Andare in moto, correre in moto quale sia la cilindrata, la marca, il tipo di motore è sempre cosa buona e giusta. Poi ci sono realtà dove il senso identitario è più forte, dove ci si sente legati a doppio filo a specifiche tecniche ben definite.
Le competizioni a due cilindri in Italia sono questo: senso di appartenenza a un mondo dove la passione per la moto in generale si focalizza su questo tipo di architettura.
La “Battaglia dei Bicilindrici”, prima “Battle of the Twins”, poi “Supertwins”, è la massima espressione di tutto questo, la versione originale di quell’approccio che lascia spazio ai prototipi e all’estro di preparatori e telaisti.
Qui sono venuti a sperimentare, e qui hanno trovato spazio, i sogni di personaggi del livello di Ascanio Rodorigo e della sua Vyrus, solo per citarne uno senza voler far torto al gruppo sterminato di “sognatori” che qui hanno giocato e giocano.
Raffaele Lanza è testimone oculare di tutto questo, essendone stato parte dai primi anni Novanta come referente del Gentlemen’s Motor Club di Roma per poi prendersi una pausa di qualche anno a causa di impegni federali e quindi tornare, alla fine del 2014, a parlare di Bot: “E’ stato ed è un viaggio unico, ho avuto la fortuna di veder crescere questo mondo, di sentirci snobbati in alcuni momenti, ma siamo sempre qui, dopo oltre trent’anni a rappresentare la storia delle due cilindri. Abbiamo fatto di tutto, persino l’Europeo”.
A dare nuova linfa ed energia al movimento ci ha pensato il MC Saponettari che ha investito in promozione e facilitazioni per i partecipanti, cercando anche collaborazioni con altri club. Tutto questo in assenza di un coordinamento generale che riunisca le forze e le energie di tutti.
Tra i compagni di viaggio sicuramente il MC Ducale che ospita con una certa frequenza la BdB (Battaglia dei Bicilindrici) all’interno del Trofeo Motoestate, con soddisfazione di partecipanti e promotori.
Tutta questa vitalità, però, non poteva e non può fermarsi qui, c’è la necessità di trovare una casa sempre più grande ed accogliente per la BdB e quindi fare uno scatto di qualità, con l’obiettivo preciso di rendere il paddock elemento vivo degli eventi e non solo un mero parcheggio.
Da queste considerazioni è nata la “The Battle Week”, evento tenutosi a Magione il 16, 17 e 18 luglio scorso ovviamente incentrato sulle gare in pista, ma anche momento di festa per celebrare il decennale del mondiale SBK vinto da Checa con il team Althea: il tutto con diretta streaming a immortalare un progetto che, seppur tra mille difficoltà, ha emozionato tutti.
Carlos Checa, Davide Giugliano e Raffaele De Rosa (questi ultimi due vincitori, sempre con il team Althea, del campionato mondiale Superstock 1000) hanno sfilato con il team manager Genesio Bevilacqua in sella a mezzi che hanno fatto la storia di Ducati, riempiendo il cuore del pubblico presente e di quello collegato on line.
Insomma, un bel passo avanti per la BdB che, a detta del presidente dei MC Saponettari, Francesco Greco, si prepara già a una seconda edizione dell’evento!
Sul versante operativo, ovvero quello delle gare, la BdB rimane unica nel suo genere, grazie a quella particolare emozione che lega a doppio filo il cuore di chi guida questo particolare tipo di moto.
Ora che siamo giunti oltre il giro di boa della stagione, è tempo di fare i primi bilanci.
La Supertwins di Mondo Ducati
Dal 2001 al 2003 la nostra rivista Mondo Ducati, al tempo disponibile solo per abbonamento, partecipò al Trofeo Supertwins; nel primo anno, con una ST2, arrivammo secondi, mentre nel 2002 e 2003 conquistammo il titolo grazie a una squadra di grande valore, capitanata dai tecnici Mario Maccari e Giorgio Tedioli, ma soprattutto per merito del pilota Gian Maria Liverani, attuale tester della rivista.
Gian Maria, infatti, seppe ottenere il massimo da mezzi che forse non erano il massimo in termini di competitività, soprattutto l’ST2 che fu preparata e messa in pista in pochissimo tempo.
E’ dell’anno successivo, invece, la moto che vedete qui raffigurata in foto: si tratta di un Monster del 1993, è vero, ma ben preparato e con un aspetto da vera sportiva.
