Tanti auguri Pierobon! Sono passati 70 anni giusti giusti dalla nascita dell’azienda specializzata nello studio e nella realizzazione di ciclistiche e accessori per moto da competizione, a stretto contatto con Case e team in MotoGP e in Superbike.
Riccardo, il capostipite, se ne è andato un paio di anni fa, ma le sue tracce sono dappertutto. Massimo, il figlio che ha preso le redini dell’atelier, ha dato il suo nome a tre delle moto in produzione: X60R che significa “Per i 60 anni di carriera di Riccardo”, poi X80R per il compleanno degli 80 anni e quindi questa X85R per gli 85, l’ultima arrivata, la più evoluta., la più particolare.
Salirci in sella e provarla come qualsiasi altra moto, sarebbe come usare un pianoforte per piantarci i gerani; non è roba da catena di montaggio, prima bisogna conoscerla, scendere nel dettaglio delle scelte tecniche come fanno gli intenditori. Magari farle anche qualche carezza sulla fibra di carbonio, sui pezzi in lega d’alluminio realizzati a mano.
Fatto questo, allora sì che si guida e ci si diverte, altrimenti si rischia di non capire perché l’azienda bolognese abbia realizzato un telaio per una moto che non ne aveva bisogno.
La ciclistica è stata progettata per i motori Ducati superquadri, cioè gli 899, 959, 1199 e 1299, ed è noto che nelle Panigale sono i motori stessi a fare da telaio.
Allora perché? Capirlo vuole dire conoscere bene la Panigale.
Al suo motore portante è imbullonato soltanto un piccolo scatolato in alluminio pressofuso che supporta il cannotto di sterzo e ha anche funzione di air box. Questo è il suo telaio!
Una struttura molto compatta e che quindi flette poco, ne consegue una certa rigidità dell’avantreno per cui la Panigale predilige una moderna guida ”stop and go” piuttosto che traiettorie rotonde e alte velocità in curva.
La X85R è nata per essere la soluzione alternativa, perché il suo telaio a traliccio si muove quel tanto che basta a recuperare il feeling per una guida più pennellata.
È una vera racer e non una moto stradale adattata alla pista; un “giocattolo” per superappassionati che mai la metterebbero sulla strada. Te ne accorgi appena sali in sella: l’impostazione di guida, l’ergonomia, il serbatoio con l’incavo per il mento che permette di accucciarsi bene sotto il cupolino, la protezione aerodinamica buona nonostante una sezione frontale piuttosto stretta: tutto è racing, compresa la seduta caricata in avanti e piuttosto bassa, per cui ci si sente “dentro” la moto stessa.
Compatta, con dimensioni contenute quanto quelle di una Panigale: la carenatura è in fibra di carbonio invece che in ABS Ducati ma la sagoma è la stessa.
Arrivarci non è stata una banalità perché la moto di serie è molto ridotta e i tubi del traliccio hanno un ingombro leggermente superiore, ma nelle zone accanto al telaio c’è tutta l’elettronica per cui è stato necessario rivedere gli spazi tra l’airbox e la carena e anche la scelta dei materiali.
“Abbiamo scelto il traliccio perché abbiamo una conoscenza approfondita di questo tipo di strutture – spiega l’Ingegnere Davide Bove, il progettista – Avevamo pensato di realizzare il telaio in lega d’alluminio EN-AW 7020, una lega particolare che ci facciamo realizzare ad hoc, ma per avere le stesse prestazioni dell’acciaio sarebbe servito un diametro dei tubi maggiore e non c’era spazio. Quindi la scelta è ricaduta sul 25CrMo4, una lega di acciaio al cromo-molibdeno. Da qui abbiamo cominciato a sviluppare il telaio ed è stata una sfida piuttosto complessa perché nel motore V2 superquadro gli attacchi sono posizionati sulle teste e la distanza tra il cannotto e l’attacco anteriore del motore è molto ridotta, quindi non si ha molto materiale da far muovere. È la fase che ha richiesto più tempo, per capire come ottimizzare la geometria”.
