E’ una delle storie più curiose, più liete, più strane (se vogliamo) quella che ci ha confezionato il Tempo, nel suo dipanarsi ai tempi del lock down, dove tutto era azzerato, tutto era fermo ed ognuno ha potuto leggersi dentro: il tempo scorreva sotto il vivere sospesi degli umani (e dei piloti…).
Leggersi dentro, valutarsi come normalmente non si riesce a fare, pesare le proprie decisioni ed avere di nuovo coraggio: ci vuole coraggio negli abbandoni e ce ne vuole di nuovo per tornare sui propri passi.
Marco Melandri, fresco di ritiro alla fine della stagione 2019, ci ripensa e salta su di nuovo ad una sella, impugna i mezzi manubri e si ributta nella mischia. La sella ed i mezzi manubri ci interessano perché sono quelli della Ducati Panigale V4R del Team Barni, orfana di Leon Camier, impossibilitato a proseguire la stagione.
Marco ha corso a Jerez, dopo aver provato quasi per niente, scoprendosi di nuovo combattivo e raccogliendo dei piazzamenti che fanno ben sperare per il futuro.
Ma come è andata? Che cosa lo ha convinto a tornare sui suoi passi? Nessuno meglio di lui ce lo può raccontare, quindi lasciamogli la parola: “E’ stato un insieme di cose, – inizia Marco – quest’inverno fui chiamato da Barni per i test invernali di Jerez e Portimao, perché Camier non stava bene. Gli risposi con un no secco perché la cosa non mi interessava: ero in un momento nel quale avevo bisogno di staccare la spina.” Il pilota di Ravenna si mette dunque in cerca di altri stimoli: “Mi ero appassionato di bici elettriche, volevo fare le gare di Enduro quest’anno e ne ho fatte un paio a Febbraio, poi a Marzo è successo quello che è successo e ci siamo trovati tutti lì in casa. Ho continuato ad allenarmi, ho fatto ore sui rulli, tanta palestra… mi piaceva, e diciamo che ho ricaricato le pile, stavo bene ed ero in forma, ma ancora non avevo pensato minimamente alla possibilità di un rientro. Poi, circa un mese fa, hanno cancellato tutte le gare in bici, e per me l’adrenalina della competizione è fondamentale. Nello stesso tempo, il mio manager Alberto Vergani, che da una mano anche a Sandro Cortese, si è sentito con Barni, perché Camier non stava bene. Vergani quindi mi ha solo girato lo scambio di messaggi tra loro, senza commentare e chiedermi nulla.”
Marco legge questi messaggi dopo aver trascorso una giornata particolare: “Vidi i messaggi tornando a casa la sera, dopo essere stato a girare nella piccola pista di Castelletto di Branduzzo, dove ero andato più che altro ad accompagnare gli amici, per divertimento, Io non andavo in moto da Ottobre. Sono andato piano ed ho fatto pochi giri spingendo, però mi sono divertito un sacco, poi, come dicevo, sono arrivato a casa ed ho trovato quello scambio di messaggi…” Ed ecco il punto cruciale della storia: “A quel punto mi si è accesa la lampadina, ho iniziato a guadare il calendario, ho visto che erano solo sei gare, in Europa, e quindi ho pensato di azzardare. Avevo preso un impegno con DAZN, per commentare la MotoGP, ed ho visto che le gare concomitanti sarebbero state solo due. Ho chiesto se per loro sarebbe stato un problema se mi fossi assentato e mi hanno risposto di no… così, da un giorno all’altro, – prosegue sorridendo – ho preso la decisione, senza nemmeno pensarci! Non mi sono consigliato con nessuno. A parte Vergani, solo con me stesso!”
C’è da chiedersi come è stato l’impatto della notizia del ritorno alle gare in famiglia… “Mia moglie lascia sempre che sia io a decidere, gliene ho parlato, dicendole che stavo valutando questa cosa e lei pensava che scherzassi… poi, dopo un po’, realizzando che ero serio, mi fa: lo sapevo, lo sapevo!”- e si mette a ridere.
Quindi si riparte, con il piccolo e combattivo Team Barni Racing. L’impressione che traspare dall’attività del Team Barni sui social (dai quali ormai non si può prescindere) è che Melandri si sia venuto a trovare in un ambiente dove lo si coccola in maniera smisurata: “E’ veramente così, – ammette senza esitazione – il Team Barni è una squadra piccola dove si lavora come in una ufficiale. Sono davvero appassionati, determinati, metodici… Barni è tornato a casa domenica sera da Jerez per fare dei lavori sulla moto che abbiamo ritenuto fossero necessari per la gara in Portogallo e ritornerà giovedì con alcuni pezzi modificati, quindi questo ti fa capire la voglia che hanno di fare risultati e la cosa bella è che è reciproca.”
Il periodo di assenza di Marco Melandri si è sovrapposto, forzatamente, a quello degli altri piloti, prima che si cominciasse di nuovo a gareggiare, chiediamo quindi a Marco come è stato il rientro e con quali differenze fra lui e gli altri: “E’ stato bello! E’ stato bello perché ti dico che sono tornato, dopo un 2019 difficile, con la voglia di fare bene e so che la V4 e il Team Barni possono accompagnarmi verso risultati interessanti. E’ vero che il lock down è stato lungo, però gli altri sono andati in moto per tutto l’inverno, hanno fatto una gara a Febbraio, hanno fatto quattro giorni di test privati… Io sono arrivato a Jerez con due ore di sella, perché abbiamo fatto una giornata nella quale solo due ore ho potuto girare da solo: il resto sono stato in mezzo agli “stradali” e non è che puoi fare granché, puoi solo cercare di capire qualcosa della moto.”
Adesso però, dopo una gara, ci potremmo anche chiedere, avendo Marco Melandri guidato sia la V2 che la V4, quali possano essere le differenze tra le due Ducati Panigale: “Il motore è un passo in avanti incredibile – non si fa attendere la risposta del pilota – oltre alla potenza ha anche un utilizzo veramente esagerato, cosa che era il limite più grande della bicilindrica. Per le caratteristiche di guida, premettendo che ho bisogno di fare ancora dei chilometri, per certi versi sono molto simili e per altri molto diverse. Questa sembra una moto molto più precisa, più stabile.”
Concludiamo chiedendo una valutuzione sulla gara di Jerez: i risultati sono stati lo specchio delle aspettative immaginate? “Più o meno sono stati in linea con quello che mi aspettavo, perché non potevo pretendere troppo, oltre al fatto che il livello è molto alto: adesso, in un secondo trovi 14/15 piloti. Per me la qualifica è stata difficilissima. Abbiamo anche avuto un piccolo problema con i freni, ma comunque non sarei stato molto più veloce. Il passo gara invece per me è stato buono. la cosa positiva è stata che abbiamo capito quale è stata la mia più grande difficoltà per essere più veloce, e quindi Barni è tornato in Italia a cercare di sistemare le cose per la gara di domenica prossima in Portogallo. Sono sicuro che, nel giro di un paio di gare, potremo crescere parecchio.”
Noi la prendiamo come una promessa e vogliamo vederlo a dare battaglia là davanti.
SBK a Jerez: avanti tutta!
A Jerez de la Frontera, seconda tappa del campionato SBK, si ri-accende lo spettacolo con Ducati protagonista. Doppietta di Redding e secondo posto in gara 2 per Davies.
Vi spiego la Panigale V4 R
In quanti modi può essere preparata una Panigale V4 R? Lo chiediamo a Marco Barnabò, team principal del Barni Racing Team.