Se si dovesse racchiudere tutto in una frase sarebbe questa, pronunciata da Livio Suppo prima della sua decisione di lasciare il team, a ripulire il tavolo dalle parole, dalle ipotesi, le più disparate e fantasiose, che hanno accompagnato la vicenda della quale si è reso protagonista Casey Stoner: “Abbiamo risposto con i risultati!”
Affermazione secca, che lascia per un momento aprirsi una valvola di sfogo a chi, nella vicenda, si è trovato tutti contro. Suppo ha avuto la forza di fare quadrato intorno alla squadra e al suo pilota: ne ha atteso il ritorno e, adesso, incassa il frutto di una fiducia che non è mai venuta meno. Non vuole neanche pensare a tutto quello che si è detto: “Pensiamo al futuro e non al passato.” ha ammonito, rifiutandosi con un perentorio “No comment” di parlare di quelle voci, quelle ipotesi che, pur nella loro leggerezza di parole, devono averlo ferito.
Casey lo aveva promesso ed è tornato per scoprire, lui per primo, di essere ancora in grado di condurre la Desmosedici verso l’eccellenza. Ha avuto coraggio, forse anche quello per guardarsi dentro. Il pilota australiano ha capito che ai livelli nei quali si è disputata la stagione 2009 c’era bisogno di essere al top.
Quei quattro (lui, Rossi, Lorenzo e Pedrosa) se le stavano dando veramente di santa ragione e, con loro, ogni componente delle rispettive squadre. Casey ha capito che per rimanere ai massimi livelli non ci si può accontentare di essere al di sotto del massimo dell’efficienza. Si è fermato, è tornato e lo ha dimostrato.
Il breefing con se stesso che Stoner si è imposto ha dato i suoi frutti: rinfrancato dal secondo posto ottenuto in Portogallo, ha infatti vinto in Australia, a casa sua, e sulla pista allagata di Sepang. A Phillip Island si è trattato di una prestazione dal valore assoluto, scindibile dal fattore campo, in quanto Casey ha sopportato la pressione di un Rossi attaccato ai suoi scarichi per tutta la gara, dimostrando la padronanza ritrovata della sua moto e la gioia di essere di nuovo in pista.
Non sembrava per niente “impiccato”, segno evidente di una moto migliorata sul piano della trattabilità, come confermato anche dalla gara di Sepang.
Tornano alla mente le parole di Bruno Leoni, il suo capo meccanico. Era stato il popolare Leo a dirci, in occasione del GP d’Italia al Mugello: “Lui è uno straordinario, che entra in pista e va subito forte. Pensa cosa sarebbe in grado di fare con una moto più facile!” sottintendendo che spesso l’australiano si è trovato a guidare sopra ai problemi. Casey ha guidato la Desmosedici facendola intraversare come fosse una sciarpa al collo mossa dal vento: era tanto che non si vedeva l’australiano così padrone della situazione come lo era stato nel 2007. Livio Suppo non è d’accordo, per lui il pilota c’è sempre stato: “In Qatar, alla prima gara, non è andato piano! Al Mugello ha vinto. Casey, se sta bene fisicamente e la moto è a posto, è sempre così.”
Poi è arrivata la vittoria in Malesia, dove Stoner è partito, sulla pista allagata, dettando la sua legge. Pronti, via! E’ stato lui quello che ha fatto un altro sport, relegando gli altri a distanze importanti e facendo in modo che “la ruota” riprendesse a girare per il verso giusto, dritta verso il futuro, confinando le congetture e i cattivi pensieri di ciò che è stato a un ruolo secondario: “Sono convinto che se continueremo a lavorare in questa maniera potremo costituire una bella sfida per il prossimo anno.”
Le parole di Casey trovano riscontro esatto nel pensiero di Suppo, che tira le somme del campionato dopo la gara malese: “Questa stagione, che ha visto Casey partire benissimo, vivere un momento difficile e infine tornare alla grande, mentre Nicky è progredito costantemente dopo un inizio davvero duro, si sta concludendo in modo estremamente positivo, che ci fa ben sperare per il prossimo campionato.”
In particolare, su Hayden, aggiunge: “E’ stato molto sfortunato, ma ha dimostrato di essere un gran pilota, una gran persona e un gran lavoratore. Per questo sarà con noi anche il prossimo anno e sono certo che il molto lavoro fatto pagherà.”
La fine del campionato ci ha dunque restituito Stoner protagonista, in qualche modo anche più umano, sia per il coraggio delle decisioni che ha preso (dimostrando che, in barba ai grossi interessi economici dei quali è intriso il campionato, sulla moto c’è un uomo che conta ancora più di tutto), sia per le vittorie, sia per la rinnovata voglia di correre, ora che i fantasmi di un male che all’inizio lo aveva spaventato, sono dietro, a guardare la sagoma che se ne va di un pilota e una moto imprendibili.
Foto Ducati Corse, Marco Rimondi e “Micro e Mega”
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