A guardarla oggi non lo si direbbe proprio, eppure sono passati ben 25 anni da quando la Ducati 916 arrivò sulla scena mondiale, cambiando per sempre i riferimenti nel mondo delle moto supersportive: improvvisamente, in quel lontano 1994, le altre moto di quel segmento apparirono datate, come provenienti da un mondo lontano, non più attuale.
Le sue linee pulite ed essenziali, non derivanti da chissà quale studio stilistico, ma semplicemente frutto della ricerca della massima funzionalità, così come le tantissime innovazioni tecniche, la resero in un istante un’icona del motociclismo moderno. Una moto senza compromessi, studiata con un solo obiettivo nella testa: andare forte, aggredire le curve, arrivare prima al traguardo in qualsiasi tipo di gara la si volesse coinvolgere.
In superbike 8 titoli costruttori e 6 titoli piloti
Una missione perfettamente riuscita, se pensiamo come la 916 non sia stata solo una moto meravigliosa e di grande successo commerciale, ma anche incredibilmente vincente nel mondiale Superbike; infatti, si impose fin dalla gara di esordio, arrivando a vincere, nelle sue varie declinazioni, ben 120 gare, 8 titoli costruttori e 6 titoli piloti.
Ben quattro di questi con in sella Carl Fogarty, senza dubbio il suo miglior interprete, sia con la 916 che con la 996, tanto da rappresentare ancora oggi l’accoppiata di maggior successo in assoluto nella storia della Ducati in SBK.
“In sella alla Ducati 916 – ha dichiarato King Carl in occasione della presentazione della moto – ho vissuto momenti bellissimi e indimenticabili e sono state scritte pagine importanti della mia storia personale così come del Campionato Mondiale Superbike. Aver giocato un ruolo da protagonista è per me motivo di grande orgoglio“.
La famiglia della 916 fu anche un ottimo successo commerciale, come testimoniano le 45.000 unità prodotte, fra la prima e le successive versioni 996 e 998, dal 1994 fino al 2004: insieme al Monster, la 916 è stata la moto più importante nella storia recente di Ducati.
Come la 916 rappresenti un capitolo fondamentale nella storia delle Ducati sportive lo testimonia poi anche la vicenda della moto che ne doveva cancellare e sostituire la presenza nell’immaginario dei motociclisti, ovvero la 999: pochi anni di servizio, poi a Borgo Panigale dovettero fare una decisa marcia indietro con una moto, la 1098, direttamente ispirata alle forme e alla tecnica della 916 di Tamburini.
Con queste premesse, è ovvio che Ducati abbia fatto bene a celebrare questo importante anniversario con una versione speciale della Panigale V4, denominata appunto 25° Anniversario 916; una moto speciale, realizzata in edizione limitata e numerata di 500 unità, dedicata a tutti gli appassionati che, con questa versione, vogliono rivivere in parte lo spirito della 916.
Attenzione però: non sarà disponibile la numero 5, numero che Carlin Dunne, il pilota Ducati recentemente scomparso durante la Pikes Peak, usava in gara. Questo esemplare, infatti, verrà venduto all’asta e il ricavato sarà destinato alla raccolta fondi per offrire supporto alla madre dello sfortunato pilota statunitense.
SBK a Jerez: avanti tutta!
A Jerez de la Frontera, seconda tappa del campionato SBK, si ri-accende lo spettacolo con Ducati protagonista. Doppietta di Redding e secondo posto in gara 2 per Davies.