Tempo speso bene perché la sensazione che la moto trasmette è rassicurante, senti sempre di averla in pugno.
Chi ha provato i modelli precedenti riconosce subito la parentela: la X85R ricorda moltissimo la X80R con il motore 848, con cui corsi ad Imola, o la X60R con cui vinsi al Red Bull Ring.
Ciclistiche facili da usare, che non ti mettono mai in difficoltà, stabili, precise, che perdonano molto.
Proprio per questo la X85R ti permette di esagerare: è solida ma non pesante, la senti sicura come la mano del babbo sulla spalla e sai che non ti tradirà. Se anche ti lasci prendere dall’entusiasmo e vai fuori dalle righe riesci sempre a rimettere le ruote nel posto giusto.
L’ho verificarlo di persona al Mugello, dove una staccata lenta non esiste e andare “dritti” porta sfortuna: se anche arrivi un po’ lungo, con questa Pierobon ti salvi sempre, perché nonostante abbia un avantreno solido si lascia correggere.
Basta insistere con il freno, ridurre la velocità, e ti accompagna dolcemente su una linea che ti permetterà comunque di uscire dignitosamente dalla curva.
È molto precisa e anche quando lasci la leva e il carico sull’anteriore si riduce, continua a copiare bene la traiettoria impostata, e la tiene quando punti il gas. A centro curva è impeccabile e lo rimane quando inizi ad accelerare. Solo se spalanchi il gas con cattiveria comincia a scivolare, ma probabilmente nell’esemplare di questa prova c’era qualche problema di gomma e comunque anche in quel frangente la moto resta direzionale e facile da controllare.
X85R KIT BASE – BASE KIT
Telaio euro 5651,84
Bussole telaio euro 182,82
Supporto telaietto anteriore euro 259,63
Telaietto posteriore per serbatoio standard euro 722,21
Supporto fissaggio serbatoio euro 421,20
Coppia viti serbatoio euro 151,56
Kit Pedane euro 681,72
Airbox in carbonio euro 866,43
Condotto in carbonio euro 421,60
Piastra elettronica laterale Dx euro 319,22
Piastra elettronica laterale Sx euro 242,97
Totale euro 9921,19
UPGRADE SERBATOIO MAGGIORATO
Telaietto posteriore per serbatoio maggiorato euro 775,70
Modifica serbatoio mag. euro 2143,68
Serbatoio maggiorato euro 3996,49
ACCESSORI
Bussole telaio +- 0,5° euro 269,80
Fascetta Amm, di Sterzo d. 53 euro 314,77
Sella con fondo in carbonio euro 304,75
I PREZZI SONO ESCLUSI DI IVA E SPESE DI SPEDIZIONE
Una cosa molto importante è che la X85R ce la si può cucire addosso, su misura. Non nasce completa, ma come kit in scatola di montaggio contenente il telaio e numerosi componenti: chiunque si può assemblare la propria moto cannibalizzandone una standard o scegliendo la componentistica che preferisce. Per di più ci sono numerose possibilità di regolazione.
“Usiamo molti pezzi di serie per consentire il plug and play – spiega l’ingegner Bove – facilitando così chi se la vuole costruire da solo. Tra gli interventi che proponiamo c’è l’allungamento di 35 mm del forcellone di serie: aumenta la stabilità e grazie al tiro catena permette di scaricare meglio la potenza a terra, però bisogna sistemare l’assetto. Per recuperare carico sul posteriore lo si abbassa e di conseguenza bisogna cambiare l’inclinazione del cannotto. Per questo abbiamo un angolo di sterzo diverso dall’originale e le sedi nel cannotto permettono di variarlo a piacimento montando boccole differenti. Per la zona del fulcro forcellone le possibilità di regolazione sono le stesse della moto di serie perché c’è un limite dovuto al motore che è difficile sorpassare”.
La Pierobon X85R si può guidare tonda perché le caratteristiche della ciclistica invitano a buttarsi dentro la curva con tanta velocità.
