Prova Ducati Panigale V2

Prova Ducati Panigale V2

Definirla media riesce un po’ difficile, visto prezzo, cilindrata e prestazioni, ma una delle armi migliori della nuova Panigale V2 è proprio l’equilibrio.

Da quando esistono le superbike Ducati (almeno dalla 916 in poi) è sempre esistita anche una versione “piccola” delle stesse moto. Dopo la 916 arrivò la 748, dopo la 999 la 749, dopo la 1098 è stato il momento della 848, dopo la Panigale 1199 sono arrivate la 899 e 959.

A Borgo Panigale definiscono queste moto “supermedie”, sono modelli che negli anni hanno visto aumentare l’apprezzamento del pubblico che, grazie a loro, è riuscito ad accedere al mondo delle superbike Ducati.

Ducati Panigale V2: una di famiglia

Moto di cui questi modelli mantengono intatto il carisma, offrendo però una guida meno impegnativa (ma non meno divertente) e una maggiore utilizzabilità anche su strada.

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La Panigale V2 si caratterizza per soluzioni tecniche tipiche della famiglia Panigale, come l’adozione del forcellone monobraccio e dello scarico con silenziatore posto sotto al motore, ad uscita singola laterale. Tradizionale è anche la colorazione, in un integrale Rosso Ducati che si abbina ai cerchi di colore nero.

Proprio come accade sulla nuova Panigale V2, che riesce a unire le performance di una maxi con la maneggevolezza e la facilità d’uso di una media cilindrata. Presentata a Eicma 2019, la V2 rappresenta l’evoluzione, nel segno della continuità, di un progetto a cui Ducati tiene molto.

La base di partenza è la precedente 959, di cui la Panigale V2 mantiene il layout meccanico e che vede come protagonista assoluto (i puristi del marchio apprezzano!) il motore bicilindrico Superquadro da 955 cc.

SBK a Jerez: avanti tutta!

A Jerez de la Frontera, seconda tappa del campionato SBK, si ri-accende lo spettacolo con Ducati protagonista. Doppietta di Redding e secondo posto in gara 2 per Davies.

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Il motore della Ducati Panigale V2

La bicilindrica della famiglia Superbike di Ducati si rinnova profondamente: piattaforma inerziale a sei assi, motore Superquadro da 955 cc rinnovato, Euro 5.

Per nulla penalizzato dalla nuova normativa Euro 5 (è il primo motore Ducati a rientrarci) questo bicilindrico è addirittura più pimpante del precedente, visto che ha guadagnato 5 Cv (da 150 a 155) e un briciolo di coppia (da 102 a 104 Nm). Incremento prestazionale ottenuto grazie ai nuovi iniettori, due per cilindro, uno sopra e uno sotto farfalla, di taglia maggiore e diverso angolo di lavoro, e ai nuovi condotti di aspirazione che migliorano l’efficienza della stessa.

La novità ciclistica è rappresentata invece dall’arrivo del monobraccio posteriore, lo stesso della 1299, e da un nuovo e compatto scarico che lascia in bella vista la ruota posteriore, migliorando enormemente il look della moto.

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La Panigale V2, oltre a un’estetica nuova, ha un’elettronica completamente aggiornata grazie alla presenza della piattaforma inerziale a sei assi: ora è ancora più performante e sicura nell’uso sportivo. Con il nuovo pacchetto elettronico migliorano nettamente gli standard di sicurezza attiva e di controllo della dinamica del veicolo grazie all’aggiunta della funzionalità “cornering”
applicata all’ABS, al quickshift, ora anche con funzionamento in scalata, ai controlli di trazione, freno motore e impennata.

Cambiano leggermente anche le quote ciclistiche: l’interasse si allunga di 5 mm, l’avancorsa si accorcia leggermente e la distribuzione dei pesi è ancora più sportiva con l’1% di carico maggiore sull’avantreno. Ma poi Ducati ha lavorato anche dal punto di vista del comfort: la sella è nuova, più morbida, e si allunga di 20 mm per migliorare la mobilità soprattutto longitudinale.

La Panigale V2 in un colpo d’occhio

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La carena ha una configurazione che prevede una parte principale e una in secondo piano, che svolge anche la funzione di estrattore dell’aria. Una soluzione in sintonia con la classica pulizia delle linee delle moto sportive Ducati. Inferiormente la carenatura ospita il silenziatore collocato sotto al motore, che termina con una singola uscita laterale posta sul lato destro e dalle dimensioni estremamente compatte.