Ducati Panigale V4 25° Anniversario: intervista a Carl Fogarty [VIDEO]
“King” Carl Fogarty scopre la nuova Panigale V4 25° Anniversario 916 a Borgo Panigale
La Panigale V4 25° Anniversario 916 in un colpo d’occhio
Colorazioni
Livrea “25° Anniversario 916”
Principali dotazioni
Testa di sterzo in alluminio ricavato dal pieno con numero progressivo (xxx/500)
Telaio “Front Frame” con specifiche Ducati Corse
Sella pilota bi-colore
Cerchi forgiati in magnesio Marchesini Racing
Frizione a secco
Silenziatore omologato Akrapovič in titanio
Ducati Traction Control EVO 2 (DTC EVO 2)
Ducati Quick Shift up/down EVO 2 (DQS EVO 2)
Plexiglas racing
Parafango anteriore in fibra di carbonio
Parafango posteriore in fibra di carbonio
Paratacchi in carbonio
Cover forcellone in fibra di carbonio e titanio
Manopole racing
Pedane pilota regolabili in alluminio ricavato dal pieno
Leve freno e frizione ripiegabili in alluminio ricavato dal pieno
Protezione leva freno (a corredo)
Kit Ducati Data Analyser+ (DDA+) con modulo GPS (a corredo)
Cover frizione aperto in carbonio (a corredo)
Telo copri moto con personalizzazione
“25° Anniversario 916” (a corredo)
Tappo serbatoio racing in alluminio ricavato dal pieno (a corredo)
Cover rimozione porta targa (a corredo)
Cover fori specchi in alluminio ricavato dal pieno (a corredo)
Adesivi logo “Shell” e “Foggy” (a corredo)
Prezzo
Euro 41.900
La Anniversario è basata sulla meccanica della Panigale V4 S, arricchita di contenuti tecnici racing derivati dalla Panigale V4 R, come il telaio Front Frame disegnato su specifiche Ducati Corse, la frizione a secco, i controlli elettronici ancora più specifici per l’uso pista come il Ducati Quick Shift up/down Evo 2 ottimizzato per le cambiate ad alti carichi e il Ducati Traction Control Evo 2 con strategia “predittiva”.
Esteticamente si distingue per la livrea dedicata che rimanda alla Ducati 996 SBK vincitrice del Campionato World Superbike 1999, a cui sono abbinati i leggeri cerchi forgiati in magnesio Marchesini Racing, lo scarico omologato Akrapovic in titanio e la ricca lista di componenti in carbonio e in alluminio ricavato dal pieno. Per soddisfare i collezionisti più esigenti, la moto è corredata del certificato autenticità, che riporta l’abbinamento tra il numero progressivo marcato laser sulla testa di sterzo, con il numero di telaio e quello del motore.
La grafica di questa versione speciale, nata dalla ormai storica collaborazione tra Drudi Performance e il Centro Stile Ducati, è su base Ducati Red e si contraddistingue per le tabelle porta numero del frontale e delle carene, su cui campeggia il numero 1 del Campione del Mondo.
La parte inferiore del serbatoio è caratterizzata dalla fascia di colore nero che si estende al telaio e agli estrattori delle carene laterali; l’insieme accentua il dinamismo della vista laterale e ricorda i fianchetti dell’air-box in carbonio della 996 SBK.
Il colore nero lo ritroviamo anche sulle carene inferiori e negli alloggiamenti del proiettore, rendendo le due prese d’aria anteriori visivamente più ampie.
La sella pilota presenta la stessa combinazione di colore della moto, con una separazione netta tra il nero e il rosso che si estende al tampone posteriore.
A corredo della moto sono disponibili gli adesivi che riproducono il logo Shell e quello di Foggy, da applicare rispettivamente sulle carene laterali e alla base del plexiglas, nel caso si volesse rafforzare il legame visivo con la 996 SBK di Carl Fogarty.
King Carl
La storia di Carl Fogarty in sella alla Ducati ha inizio nel 1992. E’ l’importatore Cinelli a strapparlo alla Honda affidandogli una 888. Carl è già famoso, salito alla ribalta grazie agli echi delle sue imprese sui circuiti stradali. Figlio d’arte, Carl disputa la prima gara nel 1983. Nel 1989 si impone per la prima volta sull’Isola di Man, nella gara riservata alle Sport Production, mentre nel 1990, sempre in sella alla Honda, si impone nel Senior TT.
