Li hanno chiamati in mille modi più o meno caratteristici, a volte discutibili, peggio ancora offensivi (GUB, Barbacan, Gufi, Pulisman) e una certa diffidenza-rispetto della cittadinanza verso il Corpo dei Vigili è sempre esistita. Una diffidenza naturale perché da sempre il controllato non ama il controllore che ha il potere di sanzionarne in qualche modo i comportamenti. Ma con la scolarizzazione obbligatoria che ha raggiunto anche gli strati più bassi della popolazione e un’evoluzione di costumi e modi di vivere, particolarmente accelerata dopo la seconda guerra mondiale, la figura del vigile urbano ha assunto oggi nuovi connotati. In passato non sono mancati neppure periodi di grande affetto (negli anni 50-60 esisteva la tradizione della Befana dei Vigili), con momenti di piena solidarietà quando alcuni agenti hanno perso la vita in servizio e di unità d’intenti come durante il terribile attentato alla stazione di Bologna. Il sentimento che ora balza evidente è di stima, e di consapevolezza che il Corpo non è stato mai inquinato da comportamenti delinquenziali, anche a livello dirigenziale. Bologna dei suoi vigili va fiera e in particolare di quelli del reparto motorizzato, la spina dorsale del gruppo sportivo, che si sono conquistati in gara la fama di piloti imbattibili. Una pubblicazione che va ad integrare la già rilevante saggistica esistente sulla storia del Corpo.
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I Pulismani di Giuliano Musi: i vigili motociclisti di Bologna
Bologna dei suoi vigili va fiera e in particolare di quelli del reparto motorizzato, che si sono conquistati in gara la fama di piloti imbattibili.