Gambettola è una piccola frazione tra Rimini e Cesena, nel cuore della Romagna. E’ qui che, negli anni Settanta, il padre di Maurizio e Brunaldo Pirini conduceva un’attività rivolta al recupero dei metalli. Ferro, alluminio e ogni altro tipo di materiale veniva raccolto e poi smistato per essere fuso e impiegato di nuovo.
Quasi per caso, però, un giorno è stato chiesto ai fratelli Pirini se fossero interessati allo smaltimento del magazzino ricambi della Honda di Atessa, in Abruzzo. All’epoca, i due non avevano esperienza in questo tipo di operazione, ma fiutarono la possibilità di ricavare un utile, nonostante il parere contrario del padre.
E’ stato così che l’attività di famiglia è passata dalle semplici materie prime ai pezzi lavorati, acquistati in base alla loro funzione anziché a peso come accadeva in precedenza.
A tal proposito, Maurizio e Brunaldo ci raccontano che loro padre, sentendo quanto avevano pagato i primi stoccaggi di magazzino, chiese subito il peso della merce: “Quando gli dicemmo che erano pochi quintali per poco non gli prese un colpo! Lui era abituato a comprare il metallo per qualche decina di lire al quintale e per lui non faceva differenza se si trattava di blocchi di alluminio da fondere o di forcelle e serbatoio da moto.”
In effetti, una componente di rischio, nel lavoro dei Pirini, c’è. Quando si rileva il magazzino di una fabbrica motociclistica i quantitativi possono essere davvero notevoli e bisogna avere già dei canali attraverso i quali poter vendere la merce, che pertanto deve risultare appetibile, come è accaduto nel 1995, quando i Pirini furono chiamati da Ducati per smaltire gran parte dei ricambi relativi ai modelli degli anni Settanta e Ottanta.
“Ci sono voluti sei mesi di tempo e ben diciotto tir per portare via tutta la roba! – ci spiega Brunaldo – I camion erano pieni di materiale relativo ai coppie coniche della serie carter quadri, come l’860 o il Darmah, e ai bicilindrici paralleli, senza contare una buona dose di materiale industriale e marino. E’ stato un bell’azzardo, oltre che un investimento non da poco. Abbiamo dovuto addirittura prendere in affitto un nuovo capannone perché non sapevamo dove mettere tutto quel materiale. Però, nel giro di qualche anno, siamo riusciti a venderne gran parte.”
I Pirini hanno avuto occasione di rilevare anche i magazzini di Benelli, Laverda e Bimota, della quale hanno anche alcuni pezzi pregiati, come il prototipo della 500 V2 con telaio Tesi, e altri oggetti interessanti.
La bravura nello svolgere il lavoro dei due fratelli romagnoli sta anche nel tempismo con cui si prendono certe decisioni. Tergiversare qualche giorno, talvolta, può far sfumare l’affare: la merce può essere destinata altrove o, addirittura, nella peggiore delle ipotesi, diretta al macero quando la fabbrica che se ne separa ha impellente bisogno di spazio.
Inoltre, bisogna conoscere molto bene le varie normative in termini di spedizioni verso i vari paesi del mondo, visto che talvolta, anche grandi quantità di merce vengono dirottate subito all’estero. All’interno della Comunità Europea, infatti, le tariffe sono tutte uguali e mediamente convenienti, ma se si decide di mandare qualcosa al di fuori possono esserci delle brutte sorprese.
Infine, è fin troppo evidente che per gestire così tanti articoli si ha necessità di una rigorosa classificazione degli stessi, sia ai fini fiscali che per quanto riguarda la reperibilità.
“Prima facevamo tutto a memoria – spiega Maurizio – ma certe volte facevamo fatica a trovare le cose. Adesso viene tutto catalogato con gli stessi codici del produttore. Nel caso di Ducati, ad esempio, abbiamo acquistato lo stesso programma che usa la Casa madre per gestire i ricambi. In questo modo, oltre a sapere dove si trovano all’interno del nostro magazzino, sappiamo anche su che moto possono essere montati e a cosa servono! A volte, infatti, capita anche di ritirare dei pezzi un po’ particolari che non sai dove vanno montati sulla moto.”
Oltre che tramite fax, telefono e di persona, presso la storica sede di Gambettola, i Pirini hanno iniziato a vendere la loro merce anche su internet, sia tramite il loro sito che attraverso eBay.
Si tratta di un lavoro che assorbe molto tempo, tanto che all’interno dell’azienda in provincia di Rimini c’è una persona che si occupa full time delle vendite on-line.
Di recente, poi, i Pirini hanno di nuovo rilevato altri ricambi dei magazzini Ducati, andando a completare la copertura della gamma fino al 2003. Quest’ultima partita è stata stanziata in un apposito capannone, dove la merce è stoccata ordinatamente.
Tanto per fare un esempio, i Pirini possiedono gran parte dei ricambi della MHe, della serie Monster, della ST e della Super Sport. Forcelle, serbatoi, cerchi, basamenti, impianti di scarico, gruppi ottici e centraline.
Tutto ciò che serve, quindi, per riparare una moto incidentata o per realizzare una special. Girando per i bancali, infatti, abbiamo trovato particolari davvero interessanti, che davano l’impressione di essere in un supermercato della motocicletta.
