Possedere una Ducati rappresenta un sogno per molti, un bellissimo desiderio che può richiedere tanti sacrifici economici per essere esaudito, soprattutto se si tratta di uno dei modelli di punta della gamma Ducati. Del resto, la passione è talmente forte che tutti noi siamo disposti a fare qualche piccolo o grande sacrificio, visto che poi è ripagato dalla gioia di guidare una moto che dà tante bellissime sensazioni.
Così è successo anche ad Antonio, che rimase letteralmente folgorato quando vide per la prima volta la 1199.
Decise che quella doveva essere la sua moto e, visto che le sue possibilità economiche all’epoca non gli permettevano di acquistarla subito, cominciò una lunga serie di risparmi: finalmente, dopo due anni, riuscì a realizzare il suo sogno.
Quando però partecipò a un evento motociclistico si accorse che, come la sua, di 1199 ce n’erano tante altre e questo un po’ lo deluse, perché voleva una moto che fosse solo sua, unica.
Successe poi che, dopo qualche mese, Ducati propose sul mercato la nuova versione di supersportiva, la 1299; gli fu proposto di fare il passaggio al modello nuovo, ma il cuore batteva troppo forte per quella moto che aveva con tanta fatica portato a casa.
Antonio decise così di realizzare la “sua 1199”, una moto che avrebbe creato da solo, pur con il fondamentale aiuto del suo carissimo amico Roberto.
Da qui è nato un lungo lavoro che ha stravolto completamente la moto: partendo dal motore, ecco che arriva un volano alleggerito della Ducati Performance, lo scarico completo in titanio invece è opera della FM Projects, mentre i filtri aria sono quelli versione racing della BMC.
L’opera di elaborazione continua con la rimozione delle sonde lambda, del sistema di recupero dei vapori dalle teste e con la nuova taratura del ride-by-wire: a tutto ciò, ovviamente, ha fatto seguito la ricalibrazione della centralina per accordare le varie modifiche e regalare quella giusta dose di cavalleria che serviva senz’altro per completare l’opera! Antonio nella sua realizzazione si è poi particolarmente concentrato sull’alleggerimento, impiegando una batteria al litio della Magneti Marelli e sostituendo completamente le carene con altre in fibra in carbonio: nello stesso materiale sono anche serbatoio, parafanghi e tanti altri particolari. Il codone poi è stato completato con una sella racing antiscivolo e con un faro posteriore fumè, mentre all’anteriore abbiamo luci full led.
Non solo leggerezza, però, ma anche guidabilità e potenza frenante: la forcella è stata modificata internamente utilizzando la cartuccia K 911 di Mupo (caratterizzata da un sistema che consente di variare la costante elastica delle molle senza doverle cambiare), così come della stessa azienda è il mono posteriore, l’AB1 Evo; sopra la piastra di sterzo fa bella mostra di sé un ammortizzatore di sterzo della Matris, completamente regolabile. Sempre nell’ottica della leggerezza e della maneggevolezza, ecco che i cerchi originali sono sostituiti da due unità in alluminio forgiato, le OZ Piega R.
La pompa freno e frizione sono radiali e ricavate dal pieno, prodotte dalla Performance Technology, su cui agiscono leve snodate antirottura; i dischi freno sono i Brembo Supersport la cui caratteristica principale è quella di avere uno spessore di 5,5 mm, superiore rispetto a quelli di serie a cui si sostituiscono senza alcuna modifica.
Insomma, Antonio ha messo a punto una moto più potente e leggera dell’originale, con importanti modifiche sulla ciclistica, ora senz’altro di qualità ed efficienza superiore. Una scelta interessante la sua: piuttosto che seguire i nuovi modelli, ha preferito investire per migliorare la sua moto, per renderla più performante, più guidabile, ma anche sicuramente più sua.