Il Bsb è un campionato stupendo, si vede anche dal pubblico che affolla la pit walk tanto da non farti attraversare i box!. A spiegare cos’è il British Superbike Championship, il campionato Sbk britannico, è Giovanni Crupi, ingegnere Ducati che segue lo sviluppo della Superbike oltremanica, seguendo Scott Redding e Josh Brookes del team Pbm Be Wiser.
Crupi si appassiona parlando delle piste old style inglesi, spiegando la perfezione richiesta nella messa a punto meccanica delle moto per compensare, assieme alla gestione del gas di chi guida, l’assenza per regolamento di aiuti elettronici al pilota.
Parla anche dell’esperienza di Josh Brookes, di quanto è impressionato dall’abilità di Scott Redding, e dell’orgoglio di essere stato capotecnico di “Shakey” Byrne, il pilota più vincente della serie – sei titoli, quattro con Ducati – fermo dopo un grave incidente occorso nei test a inizio 2018.
Delle prime 9 gare del campionato 2019 i due piloti del team Pbm ne hanno vinte 7. A parte il primo round, il Bsb sta andando al meglio per le Ducati: un altro campionato nel quale la Panigale V4 R appena arrivata va subito forte.
A quanto pare, è una moto che, con qualsiasi regolamento, in qualsiasi situazione, sembra trovarsi a suo agio.
“Direi di sì, è una moto che comunque mediamente va molto bene: ha alcune caratteristiche che la differenziano dalle altre moto, ma non è certo quello che pensano alcuni, ovvero che sia una MotoGp portata in Superbike. In realtà, ha alcuni aspetti che funzionano, ma è molto legata al prodotto di serie. Nel Bsb utilizziamo una moto che è in tutto e per tutto una Superbike come quella del mondiale, quindi anche nel motore e nella ciclistica, tranne però che per l’elettronica MoTeC, che è priva di aiuti al pilota; la stiamo utilizzando per regolamento, non ha il controllo di trazione, né l’anti wheeling, si può fare un po’ di freno motore, ma è una strategia molto limitata, così come la gestione del gas che è molto semplificata. La moto nel campionato Bsb fondamentalmente deve funzionare perfettamente dal punto di vista della meccanica, quindi deve essere sempre al cento percento con l’assetto, con il grip, con la facilità di guida e la ripetibilità. Questa è la chiave per essere vincenti qui”.
Con che sospensioni correte?
“Öhlins, le stesse del mondiale”.
Stesso discorso per la preparazione del motore? La stessa del mondiale?
“Sì, i motori sono gli stessi: qualche cavallo in più della moto di serie c’è. A livello di differenze, nel Bsb c’è un limite fonometrico di 107 decibel, mentre nel mondiale è di 115, la moto quindi è un po’ più libera di scarico”.
A livello di pneumatici?
“Nel Bsb utilizziamo quelli meno recenti, con le misure piccole, mentre nel mondiale utilizzano le nuove misure grandi”.
Quali differenze impone nella guida una moto preparata per il British Superbike Championship?
“Onestamente quello che cambia di più sono le piste, mentre a livello di guida c’è di sicuro la gestione del gas e dell’impennata (che dipende dal pilota, non essendoci aiuti elettronici), ma alcuni tracciati fanno davvero la differenza. Ce ne sono alcuni in comune con la Wsbk, tipo Donington, Assen, Silverstone National, che hanno layout normali, incluso Snetterton che è una pista piatta e larga. Ci sono poi dei tracciati come Oulton Park, Cadwell Park, Brands Hatch, Thruxton e Knockhill che sono veramente tosti, da pelo sullo stomaco, con molti saliscendi, poche vie di fuga e un asfalto molto ondulato: sono piste decisamente old style, dove la sicurezza non è proprio tra le priorità!”.
L’approccio di un pilota che viene dalla MotoGp e uno con esperienza nelle derivate di serie è diverso?
“La fame è uguale. Il modo di guidare cambia solo per il discorso gomme; diciamo che in MotoGp, per via soprattutto di grosse differenze sull’anteriore, c’è una certa guida. In Superbike, l’anteriore funziona in una maniera molto diversa, per cui ci si può permettere di giocare un po’ di più con l’avantreno”.
Differenze tra i due piloti? Sembra che fra loro ci sia un sostanziale equilibrio, ma che abbiano caratteristiche diverse.
“I miei piloti? La differenza più grossa è che Josh Brookes corre nel campionato inglese da tanti anni, veramente tanti, per cui le piste le conosce a menadito, sa già i trucchi di ogni tracciato, perché di questo si tratta. Le piste difficili hanno veramente alcuni punti che sono “tricky”, come li chiamano loro, complicati, e quindi hanno bisogno di particolare attenzione. Ad esempio, a Oulton Park ci sono curve cieche nelle quali al pilota viene di prendere il gas in mano presto perché sembra che la curva si apra, mentre invece bisogna avere un po’ di pazienza e fare una linea particolare; questo ti viene solo con l’esperienza. Anche il team Bpm fa questo campionato da tanto tempo, io sono con loro già da quattro anni e ho lavorato con il pilota forse più esperto e più abile del campionato inglese, ovvero Shane ‘Shakey’ Byrne: ci siamo insegnati tante cose, il feeling che abbiamo avuto in questi anni è stato sempre ai massimi livelli, per cui io ho imparato molto da lui, come lui ha imparato molto da me: così abbiamo sviluppato la moto in un certo modo, magari non proprio per massimizzare la performance sul giro secco (anche se lui fa cose incredibili, ha stracciato i record di praticamente tutte le piste), ma soprattutto per migliorare la facilità di guida, la ripetibilità e in generale la confidenza, la fiducia che hai del mezzo, che fa sempre le stesse cose, negli stessi punti e non ti tradisce”.
Scott Redding invece?
“Scott mi sta impressionando molto, onestamente. Mi piace la fame che ha, mi piacciono le sue abilità perché riesce, anche in piste completamente nuove per lui, ad arrivare subito ad altissimi livelli. E’ una persona molto umile, magari sui social media sembra il contrario, invece è un foglio bianco, anzi direi trasparente, una persona alla mano. Non è il pilota che viene dalla MotoGp e dice: ‘Io guido così, ho guidato così da quando sono piccolo e non cambierò il mio stile di guida’. Lui invece ascolta molto, si mette sempre in gioco, in discussione: è molto metodico e dettagliato, impara subito quello che gli si dice di fare”.
Riguardo al campionato Bsb, quello che avvertiamo da qua è vero? E’ una nostra sensazione o è davvero così spettacolare?
“E’ un campionato davvero spettacolare, è un campionato ben organizzato, è un campionato vicino alla gente
Foto di Kingswood Film & Photography