Monster S4 special: origami di metallo

Monster S4 special: origami di metallo

Nessuno lo direbbe, ma questa creazione della Anvil ha come base il Monster S4. Angoli, spigoli e saldature a vista per una special di carattere.

Quando si arriva a realizzare la diciottesima moto della propria vita lavorativa è un po’ come quando si raggiunge la maggior età: almeno è questo quello che devono avere vissuto alla Anvil Motociclette, in quanto la loro nuova special, la Warthog, si discosta notevolmente dalle precedenti elaborazioni realizzate da due ragazzi di Parma, “San Marco” e “Phonz”, che sono l’anima di questa interessante realtà, spesso alle prese con modelli di marche italiane come Moto Guzzi e Ducati.

La Warthog, in effetti, si discosta molto dallo stile finora seguito, visto che alla Anvil si dedicavano a rivisitare, con uno stile essenziale e rustico, moto che provenivano dagli anni Settanta e Ottanta.

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Nonostante fosse terminata da un anno e mezzo, la moto è stata presentata solo recentemente, quando è stata finalmente trovata la location adatta: cercando una vecchia pista da flat track si è scoperta un’immensa fabbrica, ora abbandonata, dall’architettura a dir poco magnifica. Sotto di essa, giace la vecchia pista!

Del resto, lo stesso termine Anvil significa incudine, il che dà l’idea dell’officina, del fabbro, di una sorta di ritorno alle origini, all’essenza della moto, liberandola da tutti gli orpelli e gli accessori.

Con la Warthog, appunto, il discorso è completamente cambiato; innanzitutto si è partiti da una base più moderna, ovvero un Monster S4, moto prodotta dal 2001 al 2003, che monta niente meno che il motore quattro valvole della 916.

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Monster S4R: analisi tecnica

Forcellone monobraccio in tubi, doppio scarico rialzato sul lato destro, livrea bicolore e un po’ di carbonio: ecco il biglietto da visita del Monster S4R.

Una base più moderna e potente, quindi, sulla quale poi non è stato certo fatto un lavoro di recupero stile café racer, ma si è proceduto a una sostanziale modifica dell’aspetto estetico, tant’è che è oggettivamente difficile riuscire a capire la base di partenza della Warthog.

Una nota curiosa la merita senz’altro questo curioso nome, ovvero il termine inglese Warthog, che significa Facocero: si tratta di una sorta di grosso cinghiale che vive in Africa e che ha la caratteristica, nonostante l’aspetto feroce, di essere abbastanza pauroso in quanto si dà alla fuga davanti a ogni pericolo; certo, si tratta di un animale molto veloce, ma forse non è esattamente il testimonial adatto per una moto dal carattere così combattivo!

Scherzi a parte, conviene senz’altro approfondire i motivi che hanno spinto i due preparatori verso questa strada così particolare. In merito, affermano: “Quando abbiamo iniziato a progettare questa special, avevamo pochi limiti da parte del cliente, che ci ha lasciato molta libertà sia nel design che nel concept  della moto; le uniche linee guida che ci erano state date erano quelle di realizzare una moto molto aggressiva, con un design unico e prestazioni da capogiro. Per creare questa special ci siamo quindi imposti di guardare avanti, staccandoci dalle nostre forme classiche, abbiamo eliminato ogni curva caratteristica del design della moto lasciando spazio a linee rette e taglienti”.

Sul design unico, niente da dire: lo stile spigoloso e angolare del serbatoio ci ha ricordato infatti un origami, quelle costruzioni realizzate con la carta, tipiche della tradizione giapponese.

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Resta il fatto, poi, che siamo di fronte a una cover, in quanto il vero serbatoio, con annessa pompa di benzina, si trova nel codino della moto; ne vien fuori, così, un’unica struttura che si integra con la sella creando di fatto una bella e intrigante monoscocca in alluminio. E’ proprio lei a essere il cuore stilistico della moto, come ci confermano alla Anvil: “Abbiamo giocato con la geometricità rigorosa delle forme dell’intera scocca e le saldature, lasciate ‘sporche’, come se fossero le pennellate date da un artista durante la fase di progettazione della moto, creando così un contrasto tra rigore e caos”.

