Max ha dichiarato di essere tornato a divertirsi, da quando corre in Superbike, trovando un ambiente più sereno e vivibile rispetto a quello al quale era abituato.
“Max sa quello che avrà a disposizione, e noi cercheremo di non deluderlo. Credo che in questo modo lavoreremo bene e in sintonia. Penso che Biaggi possa diventare difficile, sia detto fra virgolette, se si fanno delle promesse che non si è in grado di mantenere. E’ una persona intelligente, alla mano: io lo conoscevo solo attraverso i media e ti posso dire che ora penso che quello di cui sentiamo parlare spesso è un Biaggi creato dai giornalisti.“
A proposito di promesse, c’è da aspettarsi che il Team Ducati Sterilgarda sia “sorvegliato” speciale dalla Casa, dalla quale sarebbe lecito aspettarsi un qualche aiuto, a seconda di come si metterà la stagione.
“Non ho firmato niente – puntualizza Marco – la partenza sarà quella comune a tutti i team privati, come è successo anche l’anno scorso. Però con loro ho un buon rapporto e sono convinto che, quando ce ne sarà bisogno, un aiuto ci verrà dato; non c’è niente di scritto, è una mia convinzione, perché è stato così anche nel 2007. Poi va detto che un pilota come Max Biaggi interessa anche a loro: non è che saranno contenti se arriva decimo! La politica della Ducati è sempre stata quella di fornire ai privati una moto vincente quasi quanto quella ufficiale. Guarda noi: avremmo certamente potuto raccogliere di più se Xaus fosse caduto meno frequentemente!“
Borciani, ancora una volta sorride, sdrammatizzando le malefatte di Xaus.
La sua esperienza come team manager è fresca. C’è da attendersi un salto di qualità anche da parte sua nella gestione dei piloti, vuoi perché adesso sono due e vuoi perché, come si diceva prima, sono due dei più forti in circolazione.
“Devo migliorare molto sotto questo aspetto. Forse, per adesso, sono ancora più bravo come pilota! Con l’esperienza fatta con Ruben certi errori cercherò di non ripeterli più. A volte, prendi i rapporti con troppa amicizia, invece bisogna mantenere un certo distacco professionale, per poter fare il salto di qualità. Questo non lo identifico propriamente come un errore, però se ti leghi troppo, quando hai da dire una cosa ti fai degli scrupoli per non ferire un tuo amico. E’ un lavoro che non si impara in due anni.“
Viene infine da chiedersi se Borciani come pilota finirà qui, costretto a calarsi sempre di più nei panni del manager?
“Il Borciani pilota non vuole finire: tenterà di fare il tris nel Campionato Italiano. Questa è una cosa che, comunque, valuterò più avanti, in base a come riusciremo a organizzare il Team. Se riusciremo a sistemarci bene e non ci saranno particolari problemi, correrò ancora, altrimenti mi toccherà mollare, a malincuore.“
In caso affermativo, comunque, sarà dura trovare anche il tempo per allenarsi: “La squadra è ancora tutta da organizzare, magari correrò senza allenamento.“
Nei suoi progetti, infatti, Marco esclude a priori la possibilità di correre qualche gara del Mondiale: “Lì sarà proprio impossibile perché non avrò le moto. Se riuscissi a correre nel CIV, userei infatti le moto dei miei piloti del Mondiale. – Marco, il pilota, sorride e valuta una possibilità – L’unico modo sarebbe quello di rompere una gamba a Ruben o a Max per sostituirli!“
Foto Micro&Mega e Marco Rimondi