Un Monster in stile dragster? Ci ha pensato Taraki che, dopo qualche tempo in cui ha tenuto un basso profilo, è tornato alla ribalta con questa singolare Ducati.
Taraki, al secolo Adriano Zanone, è un personaggio alquanto noto sulla scena custom nazionale e, soprattutto, è uno che la sa lunga in fatto di telai. La sua esperienza come telaista – iniziata in Aprilia e poi ampliatasi ulteriormente lavorando come preparatore a 360° – gli consente di tradurre in materia tutte le idee di matrice motociclistica che gli passano per la testa.
Adriano è stato anche uno dei pionieri del Drag Racing in Italia e nutre ancora oggi una sana passione per questa disciplina, anche se nel nostro Paese è inflazionata e, nonostante gli sforzi, non si è ancora ritagliata una propria identità. Dal connubio di questi due amori e dall’esperienza accumulata in tanti anni di realizzazioni in chiave custom, dunque, ha preso forma il Monsterone.
Si tratta di una special nata dal desiderio di realizzare qualcosa di diverso su una base considerata terreno fertile per le trasformazioni, da anni ormai nel mirino non solo dei preparatori, ma anche dei proprietari stessi, che amano metterci mano aggiungendo o rimuovendo dettagli, con l’intento di rendere più esclusivo il loro mezzo. Si sono visti, così, Monster in chiave sportiva, streetfighter, perfino custom o chopper, ma un Monster che facesse il verso ai dragster, decisamente, mancava.
Un’impresa non facile, che Taraki ha felicemente coronato nello spazio di poco più di un mese.
La costruzione di questa special è un insieme di soluzioni radicali: in primis il telaio, che è stato pensato e costruito ad hoc in acciaio al cromo molibdeno, sempre con conformazione a traliccio, ma con quote maggiorate di 130 mm in lunghezza e con un’inclinazione del cannotto di 29°.
Allo stesso modo, è stato costruito un forcellone monobraccio in traliccio di tubi cui è stato abbinato un monoammortizzatore centrale con escursione di 36 mm. In poche parole: più basso e più lungo, queste sono le caratteristiche principali del mezzo prese in prestito dall’ambiente Drag.
Restando in tema, comunque, la ruota posteriore appare perfettamente in linea con le specifiche del telaio. Il cerchio è qualcosa di mai visto prima su un Monster: 10,5” di larghezza per 17” di circonferenza.
Un monumento scomponibile realizzato in alluminio e in grado di montare un mastodontico Avon da 300/40-17.
All’avantreno la forma del cerchio fa il verso a quella posteriore, ma le misure sono sicuramente più ortodosse: il canale del cerchio è infatti di 3,75” e il pneumatico è da 130/80-18, misure comunque importanti (specialmente la spalla del pneumatico), che conferiscono all’anteriore una morfologia tipicamente custom.
La formula del diverso diametro dei cerchi è stata scelta per disporre di uguali circonferenze dei pneumatici anteriore e posteriore, nonostante la diversità delle coperture.
Sempre di estrazione custom sono anche i due larghi parafanghi che provengono, come gli specchietti, dalla olandese MCS. Curiosamente, quello posteriore oscilla assieme alla ruota e appare completamente staccato dalla sella e dalle altre sovrastrutture.
La forcella proviene da una Ducati ST2. Le piastre originali, in questo caso, sono state sostituite con altre realizzate in ergal ricavato dal pieno, dove l’interasse è stato maggiorato a 250 mm.
Per il serbatoio, Taraki è intervenuto modificando sensibilmente quello originale nella parte inferiore, sottolineando una volta di più la sua volontà di andare controcorrente e intervenendo senza incertezze su una parte che consegue all’identificazione immediata del Monster.
Pur mantenendone inalterato il dorso, infatti, ora la sua struttura appare volutamente diversa, come diverso è il suo aspetto all’interno della linea generale.
Completamente nuova è anche la sella, che sembra sospesa nel vuoto. E’ stata realizzata artigianalmente con la struttura interna in lamiera d’alluminio, l’imbottitura in neoprene e la capriata che la regge interamente celata al suo interno.
Piacevoli, infine, i supporti delle pedane poggiapiedi in alluminio fresato, che fanno da degno contorno all’impianto di scarico realizzato con il corpo centrale di una Multistrada e un corto terminale laterale.
Qualche mirato intervento è stato operato anche per quanto riguarda il propulsore, così da portare a spasso con nonchalance l’imponente pneumatico posteriore. Ora, il bicilindrico Ducati dispone di alberi a camme più spinti e carburatori Dell’Orto da 40 mm con pompa di ripresa e filtri conici.
Sobria la livrea giallo Ducati che, comunque, non stonerebbe con qualche aggressiva grafica in tema con la special. Ma per questo si è sempre in tempo!
Foto Iesse Image
SBK a Jerez: avanti tutta!
A Jerez de la Frontera, seconda tappa del campionato SBK, si ri-accende lo spettacolo con Ducati protagonista. Doppietta di Redding e secondo posto in gara 2 per Davies.
Ducati Monster S2R: monografia
Il Monster S2R venne presentato alla stampa a Montecarlo alla fine del 2004, per poi essere disponibile nelle concessionarie l’anno successivo, sostituendo il Monster 800.