Approdati a Misano, per la prima volta dopo il lock down, i piloti del mondiale corrono davanti al pubblico e lo fanno divertire. Una bella giornata per i colori italiani, un ottimo rientro per Pecco Bagnaia, una gara anonima per Dovizioso che comunque sale in vetta alla classifica.
Lo possiamo guardare da due opposte sponde questo campionato, divise da un solco scavato in mezzo a valutazioni antitetiche.
C’è il partito di quelli che lo considerano per più motivi un campionato di serie B e c’è la fazione di quelli che non vedevano l’ora di assistere a quella girandola di protagonisti sempre diversi che fino ad ora lo ha caratterizzato.
Le ragioni dei primi fanno leva su due cardini: l’assenza forzata di Marc Marquez e sul fatto che il calendario preveda un numero limitato di circuiti, che a volte ospitano più di un appuntamento.
Sono i puristi, da rispettare, certo, ma dei quali non faccio parte e spiego i motivi per i quali mi sento di schierarmi nella fazione opposta.
Innanzitutto perché se il mondiale è senza Marc Marquez è la conseguenza di una delle regole del gioco: si cade e a volte ci si fa male. E’ successo ad altri prima di lui (oltretutto si possono gestire male i tempi di recupero e si può gestire male una squadra che diventa una corazzata di cartone senza il suo uomo di punta). Poi perché non era per niente scontato che quest’anno si potesse correre.
Il lavoro che c’è stato per mettere su una serie mondiale in questo tragico 2020 è stato enorme ed enorme l’impegno di averlo sdoganato rendendolo, da ieri, aperto al pubblico.
La terza ragione è l’agonismo che ci mettono i piloti, neanche di una virgola diverso da quello degli anni passati. Mi aggancio alla gara di ieri e cito Bagnaia, al rientro in gara dopo l’infortunio e secondo al traguardo dopo una gara tutta in rimonta, un falco sulla moto, che però – una volta sceso, si deve aiutare con le stampelle per camminare.
Quarto motivo e poi mi fermo… anzi, no, chiudo con una domanda: chi sarà il Campione alla fine?
La risposta difficile, o più verosimilmente impossibile, da dare la dice lunga su quanto sia avvincente il Mondiale e da quanto tempo non lo avevamo così. Non siamo neanche vicini ad aver definito un circolo ristretto a due barra tre piloti che potrebbero giocarselo…
La gara di ieri ha battuto bandiera italiana, con Morbidelli che ha finalmente portato la sua Yamaha sul gradino più alto del podio al termine di un’esaltante cavalcata. Franco va ammirato anche per la compostezza con la quale ha accolto il successo.
Secondo Bagnaia, lo abbiamo già detto, che salva l’onore della Ducati e si mette in fila anche lui per il primo successo: i tempi sono maturi.
Belli i suoi sorpassi al curvone e fantastica la Desmosedici sotto di lui. Pecco ha dimostrato di saper riprendere dal livello che aveva raggiunto prima dell’infortunio, cosa di non poco conto.
La Suzuki, con Mir, ci ha privato di un podio tutto italiano, come quello riuscito ai ragazzi della Moto 2: primo Marini, secondo Bezzecchi e terzo Bastianini. Ma torniamo in MotoGP. Nell’agitato mare che vede i rampolli venuti su dal campionato cadetto dividersi le luci della ribalta, il punto fermo è Valentino, che si destreggia sempre bene tra questi ragazzini e che meriterebbe un po’ di buona sorte in più.
Nessuno ha ancora allungato le mani su questo Mondiale, come se, vacante il trono, si fosse scatenata una guerra nella quale forze equilibrate non fossero in grado di prevalere una sull’altra. Quartararo dilapida il bottino messo insieme nella prima parte del campionato incappando in una caduta (anzi, due). Vinales che sulla carta avrebbe avuto tutte i titoli per aspirare al dominio, disputa delle buone prove e poi si fa risucchiare. Sparite o quasi le sorprendenti KTM.
I piloti della Ducati ufficiale arrancano, vittime di inconvenienti tecnici, ma forse ancora di più vittime della politica sportiva portata avanti dai loro dirigenti.
Che dire… in questo sparpagliarsi fino ad ora di punti in mille rivoli, Andrea Dovizioso, settimo al traguardo, dopo il Gran Premio Lenovo della Riviera di Rimini, può guardare tutti dall’alto in basso: la posizione in classifica glielo permette.
Ora bisogna che a Borgo Panigale ci si creda, e che ci creda anche Andrea (un mondiale vinto è un mondiale vinto, al di là dei possibili risentimenti personali).
Sarà meglio che si arrivi ad una pace di comodo, che farà solo del bene ad entrambe le parti: vincere piacerà tutti!
Bagnaia sarà il futuro ma bisognerà prima di tutto giocarsi il presente. Infine che dire di Miller? Parte bene e poi si fa risucchiare indietro… la rivincita – anche per lui – passerà ancora nella sempre magica atmosfera che si respirerà anche la prossima settimana sulla riviera romagnola e sul circuito Marco Simoncelli di Misano Adriatico.
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