Colorazioni
Ducati Red con cerchi ruota neri

Principali dotazioni
Nuova estetica
Motore Superquadro da 955 cc omologato Euro 5
Silenziatore sotto motore con uscita singola laterale
Telaio Monoscocca in alluminio
Forcellone monobraccio in alluminio
Forcella Showa Big Piston Fork (BPF) da 43 mm,
completamente regolabile
Ammortizzatore Sachs, completamente regolabile
Ammortizzatore di sterzo Sachs
Pacchetto elettronico con Inertial Measurement Unit a 6 assi (6D IMU): ABS Cornering EVO; Ducati Traction Control (DTC) EVO 2; Ducati Wheelie Control (DWC) EVO; Ducati Quick Shift up/down (DQS) EVO 2; Engine Brake Control (EBC) EVO
Riding Mode (Race, Sport, Street)
Serbatoio in acciaio da 17 litri
Cruscotto full-TFT a colori da 4,3”
Proiettore full-LED con DRL
Configurazione biposto
Impianto frenante con pinze monoblocco Brembo M4.32
Cerchi con nuovo disegno a 5 razze
Pneumatici Pirelli Diablo Rosso Corsa II con posteriore 180/60
Predisposizione per: Ducati Lap Timer GPS (DLT GPS), Ducati Multimedia System (DMS), Ducati Data Analyser+ GPS (DDA+ GPS)

Prezzo
Euro 17.990

Con queste caratteristiche, e un peso di 200 kg in ordine di marcia con il pieno, la Panigale V2 riesce effettivamente a svolgere il compito di unire i due mondi: da una parte le superbike, sempre più potenti, esaltanti, ma anche impegnative da guidare per mente e fisico, dall’altra le medie cilindrate che puntano su leggerezza e agilità, ma hanno motori un po’ “fiacchi” quanto a coppia.

 
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Il gruppo ottico anteriore si compone di un proiettore di dimensione ridotte in quanto impiega due moduli a Led che svolgono le funzioni di anabbagliante e abbagliante. La luce diurna (Daytime Running Light) e il filo superiore del doppio proiettore creano uno sguardo molto cattivo, tratto distintivo della famiglia Panigale.

La Panigale V2 si trova proprio nel mezzo, possiamo dire che praticamente fa segmento a sé; attinge al buono che c’è nei due settori, unisce, mescola per bene, e serve al motociclista un cocktail molto gustoso.

Certo chiamare “media” una moto di 955 cc e 155 cv può sembrare una forzatura, ma proprio questo dà il polso dell’evoluzione che hanno avuto le supersportive: basti pensare che le moto con cui Troy Bayliss vinceva i suoi primi mondiali Superbike erano poco più potenti di questa che ormai è considerata una moto “entry level”, aspetto che rende molto bene l’idea di come sia cambiata negli anni la nostra sensibilità in proposito.

Le virgolette sono comunque d’obbligo perché la Panigale V2 è un’entry level di lusso, più accessibile rispetto alla prepotente V4, vero, ma resta comunque un prodotto “premium” con un listino di 17.990 euro.

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La porzione dedicata al passeggero: decisamente una soluzione di emergenza.

Pacchetto elettronico completo

A giustificare la cifra, un comparto elettronico che nessuna media sportiva al momento riesce a eguagliare: tre mappe motore, traction control regolabile su 8 livelli, regolazione del freno motore, ABS cornering. Tutto questo è reso possibile grazie alla dotazione elettronica, basata sulla piattaforma inerziale a 6 assi che eleva gli standard di sicurezza attiva e di controllo della dinamica del veicolo, grazie all’aggiunta della funzionalità “cornering” applicata all’ABS, al quickshift, ora anche con funzionamento in scalata, ai controlli di trazione, freno motore e impennata.

Come di consueto, tutti i controlli sono integrati nei tre Riding Mode (Race, Sport e Street) e modificabili tramite il cruscotto TFT a colori da 4,3” con grafica e interfaccia studiate per rendere intuitiva la navigazione del menù e la regolazione dei settaggi.

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La strumentazione della Panigale V2 prevede un display TFT da 4,3’’ con grafica e interfaccia che rendono facile la navigazione del menù e la regolazione dei settaggi, oltre che una più immediata identificazione del Riding Mode selezionato.

Con queste premesse, è facile intuire come si scenda di sella con il sorriso stampato, senza essere stanchi, con solo la voglia di risalirci.

Questo perché la Panigale V2 non ti distrugge fisicamente, ma ti lascia in corpo la voglia di guidare ancora.

C’è poco da fare: le superbike di oggi sono moto che ti fanno sentire un super-eroe, perché hanno prestazioni fenomenali e a ogni accelerata corrisponde una scarica di adrenalina direttamente proporzionale.

 

Ma è un fatto che quelle non siano moto per tutti, sfruttarle richiede tecnica, fisico e mente allenata alla velocità.

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Rispetto alla 959, la nuova Panigale si distingue anche per l’adozione del forcellone monobraccio in alluminio. La sospensione posteriore è affidata a un ammortizzatore Sachs completamente regolabile, che reagisce ai movimenti impressi dal forcellone monobraccio fuso in alluminio tramite un link progressivo. L’ammortizzatore è montato lateralmente per consentire un’ottimale accessibilità per le eventuali regolazioni.

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La Panigale V2 pone la guida sportiva sotto una prospettiva molto differente: non è un vorrei ma non posso, perché non è regalata, ma va piuttosto considerata una scelta filosofica.