Personalmente preferisco “spigolare” perché quella è la guida moderna ed è più vicina al mio stile, però su questa moto entrambe le tecniche sono efficaci.
Nei cambi di direzione è neutra e quindi, non avendo l’aiuto che potrebbe venire da un comportamento sovrasterzante, bisogna lavorare con il manubrio.
Ci vuole un po’ di decisione, ma l’avantreno è preciso e nell’inversione di inclinazione la X85R prende bene la corda.
Per farla girare meglio va accompagnata con il peso del corpo, questo sì; non arriva al punto da poter essere definita ”fisica”, ma non è una bicicletta.
Nei cambi richiede un’azione decisa del pilota e bisogna portare dentro le spalle, però è molto stabile in traiettoria e precisa in frenata. Le quote della ciclistica sono abbastanza diverse da quelle della Panigale, che essendo più stradale richiede meno forza.
Questa ha un’impostazione racing vecchio stampo, “ignorante”, e richiede che il pilota lavori; il serbatoio di serie viene modificato e si allunga fin sotto la sella, con un aumento della capacità di 1,5 litri e una maggiore centralizzazione delle masse che un po’ aiuta, ma è solo un palliativo.
Il punto di forza della X85R è la staccata. In questo è efficacissima, permette di portare la frenata fin dentro la curva e anche spingendosi fin lì senti che puoi mettere le ruote dove vuoi, anche quando hai ancora il freno in mano. Facile quanto le moto che corrono nella BOT, tanto facile che sembra di una cilindrata più piccola.
Per quanto riguarda le sospensioni, quelle del test erano un po’ rigide, ma è solo una questione di taratura, sono vecchie conoscenze…
“La sospensione posteriore ha la stessa geometria di quella di serie perché l’attacco dell’ammortizzatore è direttamente sul motore e quindi è vincolato a quella posizione – illustra l’ingegner Bove – Ogni modifica richiede componenti in più che il cliente deve comprare: siccome la sospensione di serie offre già la possibilità di avere una progressione flat (lineare) oppure progressiva, non abbiamo cambiato nulla della geometria del link. Per l’uso in pista, solitamente si parte con sospensioni di tipo lineare; ad esempio, 2 mm di corsa della ruota posteriore corrisponde a 1 mm di corsa dell’ammortizzatore e questo rapporto non varia lungo la corsa della sospensione: il pilota sa cosa aspettarsi. Invece, per uso stradale si preferiscono sospensioni in cui questo rapporto varia perché la moto è pensata per essere utilizzata anche in due, magari col bagaglio, e quando viene caricata non si deve sedere troppo. Quanto alla forcella, il kit è personalizzabile, si può montare tutto l’anteriore della moto originale, altrimenti offriamo la possibilità di avere piastre di sterzo calcolate con le nostre rigidezze affinate per quelle del telaio, realizzate sulle richieste specifiche del cliente in base alla forcella che vuole montare”.
Di motore ovviamente non è il caso di parlare, perché ognuno può scegliere quello che vuole, mentre un’ultima nota la meritano le appendici aerodinamiche. Le ali vengono applicate a una carenatura che ha la stessa silhouette di quella di serie, ma sono studiate ad hoc.
“Sono state sviluppate in collaborazione con un consulente esterno, laureato in ingegneria aerospaziale – le descrive Bove – Sono triplane e hanno le winglet, cioè quella parte finale che tende a essere verticale e serve per ridurre la vorticosità che si genera alla fine dell’ala stessa: il flusso superiore e quello inferiore hanno differenti pressioni e si incontrano lì dove finisce l’ala, generando dei vortici che tolgono carico e aumentano il drag (resistenza)”.
Dal mio punto di vista posso solo osservare che, grazie a quelle, la moto è molto stabile, soprattutto in velocità, e che in curvoni come l’Arrabbiata e la “S” Biondetti è solida come una roccia: quando sei piegatissimo in quarta piena e vedi le cose passarti di fianco alla velocità della luce, è sempre una gran bella notizia.
foto Photohouse
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