Quello di Walt Siegl è un nome piuttosto noto tra i ducatisti: nel corso degli anni, infatti, lo specialista statunitense si è reso protagonista di alcune realizzazioni molto interessanti e quella che vi proponiamo questa volta non lo è da meno; si tratta di una 900 Super Sport del 1992 completamente rivista sia nella parte estetica che meccanica.
Tra l’altro, non è la prima volta che Siegl allestisce una special del genere per se stesso, visto che nel suo garage figurano anche una 916 e una 1098 opportunamente modificate.
L’idea di dedicarsi a un bicilindrico Ducati raffreddato ad aria, però, gli è venuta mentre stava cenando con il suo amico Bruce Meyers, proprietario di una storica officina specializzata nelle moto di Borgo Panigale: l’accordo con Meyers prevedeva di rimettere a posto il motore della Super Sport senza l’utilizzo di particolari troppo sofisticati.
Leggera e performante, la sua livrea ricorda la Mike Hailwood Replica.
Così, sono stati installati dei pistoni alleggeriti e degli alberi a camme dal profilo più “spinto”, dopo di che Bruce si è occupato della lavorazione delle teste.
Parte del volano di serie è stata poi asportata, in modo da rendere il motore più rapido nel prendere giri, mentre l’alimentazione è stata affidata a due grossi carburatori Keihin con diffusore da 41 mm; a un’ispezione più accurata, Walt si è accorto che i semicarter della Super Sport erano in condizioni tutt’altro che ideali, così, previe opportune modifiche, sono stati adottati quelli di un Monster 900 del 2002 e, allo stesso modo, la pompa dell’olio è stata sostituita con una più recente e di maggior portata, anche in questo caso non prima di aver effettuato tutta una serie di aggiustamenti al relativo coperchio.
Per la ciclistica, il telaio è stato realizzato dallo stesso Siegl con tubi in acciaio al cromo molibdeno, ottenendo una struttura particolarmente leggera (appena 7 Kg di peso!) e resistente, perfetta per un’applicazione di questo tipo: a questa, il customizer del New Hampshire ha abbinato un monoammortizzatore Öhlins, una forcella Showa completamente lucidata a livello di foderi e piedini, e un ammortizzatore di sterzo, anch’esso Öhlins, mentre il forcellone è quello originale della Super Sport.
Le principali quote ciclistiche sono adesso più vicine a quelle di una 916 che non a quelle del modello originale, visto che l’aumento delle prestazioni richiedeva una moto più stabile alle alte velocità.
Allo stesso modo, anche l’impianto frenante è stato potenziato, con due dischi anteriori Brembo Serie Oro da 320 mm e le relative pinze a quattro pistoncini, mentre i cerchi, un po’ a sorpresa per la verità, sono rimasti quelli di serie a tre razze. Walt ha preferito forse concentrarsi su altri dettagli, come ad esempio l’impianto di scarico, che ha realizzato personalmente, ispirandosi ai vecchi Conti in voga negli anni Settanta, attraverso un layout di tipo 2 in 2 con silenziatori rialzati in acciaio lucidato, e le sovrastrutture, per le quali ha modellato un materiale plastico sottovuoto che si avvicina, in termini di leggerezza, alla fibra di carbonio, pur costando molto meno: con questo, sono stati realizzati il serbatoio, la semicarenatura, il piccolo codino monoposto ed entrambi i parafanghi.
Le loro forme, in accordo con la predilezione di Siegl per le moto agili, risultano compatte e anche la colorazione trae spunto da una racer che della maneggevolezza fece la sua arma vincente, vale a dire la Ducati con cui Mike Hailwood trionfò al Tourist Trophy dell’Isola di Man nel 1978: “Ho sempre ammirato le moto realizzate all’interno della NCR, – spiega Walt – per questo la grafica di questa special, ribattezzata Manhattan, riprende quella del grande Hailwood. Inoltre, mi sembrava giusto sottolineare il contrasto tra lo stile classico e la componentistica moderna utilizzando colori particolarmente vivaci, come quelli che caratterizzano le più recenti moto da corsa.”
In realtà, su specifica richiesta di un suo affezionato cliente, Siegl sta già allestendo un’altra serie di sovrastrutture uguali a queste, solo che, anziché essere in materiale plastico, sono in fibra di carbonio, con l’idea di proporre un vero e proprio kit, visto che ormai le attrezzature con cui produrlo sono già in suo possesso.
A livello di strumentazione, la Manhattan si avvale di un bellissimo contagiri Motogadget a fondo bianco con fondoscala a 10.000 giri e dotato di un piccolo display a cristalli liquidi nella parte inferiore, attraverso il quale è possibile visualizzare altre informazioni utili, secondo un mix di classico e moderno che rispecchia la caratterizzazione di tutta la moto.
Lo stesso vale infatti per i gruppi ottici, con l’anteriore di tipo tradizionale, tondo e di generose dimensioni, e il posteriore, viceversa, piccolissimo e dotato di tecnologia a led, come va di moda sulle sportive di ultimissima generazione.
A detta di Siegl, questa special è davvero piacevole da guidare: agile e leggera, come la moto che ogni appassionato vorrebbe per divertirsi in pista, anche se in realtà la Manhattan ha tutto ciò che serve per circolare anche su strada, oltre alla cura dei dettagli che si conviene a una vera fuoriserie.
Nelle immagini, infatti, non compaiono gli specchietti retrovisori e gli indicatori di direzione, ma questo è dovuto a semplici esigenze fotografiche e, all’occorrenza, è possibile installarli senza problemi, così come del resto compare il portatarga, mentre alcune finezze, come le pedane Tarozzi in ergal ricavato dal pieno e la fascia metallica che “abbraccia” il serbatoio in senso longitudinale, testimoniano il gusto e la bravura di Walt, vero professionista del tuning come pochi altri nel panorama internazionale.
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