Carl fa la sua prima apparizione nel Mondiale Superbike del 1989, ma è solo nel 1992 che vi gareggia per la prima volta in sella a una Ducati, quando Foggy, così è conosciuto dai suoi fan, vince per la prima volta a Donington, giungendo poi, a fine campionato, al quarto posto assoluto in classifica, dietro i compagni di marca Polen e Roche e dietro alla Kawasaki di Phillis. Ovvio che Ducati non si lasci sfuggire l’occasione, tant’è che l’anno dopo fa parte della squadra ufficiale, ottenendo un ottimo secondo posto finale, battuto solo da Scott Russell e dalla sua Kawasaki: da sottolineare però che gareggia ancora con la 888, mentre per la stagione successiva, nel 1994, arriva la più bella del reame, la 916.
Il feeling fra i due è immediato e il titolo non gli scappa, anche se in un contesto molto difficile: infatti, Ducati si deve privare di Falappa, vittima di un terribile incidente nelle prove private ad Albacete, mentre Russell e la sua Kawasaki sono sempre più consistenti ed efficaci. Ma King Carl ormai è un pilota conscio delle proprie possibilità, forte di carattere ed esperto: il film così si ripete anche nel 1995, vincendo 13 volte e relegando il secondo, il compagno di marca Troy Corser, a 139 punti di distacco.
Forse Foggy pensa che sia tutto troppo facile per un combattente come lui, così decide a sorpresa di tornare con la Honda: ma sarà una stagione deludente, così che nel 1997 decide di tornare in Ducati, ma non può niente contro l’abilità di John Kocinski e della sua Honda.
Per la stagione 1998, Ducati prepara un tridente di prime punte: nel team gestito da Virginio Ferrari ci sono Pierfrancesco Chili e Troy Corser, mentre Fogarty è nella squadra Ducati Performance, diretta da Davide Tardozzi; sarà proprio lui a conquistare il titolo, il suo terzo in carriera, combattendo fino all’ultima gara con Corser e Slight.
Nel 1999 nasce Ducati Corse, con Corser e Fogarty come piloti. Per l’inglese si tratterà di una stagione caratterizzata dal dominio a mani basse: la quarta corona di re della Superbike cinge la fronte di Carl, il pilota Ducati più vittorioso della storia di questo campionato. Nulla lasciava trapelare che la serie si sarebbe interrotta lì, con il rovinoso incidente dell’aprile 2000, sul circuito di Phillip Island.
Ci vorrà un po’ di tempo per capire che Carl Fogarty non sarà più in grado di guidare una moto in gara, tant’è che Ducati Corse, a stagione iniziata, trova il jolly che mancava: Troy Bayliss.
Ma come Foggy, per Ducati, non ci sarà più nessuno: in sella alle Ducati 916 SBK e 996 SBK ha conquistato 43 delle 55 gare vinte complessivamente con la Casa bolognese.
Sul fronte tecnico, da sottolineare come questa versione utilizzi il Desmosedici Stradale di 1103 cc: un quattro cilindri a V con distribuzione desmodromica di derivazione MotoGP, unico nel suo genere per l’albero motore controrotante e l’ordine degli scoppi denominato Twin Pulse.
Il motore è capace di erogare una potenza di 214 CV a 13.000 giri/minuto, e una coppia di 12,6 Kgm a 10.000 giri/minuto, con un’erogazione che lo rende fruibile anche nell’impiego stradale.
L’adozione del silenziatore omologato Akrapovic in titanio dà poi un deciso tocco racing, com’è giusto che sia per una versione celebrativa ed esclusiva.
In questo senso, importante la presenza della frizione a secco Stm Evo-Sbk, realizzata in alluminio ricavato dal pieno: rispetto alla frizione a bagno d’olio, nell’utilizzo estremo della moto in pista, questa soluzione garantisce una più efficace funzione anti-saltellamento, anche nelle scalate più aggressive, e una maggiore fluidità in tutte le fasi di “off-throttle”, oltre alla possibilità di personalizzare il livello di freno motore meccanico, scegliendo una diversa molla secondaria tra quelle disponibili nel catalogo Ducati Performance.
