L’isola di Shikoku è un vero e proprio paradiso dei motociclisti. Il clima è ideale, la costa è bellissima e la regione interna è montuosa, pertanto vi si possono trovare tante belle strade. Si può andare in moto quasi tutto l’anno. Recentemente, inoltre, i motociclisti di altre regioni possono arrivarci grazie al ponte che collega le isole.
Il Signor Niomi Morizuka è nato e cresciuto vicino a Takamatsu. Ha vissuto tutta la vita in questo posto. Le sue compagne inseparabili sono una 900 SS e una MHR, entrambe del 1981. Normalmente, utilizza di più la 900 SS. Lo fa ormai da più di 20 anni e insieme a essa ha percorso più di 140.000 Km. Tuttora la moto va benissimo, ma la cosa più sorprendente è il fatto che la maggior parte di questi 140.000 Km Morizuka li ha percorsi all’estero. Più che un normale appassionato della Casa di Borgo Panigale, dunque, potremmo definirlo un romantico viaggiatore a due ruote. E’ sorridente e gentile, forse perché ha sempre vissuto in un posto bello e accogliente.
“Adesso, come si può vedere, ci sono tante case – spiega Morizuka parlando del luogo dove abita – ma quando ero ragazzo, qui, c’erano soltanto risaie e campi. Giocavo sempre intorno a casa mia… Lo spazio a disposizione era veramente poco, pertanto non c’era modo di fare, per così dire, delle grandi avventure!”
Poi arriva la patente per la moto: “Amavo la moto, però, quando ho preso la patente, non mi allontanavo mai più di tanto. Nella prima occasione in cui mi sono spinto un po’ più lontano sono arrivato fino a Matsuyama, ma, una volta là, ho preso una Coca-Cola e sono tornato subito a casa… Non facevo, insomma, del vero turismo in moto, all’epoca.”
Un giorno, però, Morizuka decide di compiere il primo viaggio sull’isola di Kyushu e da quel momento scopre il fascino della conoscenza di posti nuovi attraverso l’utilizzo della moto…
L’esperienza lo appassiona a tal punto che per lui diventa un istinto irresistibile. Subito dopo, infatti, progetta un viaggio in Europa con la sua 900 SS. Nel 1990 inizia la sua avventura: rimane sei mesi in viaggio per tutto il continente. Nel 1992, poi, compie un avventuroso pellegrinaggio in bicicletta sull’isola di Hokkaido.
Nel 1995, invece, decide di portarsi dietro anche sua figlia, che all’epoca frequentava ancora le scuole elementari, attraversando il Giappone da nord fino a Kyushu. Segue, poi, una vera e propria escalation che porta Morizuka a visitare l’America, la Nuova Zelanda e l’Australia, tanto che i luoghi che ha esplorato non si riescono neanche più a contare. La sua esistenza è planetaria, il viaggio è la sua ragione di vita.
Il modo di interpretare i suoi spostamenti è estremamente semplice: quando viaggia da solo dorme in campeggio, incontra altri motociclisti e fa subito amicizia. Il suo carattere è aperto e spontaneo, perciò le persone che conosce non possono fare a meno di dargli una mano. Così, riesce spesso a realizzare imprese ai limiti dell’impossibile con risorse davvero limitate. A vederlo dall’esterno, infatti, certe volte verrebbe da chiedersi: ma chi glielo fa fare? Lui, però, intanto si diverte e questa è l’unica cosa che conta…
Lo spirito di questo viaggiatore, sia in passato che adesso, è rimasto sempre lo stesso. Se Morizuka ha fatto un viaggio con la moto in un paese straniero, qualcuno lo ha sicuramente aiutato almeno una o due volte. In occasioni come quelle, tra i motociclisti si genera un sentimento di grande umanità. Morizuka ringrazia sempre il centauro dal quale riceve una mano e quest’ultimo presta soccorso volentieri al “collega” in panne, perché sa che, un giorno, se le parti si invertissero, l’altro gli restituirebbe il favore.
Ad ogni modo, il motivo per cui questo ducatista giapponese ama così tanto viaggiare, in realtà non è dovuto a una moto, bensì a una macchina.
Possiede, infatti, una Nissan Fairlady SR311 decappottabile. Si tratta di una vettura a due soli posti, con la quale ha effettuato il viaggio di nozze nell’isola di Hokkaido. Durante questo viaggio, Morizuka ha scoperto che prendere l’aria fresca sulla faccia è una delle sensazioni più belle al mondo.
“Ammiravo le Ducati sin da piccolo, ma purtroppo non erano alla mia portata – spiega – Un giorno, mentre guidavo la mia Nissan, mi ha sorpassato una 900 SS. Sono rimasto letteralmente fulminato! L’ho inseguita fino a Kotohira, vicino a Takamatsu, e, appena l’ho raggiunta, ho chiesto al proprietario di poterla vedere. Da quel momento, ho deciso che un giorno ne avrei acquistata una. Purtroppo, però, non mi è stato possibile reperirne un esemplare nuovo, pertanto mi sono messo alla ricerca di una moto usata, purché in ottime condizioni. L’ho trovata a Miyazaki, vicino Tokyo, e sono subito andato a comprarla. Così come mi era stata descritta, era davvero bellissima: sia esteticamente che a livello di meccanica non necessitava di alcun intervento. Ricordo che quando l’ho guidata per la prima volta ho provato un’emozione indescrivibile! E’ stato allora che mi è venuta voglia di andare a visitare il luogo esatto dove è nata questa moto e, da lì, è iniziata la mia idea di viaggiare, che poi si è allargata sempre di più…”
Così inizia l’avventura del Signor Morizuka. Il battesimo del fuoco arriva con un primo viaggio, quasi una sorta di prova generale, sull’isola di Kyushu. La sua compagna è, ovviamente, la 900 SS. Dopo questo test, Morizuka si convince di poter fare un viaggio fino in Europa, anche perché l’amore per la sua 900 SS cresce sempre di più e il desiderio di vedere Borgo Panigale non può più attendere.