Muniti di carrello, ci siamo immaginati mentre accumulavamo il necessario per realizzare la moto dei nostri sogni: il forcellone di questo modello, la sella di quest’altro, il radiatore di quest’altro ancora e così via.
In merito ai prezzi, Maurizio stesso ci ha fornito alcuni esempi: “Per il serbatoio di un Monster Cromo del 2003 ci vogliono circa 2500 Euro, mentre noi lo vendiamo a circa 1000. Allo stesso modo, due steli Showa della forcella della 748 di listino costano più di 2000 Euro, mentre qua da noi si possono trovare a circa 500 Euro.”
Questo, naturalmente, per quanto riguarda i modelli più recenti, mentre per quanto riguarda la parte storica, c’è di che sbizzarrirsi, anche se bisogna essere muniti di una certa pazienza. Nel deposito di Gambettola, infatti, a differenza del capannone dove è stato scrupolosamente suddiviso il materiale Ducati di ultima generazione, non si può certo dire che l’ordine regni sovrano.
Se vogliamo, tutto ciò dà in realtà quel pizzico di fascino in più alla ricerca di un particolare difficile da reperire.
Sentiamo, a tal proposito, alcuni aneddoti curiosi: “Tra i pezzi più importanti che abbiamo c’è il serbatoio di una Ducati 125 Six Days. Si tratta di uno dei pochissimi articoli, qua da noi, a non essere in vendita.”
Inevitabile, parlando di modelli classici o d’epoca non andare a finire sull’argomento mercatini: “Noi partecipiamo soltanto a due mostre scambio ogni anno: Imola e Reggio Emilia. Negli ultimi anni, tuttavia, la situazione sta diventando quasi paradossale: la gente cerca solo ferro vecchio, mentre se hai dei pezzi nuovi non ti considerano nemmeno. La colpa è di chi se ne approfitta, sparando dei prezzi che non stanno né in cielo né in terra. Ho visto con i miei occhi delle persone litigare per accaparrarsi dei carburatori rugginosi presso uno stand vicino al nostro, mentre noi che li avevamo nuovi non ne vendevamo neanche uno. Sembra che, ormai, chi si occupa di restauro preferisca sporcarsi le mani apposta…”
Brunaldo ci racconta poi di un curioso appassionato giapponese che, proprio a Imola, lo ha letteralmente “ripulito”. “E’ arrivato da noi con un interprete chiedendoci se avevamo delle bobine per le Ducati degli anni Settanta. Ne avevamo tre scatole: una in esposizione e due sul furgone. Ci ha comprato quella che avevamo in esposizione così, dopo che è andato via, ne abbiamo messa fuori un’altra. Dopo un po’, però, è ripassato davanti a noi e, vedendo altre bobine si è subito precipitato a comprarle. Poi, il suo interprete ci ha chiesto se ne avevamo delle altre e gli abbiamo venduto anche la terza scatola! Dopo qualche anno è tornato in Italia ed è venuto da noi a trovarci. Lo abbiamo portato nel capannone che avevamo prima e ci ha comprato ancora altra roba, compresi due segnatempi marchiati Ducati, di quelli che venivano usati una volta.”
I fratelli di Gambettola ci spiegano che all’estero ci sono dei collezionisti e restauratori che, sostenuti dalla necessaria disponibilità economica, sono disposti a spendere cifre importanti pur di potersi permettere moto che in Italia, purtroppo, ce le sogniamo.
I Pirini hanno in prevalenza ricambi per moto stradali, ma all’occorrenza è possibile trovare presso di loro anche interessanti particolari racing, come pinze, dischi e pompe freno, impianti di scarico, pezzi in fibra di carbonio, sospensioni e cerchi in alluminio o magnesio.
A tal proposito ci è capitato di vedere delle ruote da 16,5” con canale da 6,25”, probabilmente rimaste allo stadio di prototipo, numerosi dischi con piste frenanti in ghisa, come quelli che venivano utilizzati sulle 888 SP e molti altri accessori per l’uso in pista.
Nel capannone dove è conservato il materiale Ducati, è possibile trovare anche alcuni pezzi della Bimota Tesi (quella motorizzata con il bicilindrico a quattro valvole della Casa di Borgo Panigale), come le omega del telaio e i particolari dischi dei freni.
Di recente, invece, sono arrivate a Gambettola le sovrastrutture, serbatoio compreso, delle versioni Bayliss e Bostrom replica della 998 S, roba da far gola a qualsiasi appassionato che desidera trasformare la sua 916-996-998 in una copia di quella dei suoi beniamini.
A ben vedere, alcuni pezzi sono davvero pregiati, pur rimanendo nell’ottica dei ricambi originali.
Vale per la sella, con tanto di copertura per renderla monoposto, del Monster S4 Fogarty e per il supporto del parafango della MHe, realizzato in alluminio lucidato.
Sono tutti particolari che possono essere utilizzati come semplici ricambi o anche dare spunto per eventuali modifiche e adattamenti, visto l’elevato livello di compatibilità che c’è tra i vari modelli Ducati.
Un consiglio, però: se capitate dalle parti di Gambettola, lasciate il libretto degli assegni a un vostro amico. Poi non dite che non ve l’avevamo detto!
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