Adesso tutto sarà dannatamente più difficile per gli avversari di Fabio Quartararo.
Il Gran Premio di Catalunya ha parlato chiaro: nessuno ha la sua consistenza, nessuno ha la sua costanza di risultati, e gli avversari gli si perdono in scia, uno dopo l’altro, disseminati dietro a lui in classifica con distacchi oramai importanti.
Si potrà dire che il campionato è ancora lungo, ma a questo si può controbattere che il vantaggio che Fabio si è saputo costruire è straordinariamente grande perché si siano disputate solo 9 gare. Il pilota Yamaha, il solo tra i compagni di marca che sappia trovare nella M1 una moto vincente, in Catalogna è stato stellare, perfetto. Ha condotto la gara dall’inizio alla fine e non è stato una scoperta. Ma c’è una valutazione da fare: lui sta conducendo un campionato bellissimo, ma quanto del suo vantaggio è dovuto a quello che gli avversari hanno sprecato? La risposta è facile: tantissimo.
Così il Gran Premio catalano è stato la miglior icona, la sintesi ben rappresentativa, di quello che sta succedendo. Il francese ha fatto il suo, lo ha saputo fare, ma quello che si è ritrovato ad incassare ieri è andato oltre la sua bravura. Così dall’alto della sua posizione di leader della classifica, i suoi meriti si sommano ai demeriti degli altri pretendenti, o alle loro disgrazie.
Come quella di Pecco Bagnaia, steso alla prima curva da Nakagami. Perché le corse sono anche questo, e perché uno “zero” è sempre lì dietro l’angolo, solo che la disavventura del pilota di punta del Team Lenovo Ducati, assolutamente vittima incolpevole ieri, aggiunge un passo falso ad altri che adesso pesano ancora di più come macigni sulla sua classifica. Lo stesso si può dire di Enea Bastianini, rotolato nella ghiaia anche qui, dopo essere caduto anche al Mugello.
E Quartararo incassa doppio, e se ne va. E non ha la migliore moto della stagione, ma la sa sfruttare. È solo? Non ha compagni che lo possano aiutare nella riconquista del titolo? Importa poco: sono gli avversari che cercano di favorirlo in ogni modo.
Come ha fatto ieri Aleix Espargaro, l’unico che fino ad ora lo ha copiato sulla via della costanza dei risultati. Aleix è quello che ha saputo rimanere agganciato e che nel Gran Premio di ieri ha lottato come un leone accendendo un duello da favola per il secondo posto con Jorge Martin… poi il disastro: taglia il traguardo della fine del penultimo giro, crede che la gara sia finita, esulta. Gli altri lo sverniciano – hanno da finire la gara, loro, mica discorsi – il box Aprilia si dispera.
Gli viene finalmente il dubbio, da di nuovo gas, supera Luca Marini, arriva quinto, ma la frittata è fatta. Una bella manciata di punti al vento… E Fabio Quartararo si presenta all’incasso anche da lui. Alla fine per la Ducati il podio dei due del Team Pramac ha quasi il sapore della beffa. La Ducati pare sia finalmente diventata una moto per molti, tanti sono i piloti, anche rookies, che hanno imparato a portarla al limite. È la migliore delle moto in pista, non c’è dubbio.
Ed ecco, questo è il punto: la Desmosedici, quella sì che ha la costanza dei risultati di Fabio! Ma fatalmente troppe volte sotto al sedere di piloti diversi. Così Quartararo lascia la Spagna canticchiando “Another one bites the dust” e “vede” il secondo titolo.
SBK a Jerez: avanti tutta!
A Jerez de la Frontera, seconda tappa del campionato SBK, si ri-accende lo spettacolo con Ducati protagonista. Doppietta di Redding e secondo posto in gara 2 per Davies.
Bagnaia tinge di rosso il Mugello
Al Mugello, tra prove e gara, con la Ducati Desmosedici c’è gloria per tutti: Di Giannantonio fa la Pole, Bezzecchi e Marini sono fra i protagonisti, ma è la moto rossa di Francesco Bagnaia che taglia per prima il traguardo.