Fa impressione vedere come, in pochi anni, sia mutato il sentire del motociclista medio: da arrapato dalle proposte delle Case motociclistiche, sempre alla ricerca della moto più potente e aggressiva, in una sorta di ricordo delle sfide fra maschietti nei bagni dell’asilo, ecco che il gusto generale ha virato decisamente su ben altri argomenti: si ricerca la moto divertente, poco impegnativa, che abbia però una storia da raccontare: insomma, un oggetto godibile, che permetta di uscire in moto anche in mocassini e blue jeans (se si deve fare un breve giro in città, ovvio).
In pochi, ormai, vogliono indossare sudaticce tute per giungere il prima possibile al solito Passo; si vuole godere il panorama, la libertà che è insita nell’andare in moto.
Quindi, le moto supersportive hanno perso buona parte del loro fascino: del resto, ormai superati 200 Cv c’era ben poco da chiedere, a meno di non essere certi di avere le capacità di guida di Troy Bayliss e i riflessi dell’Uomo Ragno.
Dovrebbe risultare chiaro a tutti quello che c’è dietro a tali potenze: quando vedo una Panigale in pista, al posto del pilota riesco solo a vedere un pacioso ingegnere della Ducati che, a ogni decisa apertura di gas del pilota della domenica, dice: “Bravo, bravissimo, aspetta però che ti tolgo un bel po’ di potenza che altrimenti la via di fuga te la fai a 200 Km/h e ti ritrovano fra sei mesi!“.
Eh sì, come dicono i saggi, su tali moto si paga tanto per aver tutta quella potenza, ma si paga ancora di più per aver l’elettronica che la leva di mezzo!
Dietro tutte quelle sigle, fra Riding Mode e Traction Control, si nasconde solo la premurosa e benevole volontà dei progettisti di proteggere la specie motociclista dall’estinzione prematura: se siamo fatalisti, aspettiamo che l’opera la porti a termine qualche virus, magari un cambiamento climatico, ma per favore lasciateci in sella quando decidiamo di aprire il gas dopo il rettilineo!
Così, naturalmente, rinascono le moto che vogliono essere guidate con il polso destro, che hanno la giusta potenza e che ci fanno sentire a nostro agio: del resto, a parte qualche utente ventenne, ormai in molti dovrebbero aver capito come le porte per la MotoGp siano ormai inaccessibili!
Il futuro è quindi tracciato: moto uguale divertimento, momento di rilassamento e non di dimostrazione di quanto siamo bravi e veloci.
Del resto cosa cambia: alla trattoria in cima al valico si potrà sempre raccontare di quella volta che, con il vostro Scrambler, avete lasciato sul posto il tizio con la Yamaha R1 con tanto di tuta e saponette: se poi non ci credono, pazienza, rimane il gusto di aver fatto una bella gita, divertendosi a guidare, gustandosi le traiettorie, preferendo il gusto di guidare bene a quello di andare forte.
E soprattutto, quello di tornare a casa!