di Alessandro Bianchi.
Postura e posizione correlata alla dinamica della moto
Altro elemento fondamentale nella guida in moto è la posizione, questa infatti è essenziale ai fini del corretto svolgimento delle manovre generali e nella guida. La prima fase ovviamente comincia dalla seduta.
Vediamo i passi :
Una volta presa posizione in sella, cerchiamo di non impugnare subito il manubrio, come istintivamente verrebbe di fare, ma stendendo la schiena cerchiamo di assumere una posizione eretta e quanto più naturale, posizionando i piedi parallelamente alla moto, focalizziamo alcuni elementi che sono fondamentali, quali l’altezza da terra il grado di inclinazione delle nostre gambe e le varie distanze.
Questa fase anche se può sembrare priva di senso, ci permette di arrivare al manubrio cercando di mantenere una postura naturale stendendo semplicemente la schiena senza stravolgere la nostra impostazione. Una volta afferrato il manubrio, soffermiamoci ancora sulla nuova posizione assunta, cercando di mantenere la schiena non costretta, ma libera di muoversi naturalmente, prestando attenzione a non essere curvi o troppo eretti, bensì naturalmente protesi , lasciando la possibilità di libero movimento a testa e collo.
Le braccia anch’esse non devono essere rigide e contratte, bensì devono assumere una postura funzionale tale da poter sopperire e/o contrastare gli eventuali movimenti della moto, quindi portiamo i gomiti leggermente rivolti all’esterno, in modo da poter oscillare assecondando i trasferimenti di carico, le frenate, le accelerate etc.
Una volta partiti cerchiamo il giusto assetto facendo sempre attenzione di non stravolgere la posizione iniziale con posture costrette. I piedi svolgono anch’essi una funzione fondamentale ai fini della mobilità fisica sulla moto, infatti sulle pedane deve poggiare solo la parte anteriore del piede, verso le punte, e non la pianta, in modo così da poter spingere e far perno con le gambe, consentendo così agevolmente gli spostamenti a destra e a sinistra sulla sella.
Durante la guida fate sempre attenzione a non attaccarvi al manubrio, questo è uno degli errori più comuni, avviene inconsapevolmente e spesso è dovuto ad un’errata impostazione, responsabile di trasmettere reazioni e comportamenti anomali nella moto, causando mancanza di feeling e difficoltà nello svolgimento delle manovre.
Spesso quando si è stanchi dopo aver percorso parecchi chilometri, non ci accorgiamo che la mobilità del nostro corpo con il passare del tempo, nel tentativo di preservare le energie, diventa sempre più limitata, con il conseguente irrigidimento degli arti.
Le gambe non sono più plastiche, i piedi non poggiano più sulle punte e cosa più grave, le braccia non sopperiscono più i movimenti, smorzando e assecondando. Infatti queste svolgono un ruolo fondamentale nell’esecuzione della guida e nelle manovre.
Attaccandoci al manubrio, impartiamo dei comandi subdoli che forzando sull’avantreno inevitabilmente inficiano sul comportamento della moto rendendola ostica e non più neutra ed equilibrata. Da qui la sensazione improvvisa ed immotivata di perdita di feeling, l’affiatamento e la fiducia vengono subito meno senza capirne il motivo, improvvisamente la moto non risponde più come prima, e le reazioni diventano anomale (non chiude la traiettoria, è diventata stranamente rigida, o al contrario trasmette instabilità).
Quindi nel tentativo di trovare le cause si accusano gomme, sospensioni e asfalto e chi più ne ha più ne metta. Basterebbe semplicemente monitorarsi, cosa che è bene fare sempre e di continuo, specialmente quando la stanchezza comincia a farsi sentire. Controllare il proprio assetto facendo attenzione che le braccia siano sempre mobili e plastiche. Spesso io stesso, dopo aver percorso parecchi chilometri, mi sorprendo ritrovandomi con le braccia rigide appese al manubrio, ma questa è una normale reazione dell’organismo alla stanchezza, infatti a dirla tutta la cosa migliore sarebbe quella di fermarsi.
Una sosta, magari mangiando qualcosa o un caffè in un bar, sono la giusta soluzione. Evitare sempre di guidare quando si è stanchi, la probabilità di commettere errori aumenta in maniera esponenziale !!!
Quindi ricapitolando, la posizione è fondamentale ai fini di una guida corretta, chi pensa che andare in moto significhi potersene stare seduti tranquillamente, commette un errore.
Malgrado ci siano moto che offrono un notevole confort, non bisogna mai dimenticare che per guidare un qualsiasi mezzo a due ruote bisogna usare il proprio corpo: gambe, braccia, spalle, testa e bacino, il che comporta una vera e propria attività fisica con relativo dispendio di energie. Ovviamente ci sono moto più o meno impegnative in funzione del segmento scelto, ma comunque tutte, chi più e chi meno, richiedono coinvolgimento fisico per essere condotte .
La posizione della testa deve sempre essere protesa in direzione di marcia ponendo lo sguardo verso la curva successiva in modo da poter rendere più semplice possibile ai nostri occhi la lettura della strada e delle traiettorie e non in ultimo, l’analisi continua e costante dello stato dell’asfalto, elemento che da un pò di anni a questa parte è diventato di primaria importanza per la nostra sicurezza, visto il continuo degrado e lo stato di fatiscenza delle nostre strade in cui spesso versano.
Dunque non basta concentrarsi solo sulla guida, bensì una parte dei nostri controlli dovranno essere deputati ad un’attenta valutazione di dove e come mettiamo le ruote, ovviamente prima di passarvi sopra, (buche,tipi di asfalto, presenza di terra, brecciolino, polvere, nafta lasciata dai mezzi pesanti, escrementi di vari animali da pascolo etc.).
Prima di affrontare una curva cercate di leggerla con gli occhi permettendo così al cervello di poterla elaborare al fine poi di interpretarla poi in modo efficace ( velocità di percorrenza e traiettoria ).
Da una posizione corretta della testa ne scaturisce una maggior facilità visiva che si traduce poi in una migliore elaborazione dei dati. E a proposito di velocità visiva, cominciate a valutare di quanto tempo ha bisogno il vostro cervello per interpretare e tradurre in termini di guida quello che state vedendo, perché da qui poi nasce la necessità di adattare velocità del mezzo e posizione della testa al fine di ottenere una guida dinamica fluida che non deve mai metterci in difficoltà stressandoci, ma deve di essere alla continua ricerca di una percorrenza costante ed omogenea, come già detto più volte, la velocità fine a se stessa non serve a nulla, anzi.
A questo punto è bene ricordare che andare in moto comunque richiede sempre un impegno psicofisico notevole a prescindere dal contesto e dalla tipologia di attività, ovviamente sempre che vengano applicate quelle regole basilari che sono i fondamenti per la tutela della nostra e dell’altrui sicurezza, finalizzando la guida al continuo miglioramento ed alla ricerca di fluidità, pulizia, scorrevolezza ed efficacia . Un’attività questa, che grazie alla complessità ed alla moltitudine dei fattori da dover considerare ed elaborare continuamente, non pone mai fine all’apprendimento, che comunque si perfeziona solo con la costanza nel tempo e percorrendo chilometri.
Buona strada a tutti biker’s !!
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