Gabriele Del Torchio ha da poco festeggiato il primo anno da Amministratore Delegato di Ducati Motor Holding. Con lui abbiamo avuto modo di parlare di questo primo periodo e ne è venuta fuori una conversazione piacevole, nella quale ha accettato di percorrere il cammino che lo ha portato a varcare i cancelli della fabbrica di via Cavalieri Ducati: “Arrivare in Ducati è stata un’esperienza davvero travolgente.”
Con questa frase, Del Torchio inizia a raccontare la sua avventura con un entusiasmo che traspare fin dalle prime parole e che non ci aspetteremmo da lui che certamente non è nuovo a esperienze manageriali fatte di sfide ad alto livello, di grandi soddisfazioni professionali, di successi aziendali.
“Tante vite, tante esperienze – conferma – tutte giocate sul tema delle prestazioni e della velocità. Prestazioni e velocità: prima delle macchine movimento terra, dove la forza, le prestazioni e la tecnologia erano importanti e poi via, fino alle barche. Per quest’ultime, in particolare per quelle del gruppo Ferretti, la velocità era davvero l’elemento distintivo: barche da 55 nodi, espressione del made in Italy.”
Non si fa pregare, il nostro interlocutore, nel renderci partecipi delle sue esperienze, dalle quali prenderà vita un’immagine della Ducati come azienda che può vantare caratteristiche uniche nel mondo.
Le esperienze professionali di Del Torchio sono pervase da alcuni di quei valori che poi troverà a Borgo Panigale: “Quindi Ferretti, – prosegue nel racconto – campione di sportività, di stile e ambasciatore del made in Italy. Sono cose che certamente ritrovo all’interno di Ducati, con un elemento in più: le barche sono un sogno, ma sono un sogno per pochi. Le moto sono lo stesso un sogno, ma che molti possono realizzare. Poi qua c’è davvero la passione. La passione, il senso di appartenenza, il grande entusiasmo che non trovi da nessuna altra parte.”
Abbiamo chiesto all’Amministratore Delegato come ha trovato la Ducati, una volta che ha avuto modo di conoscerla in tutti i suoi aspetti. “Innanzitutto, ho trovato un’azienda nella quale lo spirito di gruppo, il team work, il fatto di lavorare insieme, non è un concetto vuoto, ma un valore vero e molto sentito. Si percepisce dappertutto.”
La spiegazione di questo è da ritrovarsi nel DNA sportivo della Ducati: “Io trovo che, probabilmente, quello che fa la differenza, oltre a essere la lunga tradizione Ducati, sia il fatto di avere scelto, molti anni fa, di fare le gare sportive. La competizione insegna molte cose. Insegna a stare insieme e insegna che per vincere è importante l’eccellenza del singolo, ma che ancora più importante è l’eccellenza del gruppo.”
Quindi Del Torchio scende nei particolari per affermare meglio il concetto: “Vinciamo le gare perché abbiamo dei tecnici bravissimi. Penso a Filippo Preziosi, Claudio Domenicali e a tutto il loro gruppo. Vinciamo le gare perché abbiamo un campione come Casey Stoner. Avevamo un campione come Loris Capirossi e facciamo tanti auguri a Marco Melandri perché si riprenda e ritrovi forza e fiducia in se stesso. Però, oltre ai campioni, all’eccellenza degli individui, è fondamentale il gruppo. Tutti ci credono e tutti vanno nella stessa direzione. E’ questo che vedi in azienda: vedi con quanto amore e quanta gioia tutti fanno il loro lavoro, come seguono le gare e l’evoluzione dell’azienda. Devo dire, avendo ormai i capelli bianchi e alle spalle molti anni di carriera manageriale, che questa è la prima volta che mi trovo in un contesto in cui coesistono tre cose che fanno della Ducati un’azienda unica: l’intelligenza, il buon gusto e la passione. Questo mi ha colpito fin dal primo giorno.”
