Ducati 999 MY 2005: monografia

Ducati 999 MY 2005: monografia

La 999 versione base del 2005 si rinnova nel tentativo, purtroppo non del tutto riuscito, di riconquistare il cuore dei ducatisti.

Nel 2002 Ducati presenta al pubblico la moto supersportiva che doveva chiudere la lunga avventura avviata nel 1994 dalla 916 e poi declinatasi con le varie versioni nel corso degli anni: l’obiettivo è di quelli che farebbero tremare i polsi a chiunque: come sostituire l’icona stessa del motociclismo sportivo?

SBK a Jerez: avanti tutta!

A Jerez de la Frontera, seconda tappa del campionato SBK, si ri-accende lo spettacolo con Ducati protagonista. Doppietta di Redding e secondo posto in gara 2 per Davies.

Le linee disegnate da Tamburini sono immortali, di una semplicità che solo i grandissimi designer possono raggiungere: quella semplicità di linee che da sola riesce a trasmettere meglio di tutto l’emozione e la passione.

Si può immaginare subito, quindi, quale fosse lo stato d’animo in Ducati al momento del lancio della 999, a tutti gli effetti la moto che chiudeva per sempre una stagione così importante nella storia della Casa di Borgo Panigale.

A spingere la nuova moto c’era il bicilindrico ad “L” denominato Testastretta utilizzato per la prima volta sulla 996 R: il nuovo motore, rispetto al Desmoquattro, aveva il manovellismo completamente rivisto nelle quote fondamentali oltre a possedere nuovi cilindri e nuove testate con un angolo incluso tra le valvole di soli 25°. Tale soluzione consentiva la realizzazione di una camera di combustione molto compatta, raggiungendo un rapporto di compressione di 11.4:1. Completamente nuovo è anche il lay-out degli organi del sistema desmodromico della distribuzione, con l’obiettivo del contenimento del peso.

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Un ulteriore parametro che evidenzia la spinta della rivoluzione nel processo di progettazione del Testastretta è il valore della corsa che passa dai 66 mm utilizzati nel Desmoquattro a solo 63,5 mm, abbinato a un alesaggio di 100 mm che assicura uno spazio sufficiente in camera di combustione per installare valvole di diametro maggiore.

Insomma, il Testastretta, con la sua continua evoluzione derivante anche dalle indicazioni ottenute con il suo impiego in pista, rappresentava un innegabile passo in avanti: logico quindi che Ducati volesse abbinare il prima possibile al nuovo motore anche un’innovativa superbike che chiudesse definitivamente i conti con il passato: ecco che quindi nacque la 999.

Ovviamente, i problemi nel confronto vennero dalla parte estetica, non certo da quella tecnica: così come era pulita e aggressiva la linea della 916 e derivate, così era squadrata e “complicata” quella della 999: il nuovo modello presentava deflettori d’aria posizionati sulla carena, prese d’aria, nonché ulteriori feritoie che avevano la funzione di diminuire le turbolenze sugli avambracci e sulle mani del pilota. A peggiorare le cose, l’abbandono del forcellone monobraccio a favore di uno bibraccio in alluminio fuso in terra, soluzione senz’altro funzionale, ma certamente di minore impatto estetico.

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La prima versione della 999: si notano le differenze nella colorazione del telaio, nelle forme del cupolino e del forcellone.

Nonostante sia innegabile che la 999 abbia avuto doti dinamiche importanti, oltre a garantire al pilota finalmente una posizione di guida che non fosse da “fachiro” come quella richiesta nella famiglia 916, la moto indubbiamente non piacque al pubblico ducatista.

Le critiche si sprecarono, soprattutto per quanto riguarda l’appeal della moto, a detta di molti conformato a quello della concorrenza, non più distintivo come prima: la critica di molti fu che se si copriva la scritta Ducati, presente fra l’altro solo sulla carena, la moto diventava anonima, tanto che sarebbe potuta uscire dalla catena di montaggio di un qualsiasi altro costruttore.

