Il confronto tra la Panigale 1199 e la 899.

Il confronto tra la Panigale 1199 e la 899.

Con la 1199 ci vuole una guida da vera SBK e un’attenta messa a punto, la 899 si lascia sfruttare in ogni frangente grazie alla sua fantastica erogazione.

Abbiamo da poco avuto modo di provare la nuova Panigalina, ossia la 899: si tratta di una moto che si proietta nel futuro e che, sorprendentemente, risulta molto diversa dalla sorella maggiore, la 1199.

E’ facile capire le differenze tra questi due modelli, esse sono evidenti poiché appartengono a due categorie differenti e poi ci sono tanti altri fattori che contribuiscono a distinguerne il carattere: le prestazioni del motore, la dotazione ciclistica e anche la facilità con cui il pilota riesce a condurli.

Quando, circa due anni fa, la Casa bolognese ha lanciato la Panigale, abbandonando il tradizionale telaio a traliccio, ha iniziato una vera e propria rivoluzione e adesso sta proseguendo su questa strada, affidando alla 899 il compito di effettuare un ulteriore passo avanti.

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La 1199 e la 899 costituiscono due modi diversi di interpretare la sportività Ducati: impegnativa la prima, più equilibrata e godibile anche su strada la seconda. L’eventuale scelta tra le due, dunque, dipende molto dalle abitudini e dalle capacità di chi le deve guidare.

L’aspetto che presenta le differenze minori tra le due moto è il design: a livello dimensionale, infatti, siamo molto vicini e salendo su una delle due moto a occhi chiusi risulterebbe molto difficile indovinare di quale si tratta.

Inoltre, ci sentiamo di affermare che non bisogna convincersi a priori che la 1199, in virtù della sua maggior cilindrata e della sua maggior potenza, sia la migliore scelta possibile. Bisogna prima conoscere le sensazioni che queste due moto sanno regalare per poter scegliere la più adatta alle proprie caratteristiche.

Supponendo tuttavia di effettuare una prova a parità di contesto e di pilota, bisogna riconoscere che sulla 1199 l’accelerazione è travolgente, mentre sulla 899 è più facile da gestire.

Da questo tipo di confronto, la prima cosa che colpisce è come la 899 sembri avere poca coppia, anche se in realtà, pensandoci bene, stiamo pur sempre parlando di una moto che, a livello di prestazioni, ridicolizzerebbe modelli come la 851, la 888 e perfino la mitica 916, che all’epoca sembravano dei missili terra-aria, quindi la spinta non le manca certo!

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La strumentazione rappresenta una delle differenze tra i due modelli: la 1199 è infatti equipaggiata con un display TFT a colori, mentre la 899 dispone di un più tradizionale cruscotto a cristalli liquidi che fornisce comunque una ricca quantità di informazioni.

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Anzi, la 1199 è un po’ più difficile da domare perché la risposta dell’acceleratore è meno progressiva, della serie o tutto o niente, mentre la 899 trasmette una sensazione di maggior fiducia: sulle prime, pertanto, la versione di minore cilindrata si fa apprezzare di più, anche se la possibilità di riuscire a domare la 1199 rappresenta una sfida molto affascinante.

Aumentando il ritmo, poi, i pregi della 899 emergono ulteriormente: l’accelerazione è estremamente lineare e ciò ne fa uno “strumento” a misura d’uomo, mentre con la 1199 bisogna procedere sempre con grande prudenza, anche a bassi regimi: l’energia che il motore è in grado di imprimere alla ruota posteriore, infatti, è talmente devastante che spalancare tutto il gas non è mai facile se non c’è abbastanza spazio tra una curva e l’altra.

Per quanto riguarda il comfort, invece, vince a mani basse la 899: la 1199, infatti, nasce come una moto da corsa alla quale sono stati aggiunti i fari e la targa, pertanto i collaudatori della Casa bolognese l’hanno messa a punto considerando solo l’efficacia nella guida al limite; viceversa, sulla 899 è possibile sentire le sospensioni che lavorano anche quando non si sta spingendo al 100%.

