Con un comunicato che riporta una decisione che, almeno nell’immediato, appare inappellabile, la Ducati ha annunciato il ritiro dalla partecipazione in forma ufficiale dal campionato mondiale Superbike. La Casa italiana, che aveva partecipato a tutte le edizioni disputate, dal 1988 a oggi, ritiene opportuno fermarsi e svolgere un lavoro di riorganizzazione del prodotto di serie, per presentarsi competitiva sul mercato nei prossimi anni.
La decisione, come chiaramente spiegato nel comunicato, è anche arrivata sotto la spinta della trasformazione che il campionato del mondo Superbike ha subìto negli ultimi anni. In pratica, ci si è sempre più allontanati dallo spirito originario di competizione per moto derivate dalla produzione di serie e si è andati verso un’esasperazione tecnologica che ha avvicinato le moto a veri e propri prototipi, facendo lievitare i costi in un momento nel quale la crisi tarda a mollare la presa sulle aziende.
Inutile dire che questa decisione ha suscitato grande clamore tra gli appassionati, arrivando a imputare il passo compiuto all’ingaggio, ritenuto dispendioso, di Valentino Rossi nella MotoGP. Su questo fatto occorre fare un’analisi molto meno lapidaria di quella suggerita dall’emozione istantanea: è probabile che lo sponsor del team di MotoGP si sia fatto carico dello stipendio del pilota, e quindi (pur considerando i costi enormi di gestione che gravano sull’Azienda, a prescindere dai piloti) si debba, al contrario, compiacersi del binomio Rossi-Ducati.
Valentino contribuirà a dare alla Ducati ancora più visibilità ed ecco che, con molta probabilità, si è ritenuto di vitale importanza non farsi trovare impreparati circa la gamma da proporre sul mercato. Inoltre, il comunicato dice anche che a Borgo Panigale si continuerà a lavorare a fianco dell’organizzatore del Mondiale Superbike e agli altri costruttori per definirne le linee che lo possano riportare il più possibile vicino allo spirito originario.
Si continuerà quindi a supportare i team privati, attraverso la fornitura di moto e personale tecnico. Questo riporterebbe a una situazione simile a quella che esisteva prima del 1998, quando le moto ufficiali erano gestite da strutture private. In uno scenario di questo tipo, ci pare di individuare una situazione che porti il braccio sportivo di Borgo Panigale a poter operare con l’agilità propria di quegli anni, supportando di volta in volta i piloti e i team più competitivi, senza essere politicamente costretti a dover preferire una struttura interna per ragioni di prestigio.
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