Una Supermono molto particolare

Una Supermono molto particolare

Un telaio della Moto3 con un mono Ducati carter stretti degli anni Sessanta, il tutto poi condito con una livrea direttamente ispirata a quella del Pantah TL dei primi anni Ottanta.

Diciamolo subito chiaramente: una moto del genere non si era mai vista, anche perché fino a oggi a nessuno era venuto in mente di mettere insieme un telaio della Moto3 con un mono Ducati carter stretti degli anni Sessanta, il tutto poi condito con una livrea direttamente ispirata a quella del Pantah TL dei primi anni Ottanta!

Una ricetta spericolata, anche complessa tecnicamente, una sorta di azzardo che poteva portare a un risultato discutibile: la cosa straordinaria, invece, è che il mix è perfettamente riuscito, come dimostrano le foto che vedete in queste pagine, nonché per i commenti entusiasti che la moto ha ricevuto sui vari social.

Ma andiamo per ordine e cominciamo a fare le presentazioni: questa special, che proviene dagli USA, nasce grazie alla collaborazione della FrameCrafters, specializzata per l’appunto nella realizzazione di telai, con la Analog Motorcycles, struttura attiva nella preparazione di special: il tutto inizia grazie all’iniziativa della prima società che si dice disponibile a modificare il primo prototipo del suo telaio, utilizzato in seguito per partecipare alle gare Moto3 pro-AMA, con qualsiasi propulsore la Analog Motorcycles gli avesse fornito, lasciando a loro poi, ovviamente, il compito di prendersi cura di tutto il resto.

Considerato il livello qualitativo del telaio in oggetto, possiamo senz’altro dire che fosse una proposta impossibile da rifiutare! Infatti, siamo davanti a una struttura molto particolare, costituita da tubi in acciaio cromo-molibdeno che si collegano a giunture in alluminio ricavate dal pieno: l’assemblaggio avviene, a secondo delle esigenze di flessibilità e rigidezza richiesta, tramite bulloni oppure con l’impiego di una resina epossidica molto particolare, utilizzata anche in ambiente aeronautico e spaziale.

 

Analog-Motorcycles-Ducati-MotoIII-0052
Veramente particolare la struttura del telaio che sembra nato apposta per ospitare il motore Ducati del 1968. Notare il rimando del cambio, ora spostato sul lato sinistro, e l’andamento sinuoso del collettore di scarico realizzato internamente alla Analog Motorcycles. Sotto, l’ispirazione per la livrea di questa moto è quella del Pantah TL. 

Analog-Motorcycles-Ducati-MotoIII-0018

La fortuna volle che all’Analog fosse disponibile un mono Ducati da 250 cc completo in tutte le sue parti, oltre che un notevole numero di ricambi e parti sempre dello stesso motore; così, l’unità completa è andata alla FrameCrafters per consentire il suo inserimento all’interno del telaio, mentre i vari pezzi sono stati inviati dallo specialista DemonTech affinché provvedesse all’assemblaggio, alla sua elaborazione e per realizzare le modifiche richieste: essenzialmente la conversione dell’impianto elettrico da 6 a 12 V con tanto di accensione elettronica della Electrex.

Il progetto, quindi, è andato di pari passo su due fronti, ma non è stato certo un percorso facile, tant’è che ci sono voluti ben tre anni e mezzo per portarlo a termine e non sono state poche le difficoltà affrontate e superate.

Per il telaio, infatti, è stato necessario effettuare una sostanziale modifica, in quanto, anche se questo si adattava abbastanza bene al mono Ducati (originariamente era stato pensato per ospitare il motore della Yamaha YZ250) risultava impossibile accedere alla candela del motore ed effettuare quindi anche la più semplice delle manutenzioni: ecco che quindi il telaio è stato allungato di qualche centimetro. Poi, sono stati realizzati due supporti anteriori e un attacco posteriore per fissare il motore al telaio e al forcellone. 

