Nel campionato mondiale Superbike, la Ducati ha centrato il titolo costruttori, ma ha lasciato sul campo quello piloti, essendosi dovuta piegare al talento e alla forza di Ben Spies. Un campionato lungo, combattuto, incerto fino all’ultima gara.
Non ce l’ha fatta Noriyuki Haga, arrivato alla vigilia dell’ultimo appuntamento forte del vantaggio di una manciata di punti, ma afflitto da condizioni fisiche non perfette. Un weekend, quello di Portimao, difficile, condizionato da qualifiche non brillanti e appesantito da una caduta in Gara-1.
Haga, una volta di più in carriera, esce battuto nella lotta per il titolo. L’Ingegner Ernesto Marinelli, Responsabile Tecnico di Ducati Corse in Superbike, accetta di parlare della stagione: “Per tutto il campionato la moto è rimasta sempre quella: non abbiamo effettuato nessuno stravolgimento e non c’è stata nessuna evoluzione. Non conoscendo noi Haga e lui non conoscendo noi e la moto, abbiamo cercato di fargliela sentire più sua gara dopo gara.”
Quali sono stati i momenti cruciali della stagione? “Quelli che ci hanno penalizzato di più sono stati due: la gara di Miller, dove abbiamo raccolto poco, e quella di Donington, con la caduta di Nori in Gara-2, dove si è fatto male, condizionando anche il risultato della gara di Brno. E’ stata la penalizzazione più grossa della stagione. Per il resto, il campionato di Nori e Ben è stata una lotta tra titani, sostanzialmente pari, dove ha prevalso su una pista uno e su un’altra l’altro. Oggi (Ernesto ci parla subito dopo la gara portoghese, ndr) hanno prevalso loro. Onore al merito.”
Comunque sia, il Team Ducati ha dato vita, insieme a quello della Yamaha, a un campionato bellissimo e di questo c’è di che andare fieri: “Sì, sono orgoglioso della squadra. Abbiamo i ragazzi migliori del paddock, ormai ci conosciamo da tanti anni, siamo amici oltre che colleghi. Momenti difficili durante i weekend di gara ce ne sono tanti, ma loro hanno sempre fatto un lavoro egregio. Hanno sempre reagito, davanti ai problemi, con una velocità incredibile, poi i campionati si possono vincere o perdere, sono difficili perché si giocano al limite. Sono orgoglioso di condurre l’aspetto tecnico in una squadra che è magnifica. Con la vittoria si gioisce, con la sconfitta si cresce e sapremo prendere questa come spunto per fare meglio in futuro. La certezza che abbiamo è quella di avere dato sempre il massimo.”
La Ducati, quindi, cede il titolo piloti, congedandosi dagli appassionati con una splendida doppietta: Fabrizio e Haga, nell’ordine, tagliano il traguardo di Gara-2 a Portimao. Il finale del campionato promette una squadra comunque forte nel 2010, con il giapponese che ci vorrà riprovare e il giovane italiano che ha sdoganato la via verso la vittoria.
Saranno comunque gli uomini in rosso ancora quelli da battere e c’è da scommettere che saranno loro, uno contro l’altro, i più seri pretendenti al titolo l’anno prossimo.