Una vittoria costruita, messa su mattone dopo mattone, sfruttando il potenziale che la Desmosedici gli ha messo a disposizione. Una vittoria dopo le difficoltà avute nelle prove, ma dove – una volta in testa, circa a metà gara – Pecco ha saputo fare quello che gli riesce meglio: seppure braccato, non ha concesso a chi lo seguiva la minima occasione perché potesse essere attaccato.
Ci ha provato alla fine Viñales, ma a costo di un’azione così scomposta e velleitaria da sbagliare e andare largo. Ed è questo tutto quello che ha concesso Pecco, solo questo. Un buon Viñales comunque e finalmente, che porta la sua Aprilia a combattere una lotta tutta italiana per la vittoria con la Ducati, agguantando il secondo posto finale. Il giorno perfetto di Francesco Bagnaia, Re d’Inghilterra, passa anche attraverso la giornata non proprio felice di Quartararo, indietro al traguardo, costretto a lasciare un consistente grappolo di punti al rivale italiano. Avrebbe potuto essere la giornata di Johann Zarco, partito dalla Pole.
Per il pilota francese, rovinato per terra dopo quattro giri quando si trovava al comando, l’appuntamento con la prima vittoria in MotoGp è ancora rimandato, così come è rimandata la prima vittoria della stagione del Team Pramac. Nella gara avvincente dove i distacchi sono rimasti minimi dall’inizio alla fine, i primi dieci piloti hanno affrontato il circuito inglese come fossero un serpentone, come se nessuno fosse in grado di seminare gli altri e lo spettacolo dei sorpassi non è mancato. Pecco Bagnaia vince, merito anche della scelta delle gomme guidata dal consiglio di Valentino, e merito soprattutto della sua caratteristica principale: la fermezza nell’inquadrare l’obiettivo quando questo sia alla portata.
Conta il giusto e non leva niente al trionfo del pilota italiano il Long Lap Penalty che Quartararo e la Yamaha hanno dovuto scontare: le difficoltà che ha incontrato il pilota francese Campione del Mondo, che si è visto risucchiare gradatamente nelle posizioni di rincalzo, esulano dallo svantaggio subìto per la penalità. È chiaro che la rimonta in classifica, dato lo svantaggio, deve giovarsi anche delle giornate storte dei rivali, ma quando si vince, così come ha saputo fare il pilota del Team Lenovo, tutti zitti: il tuo l’hai fatto, hai espresso i massimo di quello che avevi. Quello che succede dietro può favorirti tanto o poco, non importa. Nel giorno delle difficoltà del pilota di punta della Yamaha, chi non è riuscito ad approfittarne è stato Aleix Espargaro: stoico, dolorante per i postumi di una caduta in prova, va messo comunque fra le eccellenze del Gran Premio inglese.
Da Luca Marini e Marco Bezzecchi, brillanti in prova, era lecito aspettarsi di più, ma uno degli eroi della giornata è tornato ad essere Enea Bastinini. Il pilota del Team Gresini è tornato ed è tornato alla sua maniera, costruendo le sue gare nell’ultima parte. È tornato proprio lui, il cacciatore, quello per il quale le gare finiscono all’ultimo metro prima della linea del traguardo. Cinque sorpassi negli ultimi sette giri. Nessuno degli obiettivi alla portata della sua Desmosedici si è potuto salvare. Quarto alla fine, è riapparso Enea, ed è riapparso vestito delle caratteristiche che gli sono congeniali, implacabile, rapido nell’azione di sorpasso e lucido come a inizio stagione. Gli assenti… gli assenti sono i piloti Honda, certificando una delle crisi più nere nella storia della Casa giapponese più potente del mondo. Accampare come causa delle difficoltà nere la dipendenza da Marc Marquez non è un’attenuante: è una colpa, semmai…