Era il predestinato. Dopo il giro perfetto che gli ha assicurato la Pole Position, Francesco Bagnaia era il più accreditato fra quelli che avrebbero potuto ambire alla vittoria.
E lui ha vinto: la sua prima e attesissima gara in MotoGP e in sella ad una Ducati Desmosedici che gli ha permesso di tutto. La Ducati e Bagnaia ad Aragon sono stati l’espressione di un binomio perfetto, il puro stato di grazia di un pilota in sella alla sua moto.
Ma non è stata una vittoria facile ed è per questo che acquista ancora più valore. Non abbiamo assistito al successo di un pilota che se ne va, ostentando superiorità tecnica nei confronti degli avversari: niente cavalcata solitaria e neanche una frazione di secondo per tirare il fiato.
La Ducati è stata l’altra metà perfetta di un pilota lucido con una “testa” altrettanto perfetta. Una bella partenza, al pari di quella di Marc Marquez, che gli si attacca dietro e non lo molla. Tutta la gara insieme, con Pecco ad aprire la pista e – è più di un’impressione – a dare lezione di traiettoria, di frenata e di pulizia di guida al pluricampione del Mondo e… in casa sua.
Marc Marquez, seppure in forma smagliante, ha dovuto accettare la prova che i suoi avversari sono cambiati e questo lo diciamo da tempo: sono forti i ragazzi venuti su dalla Moto2 e il talento del pilota spagnolo non rappresenta più il riferimento irraggiungibile che era due stagioni fa, incidente o meno.
Quando Marquez, a tre giri dalla fine, ha iniziato a voler mettere le ruote della sua Honda davanti a quelle della Ducati del pilota italiano, ne è venuto fuori un duello spettacolare, avvincente, ma che non ha intaccato quello che fino a quel momento Bagnaia aveva saputo fare: guidare forte e guidare bene. Nessuna sbavatura.
Quello che ha fatto Pecco è stato farsi girellare attorno da Marquez, rimanendo a testa bassa, e andando per la propria, implacabile, strada, rintuzzando con la ragione delle proprie traiettorie gli attacchi dello spagnolo.
Sorpassi e controsorpassi, senza la seppur minima incertezza, fino all’errore del campione della Honda, che va largo e che solo allora concede al torinese della Ducati le ultime curve da fare con un po’ di respiro. La perfetta Ducati vista ad Aragon ha permesso al proprio pilota di sbloccarsi, battendo Marc Marquez al corpo a corpo. E questo vale molto di più di una cavalcata solitaria.
Padroni della scena, Bagnaia e Marquez hanno lasciato poco agli avversari, con un appannato Fabio Quartararo che arriva nelle retrovie, ottavo, e consente all’italiano di rimontare in classifica e di raggiungere il secondo posto alle sue spalle. Sono 53 i punti che adesso dividono i due, sono tanti – certo – ma il Bagnaia e la Ducati visti ieri autorizzano a pensare che ci sia ancora la possibilità di giocarsela fino alla fine. Occorre raggiungere continuità.
Nel quadro del trionfo della Ducati sulla pista spagnola, si inserisce come un’ulteriore nota positiva il bel week-end vissuto da Enea Bastianini: bello in prova e bellissimo e combattivo in gara, Enea porta la sua Desmosedici Avintia ad un lusinghiero sesto posto, subito dietro a Jack Miller. La gara di Jorge Martin è stata sotto le aspettative, ma quello che stupisce di più è la sparizione di Johann Zarco, e ci dispiace, perché sul francese del Pramac Racing avremmo scommesso fino a tre o quattro gare fa.
Bellissima la vittoria italiana anche in Moto3, ottenuta sul filo di lana da Dennis Foggia, dopo un ultimo giro da brivido ai ferri corti con Deniz Öncü, altro prodotto eccellente della scuola turca.