Quando è uscito, il Monster 1200 ha gettato un po’ di scompiglio tra gli appassionati. Abituati a una moto per “duri e puri”, infatti, si sono ritrovati davanti un oggetto particolarmente sofisticato, oltre che tremendamente performante.
Ducati sostiene che, grazie all’elettronica, è possibile domare la cavalleria del Testastretta 11° senza particolari problemi, ma è innegabile che, rispetto alla prima versione del 1993, dotata di motore a due valvole con raffreddamento ad aria, carburatori e valvole “grandi”, quella attuale sia lontana anni luce, pur rappresentando un prodotto di altissimo livello: gli amanti del genere, insomma, cercavano qualcosa di più sanguigno, che facesse battere loro il cuore fin dal primo sguardo, magari con qualche sofisticazione in meno e un po’ di carattere in più.
Così, ecco che gli specialisti del settore si sono messi all’opera per ripristinare l’antico spirito della nuda bolognese, o quanto meno avvicinarlo a quello che era in origine; di particolare pregio, da questo punto di vista, è il lavoro realizzato dalla CNC Racing, che ha allestito un esemplare con tutto il meglio della propria produzione, dando vita a una special che si riappropria decisamente di quella sportività che, almeno in parte, la versione di serie aveva perso.
Il Monster della CNC non è stato stravolto, ma risulta rivisto in tanti piccoli particolari che, alla fine, fanno la differenza: lo si vede fin dal primo colpo d’occhio, pur trattandosi della versione Base, piuttosto che della più sofisticata S.
Grazie alla cura riposta nei dettagli che caratterizzano ogni angolo della moto, l’impatto estetico è di gran lunga più esclusivo e, in questo, il merito va senza dubbio alla scelta dei materiali e alla loro particolare finitura superficiale.
Che sia l’ergal anodizzato o la fibra di carbonio opaca, infatti, la CNC riserva attenzione all’aspetto dei suoi prodotti, oltre che a come questi si integrano con il look del modello che equipaggiano.
Nel caso di questo Monster 1200, l’accessorio più importante tra quelli messi a punto dall’azienda aretina è probabilmente costituito dal kit di pedane che sostituisce le unità originali, come ci spiega Luca Fornaini, Sales Director della CNC Racing: “Alcuni clienti si erano lamentati della configurazione di serie, così abbiamo deciso di realizzare due tipologie di kit, una definita touring, che riprende il layout delle pedane standard, con quelle dedicate al passeggero provviste di un supporto che scende verso il basso, andando talvolta a interferire con i talloni del pilota, e una definita sport, caratterizzata viceversa da un fissaggio che scongiura questa possibilità. Il nostro kit è regolabile in altezza e in avanzamento ed è ottenuto da un unico blocco di alluminio, cosa che lo rende anche abbastanza complesso a livello di lavorazione. L’investimento necessario, dunque, non è stato trascurabile, ma volevamo proporre un prodotto di alto livello, per cui abbiamo aggiunto anche altre specifiche derivate direttamente dal mondo delle corse, come i poggiapiedi godronati pieghevoli, le leve per il freno posteriore e il cambio dotate di slitta per la personalizzazione della posizione e la viteria in acciaio alleggerita”.
In tema di viteria alleggerita, stavolta in ergal anodizzato, la moto è davvero ricca, come dimostra quella che sostiene il parafango anteriore, le paratie dei silenziatori e dei collettori di scarico, la cornice del blocchetto di accensione e molto altro.
La CNC ha ridefinito anche le viti di spurgo presenti sia sui comandi che sulle pinze dell’impianto frenante anteriore, il tappo di carico dell’olio, le valvole dei pneumatici e le viti di supporto del radiatore dell’acqua, mentre per i particolari un po’ più grandi troviamo i tradizionali tappi del telaio, la ghiera della ruota posteriore e i tamponi che proteggono i piedini della forcella.
Sul ponte di comando spiccano i riser del manubrio, che possono essere configurati in modo diverso variando la loro altezza, le leve del freno anteriore e della frizione regolabili, i serbatoi dei rispettivi comandi, le manopole “miste” in ergal e gomma e, infine, il cosiddetto proguard: questo merita senza dubbio un discorso a parte perché, se a prima vista possa sembrare un dettaglio dal design semplice, in realtà ha alle spalle uno studio piuttosto importante, perché per garantire la massima sicurezza è stato realizzato con una speciale plastica caricata con fibra di carbonio che, in caso di rottura, non si scheggia, tant’è che la Dorna ha rilasciato alla CNC Racing un attestato dove dichiara che questo proguard, per le sue caratteristiche, può essere impiegato anche in MotoGP: “Si è trattato di un riconoscimento che ci ha fatto davvero molto piacere, – spiega Fornaini – dal momento che anche i motociclistici di tutti i giorni possono beneficiare degli stessi standard qualitativi richiesti dal massimo campionato dei prototipi a due ruote!”.
L’avantreno è caratterizzato da una piccola palpebra in fibra di carbonio che protegge la strumentazione e conferisce uno “sguardo” più cattivo al Monster 1200, essendo realizzata su disegno CNC e non replicando le forme del componente originale.
Altrettanto fa l’inedito portatarga, in fibra di carbonio, che anziché ancorarsi al forcellone monobraccio come sul modello di serie, ha una collocazione più tradizionale, pur “snellendo” la parte posteriore della moto e assicurando al tempo stesso un supporto adeguato agli indicatori di direzione.
“Non è mai facile, quando si parla di Ducati, creare degli accessori che migliorino l’aspetto di un determinato modello, – è sempre Fornaini a parlare – perché le moto di Borgo Panigale nascono ormai con il preciso obiettivo di essere belle, oltre che performanti, perciò effettuiamo molte prove prima di trovare il risultato ottimale”.
Sul fronte della funzionalità, la CNC propone, sul lato sinistro del motore, un attuatore della frizione maggiorato che riduce lo sforzo da applicare alla leva, oltre alla protezione per la pompa dell’acqua che scongiura danni ingenti in caso di caduta.
Troviamo poi il tappo del serbatoio del carburante in alluminio con inserto in fibra di carbonio, il tappo per l’ispezione della fase, la flangia portacorona in ergal e la protezione per il pignone di trasmissione, anch’essa in alluminio con inserto in carbonio.
Infine, Fornaini ci tiene a sottolineare come il nuovo logo della CNC Racing rappresenti l’ultimo lavoro del compianto Sergio Robbiano, il designer che ha contribuito alla creazione della Ducati 916 e che ha firmato altre moto distintive come la Bimota DB5: “Siamo particolarmente orgogliosi di questa cosa che, magari, non conoscono in molti. Mi piace pensare che Sergio ci abbia lasciato questo prezioso frutto della sua creatività come una sorta di regalo. Ricordo che ci ha consegnato il nuovo marchio di giovedì e, purtroppo, il giorno successivo se ne è andato per sempre. Lo ritengo un grande valore aggiunto per i nostri prodotti, che ormai non si rivolgono più soltanto al pubblico dei super appassionati, ma hanno un bacino d’utenza più ampio, che coinvolge il settore custom e touring. Il logo disegnato da Robbiano, grazie alla sua delicata raffinatezza, trasmette proprio questo concetto e tutta la CNC Racing non può che essergli riconoscente”.
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