Una gara appassionante il Gran Premio MotoGp di Francia sul circuito Bugatti a Le Mans, dove la pioggia ha cercato di rimescolare le carte, senza riuscirci.
Non sono riusciti, i capricci del meteo, a mischiare i valori espressi fino a qui dalla storia del Mondiale 2021: i migliori sono rimasti davanti, flag to flag. Neanche le condizioni mutevoli dello stato della pista (asciutta, poi bagnata e poi di nuovo asciutta) sono riuscite a far emergere un outsider.
Non vi racconteremo la cronaca di una gara appassionante. Se ve la siete persa, vi consigliamo di trovare la maniera di rivederla. La pioggia ed il vento hanno aggiunto movimento, certo, ma in Francia il campionato ha mostrato la sua natura. Una natura assolutamente diversa da quella che ha caratterizzato la scorsa stagione. L’anno scorso ci siamo trovati – fino alla fine – ad un gioco diverso ad ogni gara, con protagonisti diversi (piloti e moto) ad ogni gran premio, come se, mancando Marc Marquez, nessuno seriamente avesse avuto il coraggio di farsi avanti per occupare il suo trono, in una situazione di equilibrio dal basso valore assoluto.
La vittoria, la ricerca di un posto alto in classifica sembrava essere una sorta di gioco a palla avvelenata ed a vincere è stato quello che ha sbagliato di meno. E’ stato anche divertente da seguire.
Quest’anno no, è tutto diverso… o meglio: potremmo lo stesso parlare di equilibrio, ma dando al termine un significato del tutto diverso. Il Motomondiale, in Francia, ha espresso i primi verdetti: c’è equilibrio tra Ducati e Yamaha, sulla piattaforma delle quali potrebbe presto arrivare la Honda (quella numero 93).
Ducati, Yamaha e Honda: nessun outsider quest’anno ed equilibrio ai livelli più alti per i tre marchi al vertice. I valori in campo sembrano essere stati ristabiliti: Yamaha e Ducati hanno già vinto, Honda – con Marc Marquez – ha dimostrato di poter arrivare presto.
E’ caduto due volte il fuoriclasse spagnolo, ma con la pista di oggi ci poteva anche stare. Ha assaggiato dopo tanto tempo che sensazione si prova a guidare il gruppo, ha preso di nuovo consapevolezza di saperlo fare, e – finalmente – si è reso conto del valore degli avversari che si troverà davanti, di quanto possano essere cambiati i nomi di quelli che gli contenderanno il successo.
Sì, perché non sono più i vecchi nemici storici che aveva battuto, che aveva anche umiliato, e che aveva lasciato quando l’incidente lo ha tolto dal gruppo: sono nuovi, agguerriti, maturati, giovani quel tanto da far sembrare lui uno della vecchia guardia, nonostante l’età anagrafica.
Come Jack Miller, che a portare la sua Desmosedici GP prima al traguardo ci ha preso gusto e che – con il Gran Premio di Francia di ieri – ha messo in fila la sua seconda vittoria. Non c’è stata storia: Jack è stato immenso, pioggia o non pioggia, moto numero 1 o moto numero 2, non ha sentito storie.
La giornata è stata sua, ci ha preso gusto. E’ partito davanti, ha battagliato con Viñales, poi con Quartararo, ma è rimasto lì, anche quando ha subìto i sorpassi, anche quando ha cambiato moto, anche scontando l’handicap di due long lap penalties.
E’ stato capace di restituire colpo su colpo agli avversari ed ha vinto, prendendo coscienza – in maniera finalmente lucida – del proprio potenziale e di quello della Desmosedici di Luigi Dall’Igna, della quale è stato padrone anche a gomme finite, nell’ultima parte di gara con la pista asciutta.
E per l’ingegnere sono tre moto nelle prime quattro posizioni. Zarco è secondo, con la moto del Team Pramac. Sempre più consistente, il francese, e i conti – fino alla fine – andranno fatti anche con lui, al quale manca solo la vittoria in un Gran Premio.
Una gara in rimonta, la sua, come quella ancora più incredibile di Francesco Bagnaia.
Anche Bagnaia, al quarto posto dietro Quartararo, va considerato a pieno titolo sullo stesso piano dei tre che si giocheranno la vittoria finale: Miller, Quartararo, Zarco e Pecco, appunto. Perché il quarto posto di Bagnaia vale tanto, anzi tantissimo, ottenuto sulla base di una situazione iniziale sfavorevole, perché le prove erano andate male e la partenza un mezzo disastro.
Francesco ha ricostruito in maniera magistrale, da campione consumato, una situazione che pareva irrimediabilmente compromessa e che avrebbe demoralizzato chiunque. Ha messo nel mirino tutti quelli che erano davanti, fissandoli come bersagli e vedendoli come pioli di una scala che ha avuto la freddezza e la bravura di saper risalire.
Sicuramente da qui in poi ci potrà anche stare un acuto da parte di altri, magari di Viñales, facilmente di Marc Marquez, ma i quattro sui quali conviene puntare sono Jack, Francesco, Fabio e Johann.
Belli anche nel parco chiuso, contenti per il risultato, a scherzare fra loro, con Zarco soltanto un tantino imbronciato, perché avrebbe voluto vincere davanti al pubblico di casa. Anche il francese sa di essere nelle condizioni giuste per staccare la prima vittoria, sa di non avere nulla di meno di chi quest’anno ha già vinto e freme.
E ora, fra quindici giorni, tutti a continuare a darsele di santa ragione sui dolci saliscendi delle colline sulle quali è adagiato il Mugello Circuit, pista di casa per la Ducati, ma anche la pista preferita di Fabio Quartararo. Sarà Jack a calare il tris, sarà Fabio a fare un dispetto ai ducatisti a casa loro, saranno Bagnaia o Zarco a centrare il primo bersaglio della stagione oppure Marc riuscirà a riportare se stesso e la Honda davanti a tutti? Aspettiamo e vediamo, io punto su questi…
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