Dopo due anni stentati, Ducati decise di intervenire in modo importante sulla sua moto di punta, presentando nel 2004 una nuova versione della 999 poi commercializzata nel 2005: la modifica più importante fu senz’altro quella del motore.

motore_coppa_bassa_ducati_999Negli anni precedenti, i modelli della 999 erano quello base, con motore standard da 124 Cv, e la versione S, su cui invece era installata l’unità con carter a coppa bassa, la stessa che gareggiava in SBK, con ben 140 Cv (tale carter era stato studiato così per rendere possibile un’ottimale lubrificazione degli organi interni anche in condizioni di utilizzo estreme, come le pieghe, le accelerazioni e le violente frenate tipiche della guida in circuito).

In Ducati, per rendere più appettibile l’offerta decisero che, a partire appunto dal model year 2005, anche la versione base si avvantaggiasse del motore più performante. Anzi, si operò in modo che il motore installato sulla 999 del 2005 fosse anche più godibile del precedente coppa bassa, visto che il valore di coppia passò da 10,4 kgm a 11,1, sempre allo stesso regime, ovvero a 8000 giri. Sul propulsore vennero installate camme di nuovo disegno e delle innovative cartelle copricinghia ventilate, che avevano l’obiettivo di diminuire la temperatura di esercizio, evitando così stress troppo elevati alle cinghie della distribuzione.

Insomma, un vero e notevole passo in avanti, soprattutto se teniamo conto che l’offerta fu resa ancora più accattivante dal fatto che il prezzo di acquisto rimase invariato rispetto alla versione base dell’anno precedente, ovvero 16.995 Euro chiavi in mano: soluzione certamente interessante per i nuovi adepti del mondo supersportivo Ducati, un po’ meno per chi aveva già in garage la stessa moto, ora innegabilmente deprezzata non solo per il fatto del motore molto meno potente, ma anche perché era stata pagata la stessa cifra per avere meno!

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Il motore a coppa bassa, derivato direttamente dall’esperienza effettuata nelle competizoni, venne poi montato sulla 999 base 2005 con cartelle copricinghia dotate di raffreddamento dinamico. La cartella montata sul cilindro orizzontale ha una presa d’aria che si innesta nella parte frontale della carena, protetta da un filtro in spugna. In questo modo si ottiene una ventilazione efficace in velocità.

Ducati 999 R Fila

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Nel 2003, Ducati vuole celebrare la sua 200esima vittoria nel Campionato Mondiale Superbike con una versione speciale: la 999R FILA, disponibile in solo 200 esemplari. La 200a vittoria fu conquistata dal pilota britannico Neil Hodgson il 18 maggio 2003 sul circuito di Monza con la Ducati 999 F03 così come la 100esima vittoria fu di Carl Fogarty in Austria nel 1995. La 999R FILA riproponeva fedelmente i colori della Ducati 999F03 protagonista nel Mondiale Superbike. L’aspetto curioso di questa serie limitata è che la potenza dichiarata della moto era di 139 Cv: la versione base del 2005 ne aveva uno di più!

Le novità della versione 2005 però non terminavano qui: il forcellone bibraccio aveva un nuovo design, del tutto simile a quello che equipaggiava le moto del mondiale Superbike; il nuovo forcellone scatolato (con capriata inferiore di rinforzo sul lato sinistro) aveva poi anche positivi riscontri sul fronte della guidabilità, in quanto migliorava il rapporto fra rigidezza e peso, pur non modificando le quote base rispetto alla serie precedente. Il peso complessivo del gruppo forcellone, comprensivo dei cursori di regolazione, era diminuito di 500 grammi, ma la rigidezza torsionale era migliorata del 27 per cento rispetto alla soluzione precedente.

