Il giovane pilota della Suzuki è riuscito a certificare, con una vittoria chiara, il primato in classifica.
Joan Mir con il successo di ieri ha scongiurato la possibilità che potesse alla fine laurearsi campione senza una vittoria, e certamente si è tolto un peso.
Lo spagnolo ed il connazionale compagno di squadra Alex Rins, arrivando primo e secondo, appongono un timbro sulla stagione della Suzuki, elevandola senza ombra di dubbio allo stato della più competitiva delle moto, della più efficace e della più costante. Ed il mondiale ha svoltato. Eppure sembrava che per la Ducati, soprattutto viste le prove di Jack Miller e di Johann Zarco, si fosse arrivati ad intravedere un certo barlume di luce nel buio.
Il GP d’Europa sul circuito di Valencia è stato curioso, con le prove disputate con il tracciato sempre bagnato e la gara in condizioni di pista asciutta. La griglia di partenza sembrava per questo bugiarda, come se ci dovessimo aspettare che i protagonisti, rimasti impantanati in prova, dovessero mangiarsi quelli delle prime file nel giro di pochi giri. Ma non è stato così: chi è partito davanti, è arrivato davanti. Pol Espargaro, partito dalla pole, è comunque arrivato terzo.
A Valencia la gara è stata finalmente lo specchio della classifica e l’immagine impietosa di chi è in confusione. Così, ieri, a due gare dalla fine, il vero volto di chi si meritava meno i piani alti è brutalmente venuto fuori: Fabio Quartararo, da troppe gare arroccato in quel castello costruito in gran parte a inizio stagione e poi conservato grazie alla dispersione dei punti, vede ora allontanarsi la possibilità di vittoria finale. E’ lui, il francesino, quello che è stato buttato giù dalla torre.
La Yamaha è in crisi, sul bagnato non va, è poco affidabile e la gestione sportiva sembra ormai un grottesco carnevale. Sul Circuito Ricardo Tormo, con Maverick Viñales costretto a partire dalla Pit-Lane per aver cambiato il sesto motore della stagione e con Quartararo a terra nel corso del primo giro, serve a poco anche il rientro di Valentino Rossi, appiedato da noie elettriche dopo soltanto cinque giri. Morbidelli, penalizzato da una scelta di gomme infelice, arriverà undicesimo.
Una tragedia… ed anche a Borgo Panigale non si sorride. Per la Ducati una gara incolore, specchio dei limiti della Desmosedici GP20 nei riguardi della concorrenza. Il sesto posto di Jack Miller, sempre lontano dai primi, è l’immagine di una gara onesta, affrontata dal pilota con il massimo dell’impegno, e questo vale anche per gli altri: si è arrivati dove è stato possibile arrivare, dispiace ma è così.
L’ottavo posto di Andrea Dovizioso pone il forlivese ancora tra i papabili per la vittoria finale ma le possibilità sembrano ridotte al puro gioco dell’aritmetica. Petrucci come lui lotta come un leone nelle retrovie, ma raccoglie un misero decimo posto. Bagnaia, sotto tono da qualche gara, assaggia la ghiaia della curva 2 al sesto giro. La gara di Johann Zarco è buona per la prima metà, ma poi arretra fino al nono posto sotto la bandiera a scacchi. Tito Rabat è coerentemente inesistente.
Troppo poco… i limiti tecnici, anche nei confronti dei piloti della KTM sono evidenti ed ora lo sono anche nei confronti di quelli della Honda. Che cosa è cambiato dopo la gara di ieri? L’aspetto più lampante è che non si possa più sperare sulla dispersione dei punti e che la situazione sia saldamente in mano a chi, fino alla vigilia della gara di ieri, pur essendo primo in classifica, era considerato comunque un outsider. Quindi, a due gran premi dalla fine da disputarsi nelle prossime due settimane, il mondiale sembra sempre più nelle mani della Suzuki e di Joan Mir, il binomio che – in punta di piedi – è riuscito a mettere su una roccaforte che sarà difficile da attaccare.
Mir adesso ha 37 punti di vantaggio su Quartararo e sul comagno di squadra, appaiati al secondo posto, 41 su Viñales e 45 sulla coppia italiana formata da Andrea Dovizioso e Franco Morbidelli.
Ma c’è di più: Joan Mir ha imparato a vincere, ed era l’unica cosa che gli mancava.
La buona notizia del fine settimana valenciano per la Ducati è che Enea Bastianini e Luca Marini, che saranno in sella alle Ducati del Team Esponsorama nel 2021, sono prepotentemente ritornati in lizza per la vittoria finale nel mondiale della Moto2. Complice la caduta di Sam Lowes, nel giorno del primo successo di Marco Bezzecchi, Enea torna primo in classifica e Luca terzo, riducendo in maniera decisa il distacco dalla vetta.
Così, oltre ad essere felici di salutare la promozione nella massima categoria altri due promettenti ragazzi che andranno ad infoltire la pattuglia italiana, ci sono buone probabilità che uno di loro lo faccia da Campione del Mondo.
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