Il mondiale MotoGp 2021 si presenta come una serie tutta da decifrare e sarà caratterizzato più da incognite che da certezze. Ci dovremo aspettare che le gare, man mano, designino un dominatore, un’oligarchia di piloti al vertice o vivremo l’incertezza fino alla fine?
Questa volta partiremo preparati, guardinghi, con l’occhio di chi la sa lunga, scottati – per così dire – da come sono andate le cose l’anno scorso. Ci chiedevamo, un anno fa, se qualcuno finalmente sarebbe stato in grado di arginare la prepotenza agonistica di Marc Marquez e della sua Honda, ed era questo il massimo picco di incertezza che ci pareva ci potesse essere concesso. Poi è accaduto l’impensabile: proprio lui, quello che dominava, colui con il quale dover fare i conti, il supercampione, lo spagnolo spavaldo, si è rotto.
L’effetto – non mi dilungo, lo sappiamo – è stato il parto di un mondiale come non se ne vedevano da anni ed è stato come se, con Marc Marquez assente, fosse mancata l’energia che impedisce al disordine di dilagare. E il kaos ha preso il sopravvento, regalandoci una serie mondiale appassionane, strana, dove tutte le certezze si sono presto sgretolate e dove – beati noi appassionati – siamo rimasti in apnea fin quasi alla fine. Non ci dilungheremo oltre perché tutti sappiamo come è andata e ora ci ritroviamo in trepida attesa, in questo periodo di letargo dalle gare, di scoprire con quale faccia il Mondiale MotoGP si presenterà quest’anno. I punti interrogativi sono tanti ed in più galleggiano nel brodo dell’incertezza di una situazione pandemica globale che sembra ancora lontana da poter essere considerata un evento marginale.
Ma facciamo finta di nulla e riduciamo lo spazio di indagine. Circoscriviamo il discorso a quello che ci interessa e che è proprio di questa sede, riducento il problema Covid-19 a possibili stop forzati dei pretendenti dovuti ad eventuali contagi, oppure ad un forzato rimescolamento del calendario come è accaduto nel MotoGp 2020, circostanze già queste in grado di condizionare in maniera decisiva la classifica. Assente o presente che sia, è comunque Marc Marquez la scintilla che da fuoco alle prime domande: sarà in grado di tornare, quando e in che stato di forma? Tornerà ad imporci la sua classe e il suo dominio oppure si avvierà verso il destino che fu quello di altri campioni fragili o messi fuori gioco da infotuni gravi, come Freddie Spencer, Kevin Schwantz o Carl Fogarty?
E la Honda, la Casa con il reparto corse più potente e reattivo al mondo, sarà riuscita – in ogni caso – a disintossicarsi dalla dipendenza assoluta nel suo campione più brillante, palesata con il totale anonimato dimostrato l’anno scorso? Per la squadra Repsol il futuro è da costruire, il punto certo ora è Pol Espargaro, che al di là dei proclami e oltre il mordere il freno, avrà ancora tutto da dimostrare. E poi, se Marc Marquez tardasse ad essere pronto, o se la sua stagione fosse caratterizzata da una presenza discontinua, si sceglierebbe di sostituirlo o si terrebbe ferma la moto numero 93? Chi potrebbe salire sulla sua moto? Andrea Dovizioso o magari – la buttiamo là – un consistente Sam Lowes? Relative certezze per la Casa di Hamamatsu potrebbero essere ricercate in Takaaki Nakagami, più che in Alex Marquez. Il giapponese è sembrato essere in fase di crescita personale sul finire della scorsa stagione e più padrone del mezzo, per questo, anche nel contesto dell’LCR Honda Team, può essere considerato un veterano.
Poi c’è la Yamaha, alle prese con la risoluzione dei problemi tecnici che l’hanno afflitta per tutta la stagione. Maverick Viñales e Fabio Quartararo, risolti i problemi, riusciranno a spartirsi vittorie e punti come ci saremmo aspettati potessero fare l’anno scorso? Saranno in grado di alimentare una rivalità tra di loro che possa certificare la squadra Monster Energy Yamaha come quella più forte non solo sulla carta? Sarebbe bene inserire, in questa ipotetica oligarchia di piloti Yamaha, anche Franco Morbidelli, con la stessa moto ma sotto la bandiera Petronas. Franco, nel 2020 è quello che ha parlato di meno e raccolto di più, in termini di vittorie e purtroppo di scherzi della malasorte. Avrà come compagno Valentino Rossi, un amico prima ancora che rivale, uno però che è bene non considerare fuori dai giochi. Riuscirà il maturo campione ad imboccare di nuovo quella strada che all’inizio della stagione 2020 rendeva lecito aspettarsi da lui ancora qualche lampo di classe?