Intelligenza, stile e passione sono i punti sui quali la più alta carica della Ducati si vuole giustamente soffermare.“L’intelligenza è la capacità di progettare, la tecnica. Lo stile è il buon gusto, la capacità di disegnare delle moto belle, gradevoli. Voglio ricordare la 1098, la moto più bella del mondo, premiata da tutte le giurie. Voglio anche ricordare quanto entusiasmo stia suscitando il nuovo Monster per le sue linee: il compito non era facile, perché bisognava reinventare qualcosa che era davvero un classico in casa nostra. Poi la passione: il cuore, il fatto di credere fermamente in quello che si fa. Questo sia dentro che fuori dall’azienda: questa è un’altra cosa molto bella, che rende la Ducati ancora più unica. Mi riferisco al fatto di avere quarantamila visitatori all’anno, quarantamila persone che arrivano da tutte le parti del mondo, che vengono in questa sorta di pellegrinaggio, visitano l’azienda e ne escono entusiasti. Queste sono cose che pochissime case costruttrici possono vantare. Non a caso il marchio Ducati è riconosciuto a livello mondiale come uno dei più prestigiosi. Naturalmente questo non deve farci pensare di essere arrivati, bisogna continuare a combattere, ma credo che siamo sulla strada giusta.”
Interessante, a questo punto, è sapere quali impressioni aveva Gabriele Del Torchio di Ducati prima di farne parte.
“La conoscevo già, perché con Ferretti avevamo alcune cose in comune. In particolare, dei masters di formazione presso l’Università di Bologna. Poi, la vedevo da tifoso italiano, da appassionato di moto, devo dire con grande interesse. Conclusa la fase di creazione di valore, di crescita e di sviluppo della Ferretti, abbiamo venduto l’azienda a un importante fondo d’investimento inglese. A quel punto, il mio dilemma era se continuare o fare dell’altro. Proprio in quei giorni Investindustrial e quindi la famiglia Bonomi, mi ha proposto questo incarico: come fare a dire di no?”
Così, per Del Torchio, poco più di un anno fa, si è aperta una fase importante: “Adesso mi sento fortunato, perché trovo che questa esperienza, proprio per quelle caratteristiche che ho detto prima, completi il mio percorso, non soltanto dal punto di vista professionale, ma anche dal punto di vista umano: qui ho rapporti molto intensi con le persone. Basta pensare che mi è capitato, al mare in Sicilia, di fare amicizia con un ragazzo, ducatista, che era ospite nel mio stesso albergo, solo perché portavo addosso una maglietta della Ducati. Episodi come questi capitano tutti i giorni e dappertutto. Il senso di appartenenza è una cosa davvero fantastica!”
Un anno è la scadenza giusta perché un amministratore delegato possa anche azzardare un bilancio.
“Devo dire che si è trattato di un anno molto importante. Ovviamente, per i risultati che abbiamo raggiunto. La vittoria nel campionato del mondo, le vendite, il conto economico dell’azienda. Tutte cose assolutamente di grande rilievo.”
Parlare di bilanci offre il naturale spunto per parlare anche del futuro: “E’ stato un anno importante – ripete Del Torchio – anche perché abbiamo gettato le basi di un ulteriore rafforzamento futuro. L’organizzazione è stata resa ancora più solida, più forte, più motivata. Abbiamo portato alcune persone dall’esterno con una forte vocazione motociclistica. Ci aiuteranno a percorrere la nostra strada anche nei prossimi anni. Abbiamo confermato, in termini molto chiari, quale debba essere l’obiettivo per l’azienda, una mission semplice e assolutamente coerente con il nostro passato: essere dei produttori leader di segmento e per questo non saremo mai dei produttori di massa. Vogliamo fare moto sportive molto distintive per performance e caratteristiche, puntare molto sull’Italian style e derivare dall’esperienza delle competizioni una serie di stimoli che possano essere trasferiti nella produzione di serie, dando sempre quella marcia in più ai ducatisti. Non ai clienti, noi non ne abbiamo. – vuole precisare – Quando qualcuno entra nella famiglia Ducati comprandosi una moto, per noi è un amico e un ducatista!”
Un anno vissuto anche con i ragazzi della porta accanto: ci riferiamo agli uomini e alle donne di Ducati Corse.
Come si è confrontato con loro Del Torchio? “In maniera assolutamente cordiale e cooperativa, anche perché ricopro anche la carica di presidente di Ducati Corse e quindi le decisioni vengono prese insieme. Io, naturalmente, ho grande rispetto per la loro esperienza, per le loro capacità e per le loro intuizioni. Hanno saputo lavorare talmente bene che va semplicemente assecondato quello che di positivo è stato realizzato fino ad ora. Questo vale con i ragazzi di Ducati Corse come con tutti gli altri. Non c’è grande distinzione: il rapporto è di amicizia, di vicinanza e di grande stima che penso sia reciproca.”
Dinamico, cordiale, uno che non si fa pregare per scambiare quattro chiacchiere da appassionato ad appassionato: questo è Gabriele Del Torchio.
Un ducatista e quindi, anche per noi, un amico