Diverse le modifiche che si resero necessarie per l’utilizzo in pista, fra cui un deciso intervento sul telaio, mentre minori furono le migliorie apportate sul motore che fu comunque completamente smontato, lavorato di fino e dotato di frizione antisaltellamento. A dare un tocco veramente racing ci pensò poi il bravissimo carrozziere Tagliagambe a cui si deve la livrea argento metallico di grande effetto.
Resta comunque il fatto che, come ammise il buon Tedioli, la vittoria finale fu merito soprattutto dell’abilità di Gian Maria!
Per la cronaca, quell’anno il titolo fu vinto solo all’ultima gara, anche perché la moto, soprattutto nella prima parte della stagione, dette non pochi problemi; nel 2003, invece, grazie a una Bimota veramente ben preparata, il successo finale giunse senza particolari problemi.
Confermato e rinsaldato più che mai l’aspetto conviviale: il sabato sera rimane un momento da non perdere, grazie soprattutto all’amico Massimiliano Porta che gestisce in prima persona “l’aperitivo rinforzato” con prodotti della sua terra.
Ognuno poi partecipa attivamente in questo senso, come, nell’ultima occasione, Sebastiano Costanzo: rientrato dopo uno stop durato fin troppo, il messinese si è divertito non poco sia in occasione della cena che in pista.
Sul fronte pista, invece, proprio perché nella BdB il passato è sempre presente e sempre si cerca di dare spazio alla storia, sta decollando la “BotTisBack”, categoria che vuole dare spazio ai motori raffreddati ad aria e a carburatori e rispondenti quindi ai regolamenti anni ’90.
Il primo ad affacciarsi è stato Franco Martini in sella al suo Pantah 500 e ben presto sono arrivati a fargli compagnia due toscani, Giovanni Biffaroni su TT1 e Elena Capannoli su Pantah 500 senza dimenticare il graditissimo ritorno del leone, al secolo Arturo Ansaloni.
I quattro hanno divertito e si sono divertiti sulle curve di Varano e Magione e ora ci attendiamo che altri vogliano partecipare con mezzi simili.
Nella doppia tappa di Magione si sono affacciati pure i due alfieri del team Parravano, Daniele Parravano e Antonio Di Carlo. I due dovevano partecipare alla “Endurance Classic Bike 200 Km”, gara che poi è stata purtroppo annullata; ovviamente non hanno saputo rinunciare a correre e quindi hanno deciso di partecipare alla BdB in sella alle loro due splendide Ducati.
Prima di Magione, però, il calendario di quest’anno, tra le due tappe di Varano, ha visto anche il battesimo del circuito di Cremona, un tracciato che fino a poco tempo fa era terra di prove libere, ma che ora è entrato ufficialmente nel giro e di certo sarà teatro importante nei prossimi anni.
Un appuntamento graditissimo per tutti i partecipanti, in quanto circuito tecnico, ma allo stesso tempo veloce; nel bilancio complessivo, solo qualche peccato di gioventù in termini di strutture, ma la strada intrapresa è sicuramente quella giusta.
Ma ora è doverosa una piccola parentesi per spiegarvi com’è articolata la BdB; oltre alla già citata “BotTisBack”, il trofeo vede protagoniste quattro differenti classi: la Potente, per moto con motori due cilindri e cilindrata fino a 1400 cc; la Veloce, per bicilindrici con cilindrata fino a 1000 cc; la Leggera, per motori due cilindri, con cilindrata fino a 650 cc o fino a 803 cc in caso di motori a due valvole; la Leggenda, per un’ampia serie di bicilindrici meglio definiti nell’articolato regolamento tecnico, ma che si avvicina per filosofia alla vecchia Supertwins.
Nella Leggera le prime tappe hanno visto brillare Pierre-Yves Bian e Andrea Majola, entrambi su Paton S1R, mezzi con propulsore Kawasaki e telaio Paton, moto che hanno fatto sognare il pubblico all’Isola di Man e in molte delle gare stradali di tutta Europa.
Dimostrazione evidente di quante marche diverse partecipino a queste gare o, per meglio dire, quanti siano i prototipi elaborati su basi diverse che aiutano a rendere lo spettacolo ancora più intrigante; come non citare infatti la Pierobon F042 di Rossano Gualandi, la Superleggera Rosmoto di William Venesia o la Moretti 803 di Max Barilati?
Anche quella che può apparire una normale Ducati, come quella portata in pista da Giangiorgio Plenario, è in realtà frutto del sapiente lavoro della BRT Prototipi, con modifiche che sono andate nel profondo.