In casa Suzuki Ecstar hanno il Campione del Mondo, ma saranno orfani del carisma e dell’astuzia di Davide Brivio. Avranno un Campione del Mondo a pieno titolo, certo, ma salito in alto spinto dal kaos, colui che si è trovato di rapina davanti alla porta ed è stato capace di spingere la palla in rete, con gravi colpe della difesa e del portiere. Joan Mir deve maturare ancora e la Suzuki deve compiere un passo in avanti decisivo, quel saltello in più che, lavorando su una buona base già dimostrata, la potesse riportare agli anni di dominio assoluto firmati in passato da Barry Sheene, Marco Lucchinelli e Franco Uncini. Se dovessimo scegliere su chi puntare, nonostante il casco iridato sulla testa di Mir, forse punteremmo comunque sulla maggiore esperienza di Alex Rins. Allo spagnolo campione del Mondo il compito arduo di dimostrare di essere di più che un eroe per caso.
Nel 2021 salire su una KTM finalmente potrà voler dire puntare alla vittoria. La Casa Austriaca è stata la sorpresa per certi versi anche più eclatante rispetto alla Suzuki. Due squadre e piloti che avranno la consapevolezza che la moto arancione non è più quella dalla quale al massimo aspettarsi un piazzamento nella top ten. Anche la KTM esce dalla baraonda del campionato scorso presentando al via del mondiale alle porte lo zoccolo duro rappresentato da una squadra da considerarsi di veterani: il Red Bull KTM Team ha in Miguel Oliveira e Brad Binder buona parte di quei rappresentanti della new wave vivace di piloti saliti dalla Moto2, entrambi hanno assaggiato il gusto della vittoria e non sarà facile prescindere da loro. In casa Tech3 c’è Iker Lecuona, quello che è sembrato essere l’elemento più mansueto degli arancioni: un compagno sulla carta facile per consentire a Danilo Petrucci il giusto ambientamento, una condizione nella quale rigenerarsi dopo l’ultimo periodo di atmosfera tesa e pesante trascorso alla Ducati?
Già, eccoci alla Ducati. A Borgo Panigale la scelta rifondatrice, oltre che da partire dall’aspetto tecnico, partirà anche da quello dei piloti. C’è stata una sorta di scivolamento in avanti che si è concretizzato promuovendo al Ducati Team i due del Team Pramac, Jack Miller e Francesco Bagnaia, e traslando in avanti il combattivo e alle volte fin troppo irruento Johann Zarco, dal Team Esponsorama a Pramac Racing. Al francese farà compagnia quello che potrebbe rivelarsi un altro bel jolly pescato dal mazzo delle carte della Moto2: l’iberico Jorge Martin. Ai due del Ducati Team l’obbligo di vincere, senza possibili alternative, ed in particolare a Jack Miller quello di concretizzare subito con una vittoria in gara in sella alla rossa quello che di buono ha saputo far vedere l’anno passato.
Per Pecco Bagnaia l’imperativo è ritornare ad essere la bella sorpresa che è stato nella prima metà del 2020, prima dell’infortunio e prima di sparire dalle posizioni che contano per il resto della stagione. Il rinnovamento vero per Ducati sarà sicuramente sul fronte del Team Esponsorama Racing. C’è curiosità sul fronte piloti della squadra spagnola, dove – anche qui – si può parlare di traslazione: la sfida che ha infiammato la Moto2 proseguirà in seno alla squadra e l’interrogativo che può circolare a doppio senso è questo: riuscirà Enea Bastianini, fresco del titolo mondiale conquistato nella serie cadetta, ad imporsi ancora su un compagno di squadra come Luca Marini dal casato così illustre? E Luca saprà al contrario vendicarsi della sconfitta patita riuscendo ad essere da subito più veloce di Enea in MotoGP?
Questo è senz’altro il campionato delle domande, che si presenta così incerto da relegare per ora solo i piloti Aprilia al ruolo di outsider. La Casa di Noale è attesa a compiere quello step in più che, per ora, nella sua storia in classe regina, è sempre mancato. Aspettiamo che a Aleix Espargaro e a Lorenzo Savadori possa essere messo a disposizione del materiale tecnico al livello di quello degli avversari e che si possa chiudere per il team manager Fausto Gresini nel migliore dei modi la triste esperienza che sta vivendo con il virus.
SBK a Jerez: avanti tutta!
A Jerez de la Frontera, seconda tappa del campionato SBK, si ri-accende lo spettacolo con Ducati protagonista. Doppietta di Redding e secondo posto in gara 2 per Davies.
La storia di Ducati nel Campionato del Mondo
Dai primi successi con la 125 trialbero al MotoGP: la storia della partecipazione della Ducati al Campionato del Mondo.