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Il prezzo d’acquisto incide anche sul tipo di equipaggiamento installato: a sinistra quello della 899, che prevede forcella Showa, cerchi fusi in lega leggera e impianto frenante Brembo con dischi da 320 mm e pinze M4.32; a destra quello della 1199 S, con forcella Öhlins comandata elettronicamente, cerchi Marchesini forgiati e freni Brembo con dischi da 330 mm e pinze M50.

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Questa sostanziale differenza porta chi sta in sella a guidare in modo diverso; sulla 1199, prima di affrontare le curve, bisogna frenare forte e spostare correttamente il peso del corpo, altrimenti si ottiene un comportamento meno efficace; in poche parole, bisogna adottare una guida più tecnica.

La frenata della 899, invece, non crea problemi di questo tipo e ciò aiuta anche a inserire la moto in curva più facilmente.

La 1199 ha sospensioni più rigide, quindi il pilota deve compensare questo aspetto con le braccia e con le gambe. Quando si rilasciano i freni, inoltre, l’inclinazione della 1199 è fulminea, persino troppo, ma è davvero emozionante riuscire a domare una simile “belva”.

Invece, grazie ai pneumatici di minore sezione e all’interasse più corto, la 899 trasmette una sensazione di maggior sicurezza e leggerezza, potendo contare sul totale controllo del mezzo: è così più facile capire fino a che punto ci si può spingere prima di arrivare al limite della moto: diciamo che il gusto è diverso, ma il divertimento è altrettanto elevato.

La maggior facilità di guida della 899 si evidenzia anche in uscita dalle curve, dove si può dare gas con maggiore padronanza. La ruota posteriore, infatti, trasmette un feedback ben preciso e riesce a convertire molto bene la potenza scaricata a terra in accelerazione.

Invece, la risposta più brusca al comando del gas da parte della 1199 e la sua enorme riserva di coppia costringono il pilota a seguire certi accorgimenti: per sfruttare appieno il motore, bisogna prima raddrizzare la moto e posizionare correttamente il proprio peso sulla sella, altrimenti si corre il rischio di trovarsi in imbarazzo di fronte a tanta spinta.

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Il mono della 1199 S (in alto) è un Öhlins comandato elettronicamente, mentre la 899 ha un Sachs dotato comunque di regolazioni.

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E’ chiaro che con la 1199 è come aprire una porta sul mondo della SBK: ci vuole una tecnica di guida particolare, oltre che una messa a punto perfetta, però in compenso è possibile regolare le sospensioni o la gestione elettronica del motore come si preferisce e una volta ottenuto il setup ideale, allora si hanno in mano le chiavi per dominare una vera e propria “regina della pista”, anche se per godersela fino in fondo ci vuole un tracciato non troppo corto.

La 899 non incute timore e, anzi, si lascia sfruttare bene in ogni situazione, facendo leva sui vantaggi concessi dal bicilindrico Ducati.

Le differenze tra questi due modelli diventano ancora più evidenti quando si alza il ritmo: il vantaggio della 1199 in accelerazione è notevole, ma nella velocità di percorrenza in curva la 899 recupera qualcosa. Poi, però, quando la strada diventa rettilinea, la 1199 può scaricare a terra tutta la sua potenza, e la 899 diventa solo un’immagine riflessa negli specchietti che si fa sempre più lontana.

Qual è dunque la migliore tra le due? Difficile stabilirlo. In un certo senso, ogni appassionato ha la risposta giusta per sé.

Questi modelli sono come due rivali in seno alla stessa famiglia e puntano direttamente al cuore dei motociclisti sportivi.

Per capire quale dei due sia più adatto ai propri gusti e alle proprie esigenze bisogna provarli entrambi, ma ognuno rappresenta davvero il massimo che si possa desiderare all’interno del loro settore di appartenenza, una sorta di paradiso su due ruote!

Per gentile concessione di Ducati Magazine
Traduzione Noriki Aizawa

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