Anche nella Veloce c’è molto da ammirare: all’Aprilia di Fabio Fabris, che va fortissimo, c’è a dargli filo da torcere la splendida 959 di Samuele De Marco e quella del veterano Luca Bassetto oltre alla 999 di Alessandro Loprevite.
La tappa umbra ha poi richiamato diversi personaggi, come Giorgio Cantalupo con la sua 996 del team Taurus e Fabio Bernardi su 999 del team Saponettari.
Insomma un circo di passione e duelli che vede confrontarsi un rookie come Cristian Tommasi e una vecchia conoscenza come Danilo Russo, finalmente nuovamente nel gruppo.
Che dire poi della Leggenda, classe che come dice appunto il nome maggiormente si avvicina alle origini: la Millona di Alessandro Nostini quando non fa i capricci regala grandi soddisfazioni al bolognese, così come l’aspimolle 803 di Luca Gasparini, altro figliol prodigo che è tornato in questo 2021 nella BdB.
Non sono certo da meno la Ducati 810 di Massimiliano Porta e la Moto Guzzi di Francesco Greco che, innamoratosi di questo propulsore, si sta dannando per essere sempre più competitivo nell’anno del centenario di Mandello: la livrea è chiaramente ispirata nei colori alla 8 Cilindri mentre il numero 100 parla da solo.
Fra le tante moto partecipanti, una nota per Andrea Mardegan e la sua due valvole del team ByteTheraphy, così come la moto di Piero Roma che si fa notare per il telaio Moretti, realizzato appunto dal noto preparatore livornese.
Last but not the least certamente la Potente, classe dove i cavalli possono essere esagerati e, se arriva pure un super telaio come quello di Marco Dall’Aglio, c’è veramente di che divertirsi o di che far soffrire i suoi rivali!
Ne sa qualcosa Pino Vocaturi che, con la sua super Ducati del team GMS, ha il suo bel da fare nel contenere Dall’Aglio, anche se in un paio di occasioni ci siamo persi lo spettacolo causa rottura della moto di quest’ultimo.
Rotture e problemi che non sembrano lasciarlo in pace: nelle qualifiche dell’ultima gara, infatti, pagava pegno in prova all’alternarsi fra pista bagnata e asciutta, partendo così dalle retrovie, ma recuperando come un leone fino ai margini del podio, mentre in Gara 2 ritornava la sfortuna e quindi il ritiro.
Bene anche Leonardo Piergiovanni, alle sue prime esperienze, ma già efficace e pericoloso, come a Cremona, nei duelli con il più esperto Luca Bassetto: fa piacere che un altro giovane si affacci all’universo delle twins.
Dal canto suo, Nicholas Rovelli, team Bursi Evolution, si sta difendendo e solo il gran caldo che gli ha mandato in tilt i freni gli ha impedito di dire la sua anche nella terza prova di Varano.
Tornando a Magione, attenzione a due piloti che hanno lasciato il segno: Ivano Pigliacelli, finalmente tornato a difendere i colori della BRT Prototipi, si arrendeva solo a una foratura nella prima manche chiudendo secondo, mentre in Gara 2 non sentiva ragioni agguantando così l’alloro. Bene anche Domenico Paniccia che, all’esordio nella BdB, si permetteva il lusso di un doppio podio.
La stagione si concluderà poi con la gara di Cremona di fine settembre e con l’ultima di fine stagione, per la quale ci si aspetta una sorpresa.
Al di là della pura cronaca delle gare, va tenuto conto anche delle molte e interessanti iniziative che si intrecciano con la BdB: come non dimenticare infatti il “Trofeo Iron BdB” che ha l’obiettivo di premiare il pilota più versatile; in questo caso, infatti, si sommano i risultati ottenuti in pista con quelli realizzati nella gara in salita della Garfagnana, tappa del relativo campionato italiano.
Oppure, il pregevole tentativo di organizzare una trasferta ad Assen, in uno dei templi della velocità mondiale, operazione naufragata solo a causa del Covid.
Insomma, nel mondo delle bicilindriche non mancano movimento e tanta e tanta carne al fuoco! Questo nonostante le mille difficoltà che si incontrano ogni giorno nell’organizzare queste iniziative, difficoltà che non sono solo legate al discorso economico, ma che derivano anche da problemi strutturali e incapacità del sistema.
Tante sono le riflessioni che andrebbero fatte, ma sarebbe cosi semplice, con un po’ di buona volontà, far funzionare tutto al meglio, perché se tutto va bene, poi va bene per tutti!
foto di Marco Pasqua, Adriano De Santis e Paolo Perrazzetti