Mettiamo subito le mani avanti e chiariamo che questa moto non è stata realizzata dal nostro lettore, bensì da un’officina specializzata (Motosindromiche di Roma): merita però di essere in questa sezione in quanto è stato proprio Gianluca a dare le indicazioni per trasformare in modo radicale la propria moto, una Multistrada 1000 primo tipo.
Una moto sicuramente divertente, ma certo, da un punto stilistico, abbastanza discussa; per essere chiari, diciamo pure che a Gianluca non piaceva proprio.
Questo il concetto che ha trasmesso agli amici di Motosindromiche: “Con la Multi mi trovo benissimo nel guidarla, ha una gran ciclistica, consuma il giusto, è un gran mezzo nonostante l’aspetto, ma a quello nuovo ci penserete voi: avete carta bianca, ma lo stile lo decido io. La voglio cortissima e cattiva, voglio una vera Streetfighter”.
Chiaro, no? Certo non facile cambiare carattere a una moto così particolare come la Multistrada, ma tant’è, le indicazioni di Gianluca erano chiarissime: la moto è stata quindi completamente smontata per procedere con le prime e sostanziali modifiche, ovvero eliminando tutta la parte posteriore del telaio per costruire un nuovo telaietto reggisella, stavolta imbullonato, dalle curve inedite e con luci a led integrate; dopo di che sono arrivati una nuova sella biposto e un porta targa dedicato.
Del resto, le caratteristiche principali del progetto dovevano essere, viste le indicazioni ricevute, linee pulite, outfit snello e coda corta. Si procede quindi eliminando il vecchio e ingombrante sistema di scarico, sostituito con uno più corto in inox, in stile MotoGP, e posizionando sul mitico telaio a traliccio un nuovo serbatoio con tappo a scomparsa.
Completamente nuovo anche il gruppo ottico, inserito in una struttura in alluminio che funge anche da portastrumenti, soluzione che caratterizza tutto il frontale donando un nuovo look alla moto. Innumerevoli e faticosi gli interventi “sotto pelle” per occultare gli aspetti indesiderati e valorizzare quelli voluti.
Un capitolo a parte è stato quello della verniciatura, effettuata non prima della sabbiatura di ogni singolo pezzo: qui rientra in gioco Volponi che non ha esitazioni nell’indicare, per la sua colorazione, una classica combinazione rosso/nero.
A questo punto, non restava altro che riassemblare il tutto e dare vita a quella che a tutti gli effetti si può definire una multifighter, una moto dotata di un carattere e un’estetica lontana anni luci da quelli del modello originale.
A questo punto, resta la curiosità di sapere come Gianluca abbia giudicato la moto, non solo da un punto di vista del design, ma soprattutto da quello dinamico. Dopo averla provata, ecco la sua testimonianza: “E’ l’alba di una nuova vita per me e la mia “nuova” Ducati, perciò con energia apro la serranda del box: lascio la frizione e via col gas. La tonalità di scarico è piena, ma non offensiva. Di coppia ce n’è e pure tanta, è potente, la risposta è unica tanto più si gira la manetta. Snocciolando a una a una le marce comincio a capire come è fatta, splendida da guardare, con quel rosso elegantemente sportivo e gli ingombri da 125. L’impostazione di guida è studiata per trarre il massimo profitto nella guida d’attacco, la sella bassa e spiovente mi spinge perfettamente nelle svasature del serbatoio. Nel misto stretto è un portento, fulminea in inserimento, mentre in curva segue sempre la traiettoria, non molla mai. In sintesi avete costruito la moto che desideravo da tempo”.
Beh, possiamo proprio dire che sia rimasto soddisfatto!
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