La cover frizione aperta, realizzata in fibra di carbonio, inclusa nell’equipaggiamento a corredo, così come si usava fare ai tempi della Ducati 916, regala la classica sonorità metallica amata da tutti i Ducatisti. Tale caratteristica acustica si amplifica con il caratteristico sound del terminale Akrapovic, fra l’altro più leggero di 0,5 Kg rispetto a quello originale; una presenza notevole anche dal punto di vista estetico, considerati i fondelli realizzati in fibra di carbonio e le griglie a nido d’ape sulle uscite di scarico che rimandano direttamente al mondo della MotoGP.
Come detto, la Panigale V4 25° Anniversario 916 impiega il telaio Front Frame, che sfrutta il motore Desmosedici Stradale come elemento strutturale, quindi la stessa soluzione della Panigale V4 R, che si differenzia per gli alleggerimenti sulle fiancate realizzati con lavorazione meccanica in modo di ridurne ulteriormente il peso e di raggiungere i target di rigidezza richiesti da Ducati Corse.
Il telaio è abbinato alla forcella Öhlins NIX-30, ammortizzatore posteriore Öhlins TTX36 e ammortizzatore di sterzo sempre Öhlins gestiti dal sistema di controllo Öhlins Smart EC 2.0: per il pilota questo si traduce in un livello completo di controllo della dinamica della moto, a beneficio della sicurezza su strada e dei tempi sul giro in pista.
Ciò che rende la Panigale V4 25° Anniversario 916 ancora più agile e svelta nella discesa in piega sono i leggerissimi cerchi forgiati in magnesio Marchesini Racing, che consentono una riduzione di peso delle masse non sospese di 1 Kg rispetto alla Panigale V4 S.
L’impianto frenante è composto anteriormente da due dischi Brembo da 330 mm di diametro accoppiati a pinze monoblocco Brembo Stylema, mentre al posteriore abbiamo un disco singolo da 245 mm con pinza a 2 pistoncini.
La Panigale V4 25° Anniversario 916 è poi equipaggiata con un pacchetto elettronico di ultima generazione, basato sull’impiego della piattaforma inerziale Bosch a 6 assi (6D IMU – Inertial Measurement Unit) che comprende tutti i controlli deputati a gestire le fasi della guida; particolare la nuova strategia del Ducati Traction Control EVO 2 che deriva dalla Ducati Desmosedici GP18, ed è già impiegata sulla Panigale V4 R e V4 R SBK.
Oltre a interfacciarsi con l’Inertial Measurement Unit (IMU) a 6 assi, adattando l’intervento e lo slittamento all’angolo di piega della moto, il software migliora sensibilmente la gestione della potenza in uscita di curva grazie alla nuova strategia di controllo predittiva.
Agendo non solo sul valore istantaneo dello spin posteriore, ma anche sulla sua variazione, intercetta quindi più velocemente le perdite di aderenza e riduce i picchi di slittamento, garantendo così un intervento più rapido e regolare.
Tutto ciò si traduce in una maggiore stabilità del veicolo in uscita di curva, anche in condizioni di aderenza non ottimali, maggior accelerazione e incremento della performance sia sul giro secco che sui long run.
Inoltre, il DTC Evo 2, in aggiunta alla gestione dell’anticipo dell’accensione e dell’iniezione, prevede l’intervento delle valvole dei corpi farfallati quando non è necessario un intervento rapido del controllo, permettendo di mantenere parametri di combustione ottimali per una risposta del motore e un intervento più fluidi.
Il cambio elettronico Evo 2, derivato anch’esso dalla Panigale V4 R, riduce i tempi di taglio in accelerazione consentendo cambiate più sportive ad alti carichi, oltre i 10.000 giri, tipici dell’utilizzo pista e aumenta la stabilità nelle cambiate in forte accelerazione a moto piegata.
Insomma, tutto il meglio che vi è disponibile per una versione speciale che ha il ruolo importante di celebrare una moto come la 916; non si poteva fare altro, del resto, per rimanere all’altezza di una vera e storica icona del motociclismo sportivo mondiale!