Infine, il design della moto fu rivisto, con l’obiettivo di renderlo meno arzigogolato: il cupolino diventa più largo e tondeggiante, privo dei guida flussi superiori ed equipaggiato con un plexiglas di maggiore altezza e con una differente nervatura; cambiano anche le dimensioni e i volumi della carena per una maggiore protezione alle alte velocità con la stessa ora realizzata in Terblend, un nuovo polimero che permise un risparmio di peso di 1.2 Kg.

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I due forcelloni al confronto: a sx quello della prima versione, a dx quello del M.Y. 2005. Indubbiamente il secondo ha un aspetto meno “povero” e più racing. Inoltre, a suo vantaggio, minor peso e maggiore rigidezza con una crescita del 16 per cento nei test effettuati sulla rigidezza flesso-torsionale.

Tutte queste modifiche furono ispirate dalle moto che gareggiavano in SBK e quindi non avevano solo una valenza estetica, ma anche di maggior coefficiente aerodinamico, eliminando tutte quelle fastidiose turbolenze che si creavano con il modello degli anni precedenti.

In effetti, come già detto, se certamente la 999 non era bella come la 998, era anche vero che fosse indubbiamente più comoda, concetto che Ducati stessa metteva bene in evidenza nella cartella stampa di presentazione: “Il risultato è una moto che segue alla perfezione la tradizione Ducati, da sempre caratterizzata da prodotti di serie volutamente simili, nell’immagine e nella sostanza, a quelli impiegati in gara dai piloti ufficiali. Senza tuttavia rinunciare a tutti quei dettagli che fanno la differenza nell’ergonomia, perché non è assolutamente vero che una sportiva di razza deve essere difficile da guidare, o scomoda. Con le sue Superbike, e con questa nuova 999 in particolare, Ducati vuole dimostrare che il comfort conta quanto un motore potente e una ciclistica efficace. Perché solo con questo mix è possibile viaggiare a ritmi sostenuti e mantenerli per molti giri. I risultati e le conferme arrivano da un giudice assolutamente imparziale: il cronometro“.

Più chiaro di così!

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La 999 è stata, insieme alla famiglia delle ST, una delle moto che rispetto alle sue potenzialità si è fatta meno apprezzare dai ducatisti. I motivi, forse, sono essenzialmente due: il fatto di venire dopo la moto disegnata da Tamburini, nonché la sua anima di sportiva confortevole: un aspetto che per l’appassionato di allora suonava poco confidenziale, in quanto veniva dato quasi per scontato l’assioma sportivo-scomodo. In realtà, la 999 è stata una gran moto, divertente e perfetta per l’utilizzo su strada e pista.

La 999 base del 2005 fu commercializzata in due versioni: la prima con carena e telaio rosso, cerchi e telaietto posteriore nero, più un’inedita versione tutta nera, disponibile solo nella configurazione biposto.

Nonostante le buone intenzioni, la 999 non riscosse mai un grande successo presso il pubblico ducatista, tant’è che si dovette attendere l’arrivo della 1098 per riportare in auge il settore delle supersportive di Borgo Panigale: anche la 1098 segnò una netta cesura con il passato, tornando a un linguaggio stilistico molto più vicino alla 916 che non alla 999: moto quest’ultima che, sotto molti punti di vista, rappresentò a tutti gli effetti solo una parentesi nel percorso Ducati nel settore delle moto ad alte prestazioni. Una parentesi che però ha dato notevoli soddisfazioni ai suoi proprietari che le hanno sempre riconosciuto grandi doti di guidabilità e comfort, con un motore generoso e performante, una ciclistica perfetta.

SBK a Jerez: avanti tutta!

A Jerez de la Frontera, seconda tappa del campionato SBK, si ri-accende lo spettacolo con Ducati protagonista. Doppietta di Redding e secondo posto in gara 2 per Davies.

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Ducati 1098: monografia

La 1098, dal punto di vista del design e della concezione, rappresenta la vera erede del lavoro iniziato nel 1994 con la 916.

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