di Alessandro Bianchi.
Osservandola fuori dal salone, lontana dai riflettori e dalle luci che le davano le sembianze di una prima donna, ora sul piazzale, l’effetto visivo è differente, sembra più modesta e le sue dimensioni meno imponenti, mi sembra snella nella parte posteriore ed anche il frontale non è così imponente come mi era sembrato, esteticamente non mi pronuncio, anche se ammetto che non mi dispiace, per il resto è tutto assolutamente soggettivo ed opinabile.
Salendoci in sella noto con stupore che l’assetto è stato stravolto rispetto alle precedenti versioni, il manubrio molto largo è ruotato verso il pilota, e ricorda fortemente la tipica impostazione che BMW adotta nei suoi modelli, in particolare con il Gs, peraltro anche il plexiglass è molto simile riproponendo una netta somiglianza con la XR 1000. La posizione è eretta, e la schiena rimane perpendicolare alla moto, proponendo una posizione confortevole e naturale, la sella non è alta e permette di poggiare facilmente i piedi in terra, trasmettendo una sensazione di controllo totale.
Il quadro degli strumenti è più grande ed offre una nuova grafica completamente rivista, facilmente leggibile e completissima di tutte le informazioni. Ma appena la metto in moto sento che manca qualcosa ………. La musica, il sound, il rumore è pressoché inesistente,non ci posso credere, ed è da qui che inizi a comprendere ed a realizzare l’entità dello stravolgimento epocale che è stato apportato, la prima creatura Ducati totalmente afona, che impressione !!!!!
Metto la prima, parto e con immenso stupore, la moto sembra andar da sola, la frizione è morbida e stacca senza dover calibrare la leva, tanto da sembrare un Gs, appena in moto rimango basito da un meraviglioso equilibrio dinamico, che trasmette una sensazione di assenza di peso, che consente di andare a passo d’uomo con una disinvoltura imbarazzante, permettendoti di fermarti senza quasi dover mettere i piedi in terra, caratteristica riscontrabile, guarda caso, solo nel Gs; e visto che ci siamo, premetto che sin da ora, saranno moltissime le analogie e le similitudini riscontrabili con l’antagonista Teutonica, tanto che vien quasi da pensare se l’abbiano creata apposta, come diceva qualcuno :”a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina !!! “.
Il motore è un qualcosa di veramente inedito, colpisce in assoluto la capacità di girare paro senza il minimo strappo a bassissimi regimi, anche con marce alte, e al contempo di essere sempre presente al minimo accenno di gas, consentendo di districarsi nel traffico cittadino con estrema naturalezza e oserei dire anche con un certo piacere, vista la facilità di girare in spazi ristretti con estrema disinvoltura, grazie alla leggerezza che trasmette nella guida e ad un’erogazione lineare, che quasi fa venir voglia di usarla anche per andare a prendere un gelato nel traffico cittadino.
Le sospensioni lavorano egregiamente, riuscendo ad annullare quasi completamente le buche e le sconnessioni presenti in una città come Roma. Esco dal traffico e mi dirigo fuori città, verso i percorsi a me noti, che ormai da parecchi anni, sono diventati essenziali ai fini delle varie prove. Su strada si apprezza l’ottima protezione aerodinamica che si colloca ai massimi livelli, infatti si viaggia a velocità elevate senza accorgersene grazie alla quasi totale assenza di turbolenze, per i più alti è necessario alzare il plexi onde evitare lievi interferenze sulla parte alta del casco.
Finalmente arrivano le curve !!!!!
La Multistrada V4 offre un ottimo piacere di guida che si apprezza ancor meglio nel misto, grazie alla sua estrema agilità, dove stupisce per la velocità con cui casca letteralmente dentro le curve, complice l’anteriore da 19 ed un’interasse più corto rispetto al modello precedente, permette una percorrenza rotonda e fluida unita ad una grande facilità di guida dovuta anche e specialmente alla quasi totale assenza di trasferimenti di carico nelle staccate, che ci riporta ad un’altra similitudine con l’antagonista Gs.
Infatti l’elettronica gestisce le sospensioni in modo da limitare l’escursione dell’anteriore in compressione e quella del posteriore in estensione, ritrovandosi così una moto con un’assetto sempre neutro, che non si scompone in ingresso curva, riproponendo il concetto ed il funzionamento di un Telelever elettronico , ottenendo così lo stesso risultato, ma con la differenza di poter disabilitare detta funzione e ritornare ad una guida tradizionale.
Onestamente rimasto stupito dal suo comportamento dinamico , ci prendo gusto e comincio a forzare gli ingressi, anticipando l’apertura del gas, aumentando gli angoli di inclinazione, ma con stupore mi rendo conto che se messa alla frusta l’anteriore tende a scivolare e non offre una sensazione di appoggio sicura, ne deduco che probabilmente l’avantreno alto unito alla ruota da 19, permette entro certi limiti una guida facilissima e divertente, ma se si azzarda ad andare oltre, il margine di stabilità e sicurezza si riduce esponenzialmente, arrivando velocemente al limite della moto.
Il cambio non è velocissimo, ma lavora bene, forse un pelino duro, ed il quick shifter è ok sia in up che in down. La coppia del motore è sparita lasciando il posto ad una linearità corposa e sempre presente che fa della progressione il punto di forza di questo motore,presentandosi pieno e senza incertezze a tutti i regimi, ma senza stravolgerti o stupirti ed il gusto ed il piacere della buona vecchia coppia maleducata ed arrogante, che ti maltrattava le reni ed il fondoschiena, facendoti sorridere dentro al casco come un bambino , ahimè,non c’è più, il tutto in favore di un progresso educato e composto, dove ad ogni azione deve corrispondere una reazione assolutamente prevedibile e gestibile in ogni contesto.
Per quanto concerne i freni, Ducati non sbaglia mai, infatti l’impianto oltre ad essere potente, offre come al solito la prerogativa di una modulabilità eccellente che trasmette una chiara sensazione di controllo e sicurezza sul mezzo, anche su strade bagnate o sporche. Mappe ed elettronica sono assolutamente al vertice della categoria, il tutto è gestibile e regolabile con facilità ed intuizione, ed in aggiunta ai nuovi step evolutivi inediti, la rendono ad oggi forse il mezzo più tecnologicamente completo.
Concludendo la nuova Multistrada V4, sicuramente è una moto assolutamente versatile dove riesce a procurare piacere di guida in tutti i contesti, compreso quello cittadino. Adatta a viaggiare e alle lunghe percorrenze, è comoda e non stanca, sicuramente quello che colpisce maggiormente è la sua FACILITA’ di guida che per certi versi è spiazzante, un mezzo alla portata di tutti, dal neofita al motociclista più esperto.
Un grande ringraziamento a Ducati Roma, in particolare al direttore Luca Nanni, che come sempre disponibile e cortese ci ha messo a disposizione la moto per la nostra prova.
Buona strada a tutti Biker’s
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