Un progetto ambizioso, quindi, nel quale i nostri due amici hanno coinvolto il reparto ricerca e sviluppo di Zard, che infatti si è occupato, oltre che della realizzazione dell’impianto di scarico, anche della realizzazione materiale della monoscocca.

Da un punto di vista tecnico, essendo ora la moto dotata di uno scarico sportivo, si è provveduto al cambio della centralina; sono poi stati utilizzati dei filtri che garantiscono una portata d’aria superiore e montata una pompa della benzina maggiorata; poche modifiche, quindi, ma che riportate alla leggerezza del mezzo, per un peso che ci assicurano notevolmente diminuito rispetto all’originale, garantiscono prestazioni di tutto rispetto, vista anche l’ottima potenza di base del Desmoquattro.

Ma quello che fa la differenza su questa moto è senz’altro il suo aspetto estetico, molto originale, tant’è che diventa difficile “posizionare“ la Warthog all’interno di una specifica categoria: è una tracker, una street fighter o semplicemente una naked?

Abbiamo deciso di lasciare ai suoi creatori il compito di definire al meglio questa moto: “Abbiamo preso spunto da vari mondi, partendo dall’aeronautica: ci siamo infatti ispirati alle forme schematiche del F-117 Nighthawk. Abbiamo poi preso l’assetto di guida delle moto da flat track con il baricentro molto basso e manubrio largo come se fossero due corna di diavolo, appunto perché di diavolo si tratta. Il risultato che volevamo raggiungere è quello di una super naked esasperata sia nella ciclistica che nelle prestazioni”.

Per arrivare a ciò, inutile dire che il lavoro è stato molto lungo e impegnativo, in quanto la moto è stata completamente smontata; poi, oltre alla modellazione della monoscocca in alluminio, si è provveduto a modificare la parte anteriore sostituendo il classico faro tondo che da sempre caratterizza il Monster con un faro quadrato a led, avvitato a una lamiera di acciaio personalizzata con il taglio laser.

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Ponte di comando irriconoscibile rispetto a quello originario del Monster: definirlo essenziale è poco.

Al posto del classico manubrio, ecco ora un’unità stile flat track che modifica sicuramente l’impostazione e il feeling di guida, oltre ovviamente a integrarsi da par suo nello stile della moto; chi invece, almeno a nostro giudizio, fa più fatica a uniformarsi al gusto complessivo, sono i due scarichi della Zard: pur bellissimi, hanno una forma troppo classica, mentre su una moto del genere, visto poi il suo carattere di prototipo, avremmo visto bene qualcosa di più corto e aggressivo.

Terminiamo l’analisi della moto con le nuove piastre della forcella, rimodellate e sabbiate per dare un effetto più sportivo, e la sella in cuoio nero, molto minimalista, con la finezza delle impunture speculari alla grafica di colore nero che decora il serbatoio.

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Soluzione avveniristica per il faro anteriore, mentre la forma degli scarichi è classica e ricorda quello delle sportive anni Settanta.

Il risultato finale è senz’altro degno di nota, anche se a qualcuno potrà sembrare più un esercizio creativo che altro, in quanto la moto non è certo dotata degli accessori minimi per consentirne l’uso su strada. La Warthog rappresenta comunque una bella dimostrazione di capacità progettuale e realizzativa, una valida testimonial per il nuovo corso intrapreso dalla Anvil.

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Ducati RT 450 special

Un omaggio alla on/off degli anni Settanta. Potremmo quasi dire che questa moto, realizzata dalla Anvil Motociclette, più che una special è quasi una celebrazione.

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