Nel maggio del 1990 parte per questo viaggio. Mentre la moto è all’interno di una scatola di legno che attraversa l’oceano, lui è già arrivato in Europa per fare una sorta di sopralluogo, visto che, prima di allora, Morizuka non aveva mai fatto un viaggio all’estero!
Il tour inizia dalla Germania, ma comincia subito con un imprevisto: prima di partire dal Giappone, Morizuka si era costruito un grande bauletto in alluminio e, nonostante ne avesse provato e riprovato la resistenza, la piastra del bauletto si spezza.
“Ero disperato! Ricordo che ero in piedi sulla carreggiata. Mentre chiedevo aiuto, un motociclista si è fermato e mi ha dato una mano. Mi ha invitato a casa sua e ha saldato la piastra. Con questo rimedio, non solo ho potuto proseguire, ma sono riuscito ad arrivare fino al termine del mio lungo viaggio senza problemi.”
Dopo aver visitato la Germania, Morizuka San si è diretto verso nord, per vedere la “notte bianca” in Norvegia. Dalla Germania, attraversando l’Olanda e la Danimarca, è arrivato a Capo Nord. Poi è rientrato in Germania e, passando da Austria e Svizzera, è arrivato, finalmente, in Italia. Prima che il viaggio finisse, comunque, è andato anche in Gran Bretagna e più precisamente all’Isola di Man, meta di ogni motociclista.
“Il mio punto di riferimento era la Germania, grazie alle persone gentili che vi ho conosciuto. Da lì sono andato anche in Spagna e perfino in Marocco. Tuttavia, appena sono arrivato in Marocco, mi hanno rubato il casco e ho preferito ritornare in Europa…”
Appena arriva in Italia, Morizuka va a Borgo Panigale, perché vuole conoscere l’Ingegner Taglioni, il papà della sua Ducati. Cerca, dunque, il suo indirizzo mentre si trova ancora in Germania, ma non riesce a trovare il numero civico. Sceso dalla moto, mentre cammina per la strada e cerca il nome sul campanello, gli si avvicina un signore. Allora pensa: “Chiedo a lui!”
Ironia della sorte, gli si era avvicinato proprio l’Ingegner Fabio Taglioni in persona, che era in pausa pranzo e stava tornando a casa.
Quando Taglioni vede la 900 SS con il grande bauletto posteriore e il motociclista dagli occhi a mandorla, rimane molto sorpreso. Lo ringrazia per essere venuto da così lontano e lo invita subito a pranzo. Da lì nasce un’amicizia sincera, tanto che ogni anno il Signor Morizuka riceverà gli auguri di Natale da parte dell’Ingegnere, fino alla morte di quest’ultimo.
Alla fine del viaggio, Morizuka torna ad Amburgo. Mentre prepara la moto per spedirla in Giappone, non riesce a trattenere le lacrime. Capisce che la sua moto è diventata una compagna inseparabile e non vuole lasciarla, anche se sa che la ritroverà una volta tornato a casa.
Si rende conto che la meccanica non ha sentimenti, ma percepisce che una moto come la Ducati trasmette tante sensazioni, come se fosse viva. Forse perché le persone che hanno creato la Ducati vi hanno dedicato anima e corpo. Da quando è tornato in Giappone, il Signor Morizuka continua a viaggiare, perché ormai si è innamorato di questo stile di vita.
“Sono un amante delle moto e delle biciclette, ma anche del viaggio in automobile. Il mio sogno attuale è quello di viaggiare con mia moglie a bordo di un camper. Grazie a lei e alla sua pazienza, sono riuscito a visitare tanti posti. Adesso voglio restituirle qualcosa per la solitudine e i sacrifici che ha dovuto patire durante la mia assenza. Prima, però, voglio visitare ancora altri luoghi in moto, quindi dovrà aspettare ancora un po’…”
Il Signor Morizuka sorride: è convinto di aver fatto tutti i viaggi che desiderava. La sua 900 SS è pressoché di serie, senza particolari modifiche dunque.
A lui piace effettuare la manutenzione personalmente ed è molto bravo nel prendersi cura della sua moto, visto che, nonostante i molti chilometri, essa sembra ancora quasi nuova e che anche dal punto di vista meccanico è impeccabile.
“I carburatori sono dei Dell’Orto da 32 mm senza pompetta di ripresa. Il motore è pressoché intatto… Ho percorso quasi 150.000 Km, ma devo dire che non ho avuto grossi problemi. Faccio la manutenzione da solo. Secondo me, se la mantengo in condizioni meccaniche ottimali, riuscirò sempre a essere soddisfatto della mia moto e a divertirmi con essa. Voglio guidare la 900 SS così come l’aveva pensata l’Ingegner Taglioni.”
Per gentile concessione di Ducati Magazine
Traduzione di Noriki Aizawa
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