Analog-Motorcycles-Ducati-MotoIII-00184
Un primo piano dei due faretti Denali e della strumentazione Motogadget: della stessa azienda anche le pulsantiere e le frecce posizionate alle estremità del manubrio. Infine, un bel primo piano del terminale in acciaio della Cone Engineering, che sbuca da sotto il codone, realizzato interamente a mano.

Nel frattempo, Analog ha progettato il telaietto posteriore, che FrameCrafters ha poi saldato al telaio Moto3.

La struttura di base della moto si è poi completata con una forcella Showa di una Aprilia RS125, impianto frenante della Beringer e una coppia di pneumatici rain della Dunlop. Terminano l’opera il sistema di scarico “Big Mouth” della Cone Engineering in acciaio inossidabile, con il terminale che sbuca da sotto la sella, due faretti anteriori posizionati come sulla 999 e un faretto posteriore simile a quello delle MotoGp.

E per il vestito?

Rimaneva forse la cosa più delicata, ovvero dare un vestito a questa particolare creatura, scegliere uno stile che fosse adatto per una moto del genere. 

E’ quindi il momento di dare la parola a Tony della Analog Motorcycles: “Quando la moto è tornata da noi ho preparato una struttura in legno che mi servisse da base per realizzare il serbatoio e il codone. Questa volta volevo fare il lavoro tutto da solo, anche se ho avuto un grande aiuto da un amico,  Devlin Hunt, che mi ha aiutato ad affinare l’arte del battilastra. Devlin mi aiutava non facendo lui il lavoro, ma mostrandomi come si faceva e consigliandomi nell’esecuzione. Purtroppo, è scomparso improvvisamente nel febbraio 2017 e questa tragedia mi ha tolto tutta la voglia di continuare: ho quindi riposto il progetto in un cassetto e sono tornato a lavorare per le moto dei clienti, salvo poi riprenderlo nel gennaio 2018: del resto il codone era già terminato e anche il serbatoio era completato per il 75%. Dovevo quindi finirlo e realizzare la carenatura, ma a quel punto ero già abbastanza esperto per terminare velocemente il progetto:  per me è stata una grande impresa, ma sono contento del risultato. Per quanto riguarda lo stile, dato che il telaio era stato costruito per le corse, volevo che avesse un look “da gara” il più semplice ed elegante possibile, con una linea omogenea  dal cupolino alla coda. Solo linee semplici per evidenziare la forma del telaio”.

Analog-Motorcycles-Ducati-MotoIII-0094
Le cose sono due: o il pilota è alto due metri oppure questa special è proprio minuta! In realtà, le sue dimensioni sono molto compatte, tanto da ricordare le 125 cc due tempi del Motomondiale di tanti anni fa. Molto belle le ruote da 17″ con i raggi color arancione!

L’opera termina con la rifinitura del telaio, in particolare delle parti in alluminio, che sono state scrupolosamente spazzolate e poi protette con una vernice a polvere.

A questo punto non mancava altro che il tocco finale, la verniciatura: l’ispirazione, come detto, è stata quella del Pantah TL, ed ecco quindi il colore grigio, la particolare cromia, il logo dell’epoca.

Il risultato finale è veramente particolare, con il mitico mono da 250 cc che sembra sia nato apposta per essere ospitato all’interno di un telaio così avveniristico; allo stesso modo, lo stile della moto è di quelli senza tempo, classico, elegante e racing, il tutto arricchito da numerose citazioni Ducati, come la posizione dei faretti, la livrea, l’uscita dello scarico da sotto la sella.

Una piccola special, quindi, ma ricca di contenuti tecnici interessanti, fra l’altro, almeno per gli USA, omologata per l’uso su strada. Tony vorrebbe tenerla nel suo garage, magari per fare anche qualche turno in pista, ma certamente una special del genere farebbe una splendida figura in qualsiasi collezione Ducati!

Foto di Grant Schwingle

 

Lascia un commento