Fabio Quartararo è il nuovo Campione del Mondo della MotoGP, il primo francese a potersi fregiare del titolo nella classe regina. Era il predestinato, Fabio, già atteso l’anno scorso soprattutto dopo l’incidente che tenne fuori Marc Marquez, e a Misano diventa quindi il Re con un anno di ritardo. Adesso l’obiettivo è finalmente raggiunto.
Il suo è stato un buon campionato, lontano però da potersi considerare un dominio. Ha vinto ci saremmo aspettati che vincesse, facendo valere e conservando quel vantaggio di punti raccolto nella prima parte del campionato e che i suoi avversari non sono riusciti ad erodere.
Arriva quarto nel Gran Premio dell’Emilia Romagna e tanto gli basta: Pecco Bagnaia, l’unico che avrebbe potuto ancora insidiarlo, mette generosamente in gioco tutto se stesso e alla fine cade, arrendendosi con onore al francese della Yamaha.
Bagnaia, dominatore delle prove passato dalla Q1, e in testa dal via, sebbene pressato da Marc Marquez in forma smagliante, va giù a quattro giri dalla fine ed è la resa della Ducati. Vince lo spagnolo, seguito dal compagno Pol Espargaro e il Team Repsol Honda fa doppietta, come non succedeva da una vita. Sorprendente, lucido, paziente e implacabile nel risalire dal fondo, arriva terzo Enea Bastianini, soffiando il podio nel corso dell’ultima tornata al nuovo Campione.
Una bella realtà, il pilota riminese: pochi discorsi, cuore e tanto gas. Fabio Quartararo, gioiello della Yamaha, è giovane, simpatico ed ha margini di ulteriore miglioramento, ma è su Francesco Bagnaia che ci vorremmo soffermare. Il pilota torinese della Ducati è stato capace di compiere un salto di qualità notevole già nel corso di quest’anno e – considerando la caduta di ieri come un possibile danno collaterale – ha dimostrato di essere il pilota più in forma che si sia visto dalla seconda metà del campionato in poi.
Pecco e la Desmosedici adesso sono una macchina da guerra, la realtà concreta di una simbiosi che rasenta la perfezione. La rossa che si concede con tutta se stessa al pilota ed il contrario esatto. Uno stato di grazia tra pilota e macchina che è arrivato troppo tardi – è vero – e sarebbe stato probabilmente troppo tardi anche se ieri Pecco non fosse caduto e avesse vinto.
Fabio Quartararo ha vinto, quindi le parole contano poco, però non ha la stessa maturità di Pecco Bagnaia. Il pilota della Yamaha è stato bravo, ma non ha il piglio del pilota d’esperienza che ha dimostrato di avere raggiunto Bagnaia. Il ducatista è solido, mai sopra le righe, sia che vinca, sia che perda, ha la testa (anche per decidere di non stappare una bottiglia di Prosecco sul podio…), ha la capacità di reggere alla sofferenza di gare tirate, come è stata quella di ieri, con Marc Marquez a pressarlo da vicino, ha classe, ha coraggio, ed è lui ad essere l’uomo atteso nel 2022.
Fabio Quartararo migliorerà, certo, ma Pecco Bagnaia è già migliorato. Pare strano bilanciare così un fresco Campione del Mondo con uno che è rovinato per terra buttando al vento una più che probabile vittoria e la possibilità di lottare fino alla fine, ma le gare si giocano senza margine sui pochi centimetri quadrati che sono il contatto tra le gomme e l’asfalto, anzi: tra il pilota (e la sua moto) e l’asfalto. E’ in quei pochi centimetri quadrati che giocano le forze della Fisica, ed è lì che tutto si risolve: due piccole superfici di contatto che sono l’espressione grafica del lavoro dei tecnici e il cuore del pilota.
E a Valentino Rossi il cuore avrà battuto forte, in risonanza perfetta con quello di tutti gli appassionati che dagli spalti del Misano World Circuit intitolato a Marco Simoncelli hanno voluto rendergli tributo.
L’ultima volta di Valentino davanti al pubblico di casa, l’ultima volta di un pilota che ha saputo portare il motociclismo su pista a livelli di popolarità neanche immaginabili prima della sua epopea. Nessuno come lui ha saputo entusiasmare, divertire, far rimanere incollati al televisore appassionati sparsi in tutto il mondo e noi, anche qui, non possiamo che dirgli: GRAZIE, VALE #46!
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