Come dice Vasco: “Un popolo di anime simili”. Questo è stato il sentimento di un weekend di energia e passione, orgoglio, sensibilità e rispetto che si è svolto, il 15 e 16 giugno, presso la Birreria Trenti a Pove del Grappa, nel vicentino. Tutto è nato dalla voglia di ricordare uno dei geni del motociclismo dello scorso secolo, ovvero Massimo Tamburini.
L’evento era alla sua terza edizione, come sempre organizzato dal “DAT Owners Club”, un gruppo nato con l’intento di riunire i possessori delle Ducati della serie 748-916-996-998, figlie appunto del Maestro Massimo Tamburini.
Il gruppo trova la sua maggior attività sul social Facebook, diventato punto d’incontro virtuale in cui scambiarsi opinioni ed esperienze in merito, nonché un mezzo di informazione e collegamento per organizzare raduni ed eventi per incontrarsi di persona.
La voglia di allargare la famiglia e di fare nuove amicizie è sempre stata la linfa vitale del “DAT Owners Club”, che a oggi conta più di 1200 simpatizzanti in tutto il mondo.
Il raduno si tiene ogni 2 anni e ha lo scopo di ricordare e di riunire, come detto, tutte le creature di Tamburini marchiate Ducati: è incredibile come in tanti abbiano compreso il messaggio dell’evento, facendolo crescere esponenzialmente anno dopo anno. I numeri parlano chiaro: 100 presenze e 60 possessori nel 2015, 160 presenze e 70 possessori nel 2017, mentre quest’anno 300 partecipanti e 109 possessori nei due giorni (97 solo la domenica).
A fare da degno contorno alla manifestazione sono intervenuti fior fiore di aziende, tecnici ed ex piloti che hanno reso il tutto ancor più unico.
Nel paddock, allestito nella grande area verde nel retro del locale, sono rimasti per due giorni lo storico volto del box Ducati, ora Termignoni, l’Ing. Ernesto Marinelli, l’officina JoGarage con esposta la 748 campione del mondo di Casoli, l’officina Desmogarage con una bellissima 996 RS, i ragazzi di SPR Verona con la loro bellissima collezione costituita da due MV Agusta F4, una replica minimoto creata apposta dalla famiglia Pasini e lo stand AP Racing che le Tamburini le ha fatte correre prima nel BSB e poi nel CIV.
Per gli appassionati del genere, c’erano parecchie bancarelle dello staff di Desmo Market che ha solleticato i sogni di molti owners con bellissimi pezzi nuovi e usati tra magnesio, carbonio e delizie varie. Erano presenti anche prestigiosi marchi come Termignoni, STM, Virex ed Evotech che esponevano i loro prodotti.
A ricordare come la moto debba essere un mezzo da usare sempre con la testa ci hanno pensato Mario Volta e soci col progetto “MotorLab adotta un DR46”: attraverso una raccolta fondi capillare (un DesmoEspresso alla volta) raccolgono fondi e sensibilizzano cittadini e motociclisti sulla sicurezza stradale.
Il loro progetto è quello di modificare i temibili guardrail, aggiungendo una protezione, così da renderli meno pericolosi in caso di caduta e scivolata da un mezzo a due ruote.
Il gruppo DAT, che da anni collabora e sostiene l’iniziativa, ha dedicato il sabato pomeriggio proprio al tema della sicurezza, organizzando un approfondimento con i volontari di Euganea Sanitaria per un piccolo corso di pronto soccorso in caso di incidente stradale o malore.
La sera, il raduno e le sue moto hanno assunto dei connotati più leggeri, facendo da scenografia al concorso di bellezza con tanto di giuria e simpatica premiazione.
La domenica, giorno clou della manifestazione, ha visto l’arrivo dei centauri già la mattina presto, tutti con la speranza di incontrare gli ospiti più importanti del raduno. Altri motociclisti, venuti da fuori regione, hanno approfittato dell’ottimo meteo per un breve giro turistico fra le strade della zona.
A metà mattina, l’atmosfera ha iniziato a scaldarsi con l’arrivo del collezionista Alessandro Altinier, che ha reso omaggio al Maestro Tamburini portando la prima moto su cui lavorò Massimo nel 1971: una “special” su base MV Agusta 600, comprata di seconda mano proprio da Tamburini.
Un crescendo che ha visto l’arrivo di un affezionato amico del DAT (già presente nella passata edizione), ovvero l’ex pilota e attuale team manager nel mondiale SBK Lucio Pedercini: sempre disponibilissimo, si è intrattenuto con gli appassionati raccontando aneddoti riguardanti il periodo d’oro della Superbike: in quegli anni corse prima con la 996 RS e poi con la 998 RS, ottenendo un nono posto come miglior piazzamento nel mondiale e ben due titoli nel Civ.
Il momento clou del weekend si è però vissuto con l‘entrata in scena della prima 916 costruita da Tamburini, la moto laboratorio sulla quale Massimo testava i componenti lungo Passo Viamaggio; a portarla è stata la figlia Simona, che in questi anni si sta impegnando per promuovere la memoria del padre.
Nella compagnia c’era anche Leo Le Rose, stretto collaboratore di suo padre ai tempi della realizzazione di quella che possiamo senz’altro considerare come una delle moto più belle di tutti i i tempi.
La famiglia Tamburini, come del resto ha fatto fin dalla nascita del DAT, ha sempre creduto nella bontà e nella serietà dell’organizzazione, portando questo pezzo storico che fino ad oggi non aveva mai lasciato il garage di casa: un evento straordinario grazie al quale tutti gli appassionati hanno potuto ammirare e fotografare un vero e proprio monumento del motociclismo. Il pubblico, infine ha potuto ascoltare Le Rose raccontare curiosità sullo sviluppo della 916.
La cerimonia di ringraziamento è stata ricca di pathos e molto emozionante, sia per gli ospiti che per il pubblico.
Purtroppo si sa che queste manifestazioni, svolgendosi durante i weekend di gara, escludono alcuni ospiti, fra cui anche numerosi piloti che hanno corso al tempo con le moto oggetto del raduno. Il giornalista sportivo Maurizio Bruscolini ha voluto comunque testimoniare il suo ricordo con un messaggio video: il pesarese, motociclista appassionato, ha così raccontato la sua esperienza con Tamburini prima da cliente e poi da giornalista.
La manifestazione si è conclusa con la consueta lotteria, i ringraziamenti di rito e un goliardico tuffo in piscina che ha coinvolto gli organizzatori.
Concludendo, possiamo senz’altro affermare come sia stato un evento particolarmente riuscito, proprio perché erano presenti tutti gli ingredienti necessari: cuore, storia, corse, divertimento e turismo, fra di loro perfettamente amalgamati.
L’intento di riunire e ricordare il creatore di un mezzo che è stato disegnato più di 25 anni fa è stato centrato perfettamente. Del resto, stiamo parlando di una moto che è come se fosse rimasta sospesa nel tempo, un classico che ancora oggi dà prestigio al marchio Ducati.
E’ stata quindi un’emozione pura rivedere riuniti in questo evento così tanti esemplari di una moto che rappresenta un pezzo di storia del motociclismo e il vanto della casa di Borgo Panigale: quello avviato con questi incontri del DAT rappresenta sicuramente un volano che crediamo non si fermerà a breve, tant’è che nel frattempo gli organizzatori stanno già pensando alla 4a edizione del raduno!
Foto di Nicola Vianello