Per la Ducati una gara da dimenticare, ma Andrea Dovizioso è ancora in testa alla classifica.
La delusione più grande è quella di aver assaporato il possibile successo di Francesco Bagnaia che poi è sfumato per una caduta bastarda.
Bagnaia l’avrebbe meritato. Mancavano 6 giri alla fine. Il weekend era iniziato bene per i colori italiani: primo Fenati in Moto3 e Bastianini che torna al successo in Moto2, con Marini secondo. Dicevamo delusione, perché, fino alla caduta, sembrava la gara perfetta, il suggello a certificare lo stato di forma di Pecco e la padronanza dimostrata fino ad ora nel pilotare la Desmosedici GP20.
Ha parlato di sfiga, Bagnaia, non riuscendo a spiegarsi la scivolata, tanto da affermare di non essere stato al di là del limite in quel momento e di stare amministrando quel margine di sicurezza che si era costruito su Maverick Viñales, dopo essersene sbarazzato con autorità, e avviandosi a ripetere la gara in solitario come quella che aveva visto protagonista Morbidelli la settimana prima.
Nessuna avvisaglia nei giri precedenti. Così lo spagnolo si è trovata servita la vittoria sul più classico dei vassoi d’argento. Sono le corse ed il limite dell’aderenza su quella piccola superficie di contatto tra la gomma e l’asfalto, su quei pochi centimetri quadrati, dove giocano forze imponenti, se viene superato si cade. Per la Ducati una doccia fredda, arrivata a risvegliare da un sogno che avrebbe risollevato il bilancio di un weekend difficile: Andrea Dovizioso e Danilo Petrucci costretti ancora nelle posizioni di rincalzo e Jack Miller costretto invece al ritiro.
Il Gran Premio Tissot dell’Emilia Romagna e Riviera di Rimini ha comunque dimostrato che il pilota torinese del Team Pramac è stato il più forte, sin dalle prove. Occorrerà avere ancora un po’ di pazienza ed i risultati non potranno che arrivare. Fortissimo nelle prove, in gara ha dettato legge – fino a che non è caduto – rimontando con grinta e sicurezza. Primo quindi Viñales, secondo un concreto Mir con la Suzuki, terzo Pol Espargaro, che riporta sul podio la KTM, per un podio alla fine tutto spagnolo.
Il Circus lascia Misano senza che sventolino i tricolori, con una classifica ancora all’insegna dell’incertezza: questo mondiale sembra una saponetta bagnata che nessuno riesce ad afferrare, in una situazione dove l’effetto della dispersione dei punti in palio premia ancora – e diremmo sorprendentemente – Andrea Dovizioso, ancora in vetta anche se solo per un punto. Seguono appaiati Viñales e Quartararo, con Joan Mir quarto, unico pilota ad esibire una serie costante di risultati che dura da qualche gara: bisognerà che gli avversari – fino ad ora discontinui – comincino seriamente a considerare il giovane pilota Suzuki come un serio pretendente al successo finale. In gioco c’è un mondiale che paradossalmente potrebbe essere vinto anche da un pilota che non riuscisse ad affermarsi neanche in una gara. La classifica di ieri poi l’ha scritta anche l’imbianchino che ha dipinto la zona verde, intersecata dalle ruote di Quartararo, penalizzato di 3 secondi.
Una classifica così corta rende interessante un campionato quanto mai aperto e – cosa più inaspettata – consente ai contendenti di assumere l’atteggiamento mentale che permetta di considerarne il prosieguo come una nuova partenza.
Lo ricordiamo per tutti, ma ci farebbe piacere che a Borgo Panigale fossero i più pronti a resettarsi su questo ordine di idee e che lo fosse anche Dovizioso, che oggi valuta così la propria gara: “E’ stata una gara davvero complicata. Purtroppo partendo così indietro si rischia sempre di perdere tempo, soprattutto nei primi giri. Dopo la partenza c’è stata un po’ di confusione: alla curva 8 due piloti mi sono caduti davanti e ho dovuto frenare, lasciando spazio ad altri due avversari che mi hanno sorpassato. Dopo alcuni giri ho trovato finalmente il mio ritmo e ho pensato solo a cercare di restare costante. Mi sentivo meglio rispetto alla settimana scorsa– prosegue Andrea – , ma non avevo un gran ritmo ed essendo ormai così indietro non ho potuto fare nessuna strategia. Alla fine, oggi abbiamo portato a casa qualche punto, e per ora siamo ancora in testa alla classifica, ma naturalmente non possiamo essere soddisfatti della prova di oggi.”
Sono quattro le vittorie della Yamaha finora, con tre piloti diversi, due quelle della KTM, con Binder e Olivera, una sola per la Ducati: un po’ poco. Tutto questo quando siamo alla metà delle gare disputate.
Un’altra riflessione é questa e riguarda i giovani: certamente Marc Marquez, quando tornerà, troverà questi ragazzi che nel frattempo hanno studiato, sono migliorati e saranno pronti a contrastarlo.
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