Dall’alto del castello dello Spielberg, prigione asburgica anche per Silvio Pellico, la vista panoramica si estende sull’antica ma modernissima città di Brno, immersa nella verde Moravia, con a est i luoghi della Napoleonica battaglia di Austerlitz e a ovest il Brno Automotodrom Masaryk Circuit, noto per altre più moderne e spettacolari battaglie.
L’attuale struttura dei box è la sola parte rimasta dell’originale percorso stradale degli anni Venti che ne costituiva il tracciato; la trasformazione del 1987 portò la ventina di chilometri agli attuali 5400 metri.
Il Motomondiale si corre dal 1965 ed è ormai tappa irrinunciabile per gli appassionati motociclisti dell’Europa dell’Est, che quest’anno sono stati quasi 200 mila.
Già dal soleggiato sabato, ancora una volta, ho assistito al debutto di innovazioni uniche ed esclusive sulle Ducati, in questo caso dedicate alla moto di Jorge Lorenzo, caratterizzata da linee aerodinamiche assolutamente inedite.
Ho anche assistito alla preparazione delle due Desmosedici biposto MotoX2 e dei temerari passeggeri, portati in pista da Randy Mamola e Franco Battaini.
L’instabilità meteo ha caratterizzato la domenica, la pioggia ha accompagnato le gare di Moto3 e Moto2, fino alla dichiarazione di wet race anche per la gara della Moto GP, dando il via alla procedura del cambio moto flag to flag scombinando ogni pronostico.
Lasciato il paddock, ho guardato la gara dall’alto del settore “C”, noto come “Stadion” per la teatrale conformazione dei naturali pendii a prato che avvolgono il saliscendi del tracciato nello snodarsi di oltre cinque curve, ognuna con almeno uno schermo gigante rivolto al pubblico.
Le naturali tribune, animate da fans club con i loro fumi colorati, bandiere e striscioni, sono contornate da stand gastronomici delle innumerevoli birre ceche, punti ristoro di specialità locali, tipico gulasch compreso, gazebo di merchandising motociclistico di ogni pilota e marchio, enti di promozione turistica e show-bike presentate da bellezze locali, che qui non passano mai inosservate.
L’evento è stato annunciato da evoluzioni e più passaggi radenti di una coppia di tuonanti aerei militari Eurofigther Thyphoon, che hanno sorvolato tutto il circuito, moto schierate in griglia comprese.
La partenza a razzo di Jorge Lorenzo lasciava ben sperare, ma è stata l’imprevedibilità dell’asciugarsi della pista e dei cambi moto a determinare i risultati finali. Andrea Dovizioso ha così terminato al sesto posto raggiungendo comunque la velocità massima raggiunta, con ben 313 chilometri orari!
Prima di lasciare il circuito sotto la pioggia battente, ho salutato il pilota di casa Karel Abraham che, con mio grande piacere, mi ha regalato la sua slider autografata staccandola dalla tuta.