Confronto tecnico Monster 696 e 1100

Confronto tecnico Monster 696 e 1100

Una breve parentesi tecnica all’interno della prova comparativa tra il Monster 696 e il 1100, le due versioni della nuova naked Ducati.

Due modelli apparentemente simili ma tecnicamente abbastanza diversi. La cilindrata differenzia infatti la gamma Monster non soltanto a livello di motorizzazione. Quest’ultima è tuttavia la parte più rilevante, visto che tra i 695 e i 1078 cc delle due versioni ci corrono 15 Cv. Si passa infatti dagli 80 della versione di minor cubatura ai 95 di quella da oltre un litro, anche se in realtà è la coppia erogata a fare la differenza, con 7 Kgm a 7750 giri per il Monster 696 contro i 10,5 Kgm a 6000 giri del 1100. Un gap, ovviamente, che si traduce in caratteristiche di guida assai diverse, senza contare appunto quelle relative alla parte ciclistica

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Innanzitutto, infatti, tra i due Monster c’è una sostanziale differenza a livello di assetto, visto che la versione più piccola è più bassa di 4 cm. Ciò è dovuto sia all’impostazione delle sospensioni, che alla differente gommatura. Il 696 ha infatti i pneumatici da 120/60 e 160/60, mentre il 1100 è dotato delle classiche coperture nelle misure di 120/70 e 180/55.

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Il monster 1100 in versione S

Tutto ciò ha effetto sia sull’impatto estetico che a livello di posizione di guida. La sella del 696 è infatti posta a quota 770 mm, adattandosi così anche all’utenza femminile, mentre quella del Monster 1100 è posta a 810 mm da terra.

Inoltre, quest’ultimo ha la particolarità del forcellone monobraccio che, pur non alterando le principali quote ciclistiche rispetto all’unità tradizionale presente sulla versione di minore cilindrata, caratterizza in modo importante il retrotreno del mezzo. La sospensione posteriore è priva di leveraggi in entrambi i casi. In questo modo, infatti, si risparmia peso e si ottiene lo spazio per far passare i collettori dell’impianto di scarico verso la parte alta. Nel caso del 1100, però, l’ammortizzatore è un Öhlins completamente regolabile, mentre il 696 è dotato di un Sachs cui può essere variato solo il precarico e il freno idraulico in estensione. Stesso discorso per la forcella, che vede la versione più potente equipaggiata con una sofisticata unità, anch’essa prodotta dal marchio svedese, con steli da 43 mm trattati al nitruro di titanio e quella, viceversa, meno dotata in termini prestazionali che deve “accontentarsi” di una più umile Showa priva di possibilità di regolazione.

Sul fronte del peso, la “piccola” 696 è leggermente avvantaggiata, con 161 Kg contro i 168 del 1100 S, che risulta a sua volta più leggero dell’analoga versione Base per via dei cerchi in alluminio forgiato con cinque razze a Y (il 696 li ha a tre razze) e di alcuni particolari in fibra di carbonio, come il parafango anteriore, le cartelle che coprono le cinghie di distribuzione e le protezioni per i silenziatori di scarico.

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Il monster 696

La flangiatura dei dischi dell’impianto frenante anteriore, che gode tra l’altro di un comando di tipo radiale, è realizzata in alluminio per ridurre ulteriormente le masse rotanti.

A vantaggio del 696, invece, gioca la presenza, di serie, della frizione APTC di tipo antisaltellamento, che diminuisce il carico da applicare alla leva e favorisce l’uso disinibito del motore in fase di scalata. A livello di dotazione, invece, i due Monster si equivalgono e possiedono entrambi la possibilità di essere personalizzati in pochi minuti attraverso lo smontaggio delle cover che avvolgono il serbatoio sui fianchi e degli altri particolari verniciati.

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Prova Ducati Monster 696

Arriva sul mercato dopo quindici anni di successi. Il nuovo Monster raccoglie questa eredità con la forza di un prodotto moderno, curato e performante, in sintonia con la tradizione.

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