E’ una moto molto efficace perché guidata da mani capaci sa andare fortissimo, ma il livello di impegno richiesto rispetto alla sorella maggiore V4 è praticamente dimezzato: è quindi una goduria condurla tra i cordoli della tecnica pista di Jerez, tracciato in cui si apprezza la scorrevolezza nella massima piega, la stabilità in frenata e si gode della piacevole sensazione di stare sfruttando realmente la moto per quello che può dare.

Insomma, quando sei in sella alla Panigale V2 non è lei che ti domina, non ci lotti, te la godi.

Il motore conferma come il passaggio all’Euro 5 non lo abbia affatto penalizzato, anzi: l’erogazione è molto lineare, c’è buona disponibilità di coppia, ma la parte buona in pista arriva poco dopo i 7000 giri.

Da li in poi ci sono 4000 giri, tutti “buoni”, fino al limitatore piazzato a 11.000, range in cui la spinta è lineare e la risposta al gas precisa, pronta.

Entra in curva rapida, omogenea, è molto efficace in percorrenza in quanto trasmette un’ottima sensazione di appoggio e quando sei alla corda non ci pensi due volte a dar fondo al gas, ricevendo una spinta costante, fluida, che non riesce a mettere in crisi una ciclistica e un’elettronica progettate per gestire ben altre potenze.

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Il bicilindrico Superquadro da 955 cc della Panigale V2 è conforme alla normativa Euro 5 e, rispetto al motore della 959 Panigale, eroga una potenza maggiore di 5 CV e coppia superiore di 2 Nm: l’incremento prestazionale è legato principalmente ai nuovi iniettori, due per cilindro, uno sopra e uno sotto farfalla, di taglia maggiore e diverso angolo di lavoro. Sul fronte della ciclista, prendere nota della geometria di sterzo che prevede 24° di inclinazione del cannotto e 94 mm di avancorsa, l’interasse è di 1436 mm, mentre la distribuzione dei pesi è di 52% all’anteriore e 48% al posteriore.

Così finisce che apri il gas in modo repentino senza pensarci troppo e la moto non scarta, non impenna, ma va avanti e fa strada.

La Panigale V2 è la classica moto capace di confonderti: mentre sei in sella e la spingi al massimo, ti sembra sempre di andare piano: “Dai motore galoppa che il cronometro non ti aspetta”.

Poi, guardi il cronometro e ti sorprendi di quanto sei andato forte, perché la potenza serve sempre, vero, ma quello che serve è anche mettere a terra al meglio tutti i cavalli, raccordare alla perfezione staccata-percorrenza-accelerazione e farlo per ogni curva. Un mestiere che la Panigale V2 sa fare tremendamente bene, perché, come spesso accade su moto di questo segmento, anche sulla V2 non c’è un elemento tecnico che prevale sugli altri: motore, ciclistica, potenza, agilità.

Gli ingredienti si amalgamano come in un piatto sapientemente cucinato da uno chef stellato, un piatto in cui anche le sospensioni sono parte in causa con una forcella (Showa BPF) molto a punto, che trasferisce il carico in modo controllato, anche se in certe situazioni, tipo le staccate più consistenti, arriva a lavorare un po’ vicina al fondocorsa, e un monoammortizzatore su cui ho ben poco da dire se non che ha una taratura perfettamente azzeccata.

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L’impianto frenante anteriore è composto da una coppia di pinze monoblocco M4.32 Brembo azionate da una pompa freno radiale. I dischi sono da 320 mm di diametro. Al posteriore, abbiamo un singolo disco da 245 mm di diametro su cui lavora un’unica pinza Brembo.

Rispetto alle sospensioni della 959 Panigale, la Panigale V2 ha la forcella sfilata di 2 mm e l’ammortizzatore allungato sempre di 2 mm, il che, insieme ai nuovi Pirelli Diablo Rosso Corsa II, ha permesso di rendere la moto più intuitiva, agile e divertente. Fermarla non è un problema, grazie a un impianto frenante anteriore composto da una coppia di pinze monoblocco M4.32 Brembo azionate da una pompa freno radiale, con dischi da 320 mm di diametro, mentre al posteriore abbiamo un singolo disco da 245 mm di diametro su cui lavora un’unica pinza Brembo.

Alla fine, la Panigale V2 va forte, ma non stanca, è agile, mai nervosa, frena forte (l’ABS Cornering è molto valido), ma è stabile e non si “muove” nemmeno se la maltratti in staccata, chiedendo solo di prendersi qualche istante in più nelle scalate più repentine per dar tempo al motore di rientrare nel range dei regimi “umani”.

Siete alla ricerca di violenza e adrenalina? Puntate il mirino sulla V4 che ve ne fornirà in abbondanza.

Ma se volete godere della guida pulita, perfino raffinata, non sottovalutate la Panigale V2, perché lei va forte sul serio.

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