L’illusione è durata giusto lo spazio tra due gare consecutive: da Donington ad Assen, dall’Inghilterra all’Olanda, poi tutto è tornato come prima.
Il Campionato del Mondo Superbike, che sembrava potersi essere riaperto, che accoglieva e lusingava il talento nascente di Toprak Razgatlioglu, dopo tre schiocchi di frusta di Jonathan Rea, torna nelle mani del pluricampione della Kawasaki.
Rea – dopo aver dominato le prove – vince tutte e tre le gare del fine settimana e – complice la caduta in Gara-2 del giovane pilota turco della Yamaha – se ne va di nuovo, riconquistando la testa della classifica e 37 punti di vantaggio sul primo inseguitore.
Contro Rea non si può sbagliare, non si possono commettere passi falsi: è questa la sua legge. Il britannico è implacabile, ha la classe, la padronanza della propria moto e anche la testa che gli consente di risorgere – crollasse il mondo – anche quando commette errori come quello di Donington: Giancarlo Falappa ha scritto sui social che ci vorrebbe un cecchino… però uno bravo, aggiungiamo noi, perché come bersaglio, il britannico, è un bersaglio veloce.
Il più veloce.
Sarebbe interessante, a questo punto della carriera, vederlo su un’altra moto, non tanto perché si possa nutrire qualche dubbio che sia la moto a fare la superiorità del binomio, quanto per certificare in maniera definitiva la sua smisurata classe nella categoria. E’ lui ad essere superiore, su questo non ci piove. Bello sarebbe vederlo in sella ad una Ducati, bellissimo sarebbe vederlo cambiare dal verde al rosso: ecco, l’ho scritto!
Razgatlioglu comunque è ancora lì, e – senza che fosse stato steso da Gerloff al via di Gara-2 – se ne sarebbe tornato via da Assen con un passivo in classifica meno avvilente, anche se contendere il successo al rivale della Kawasaki in Olanda sarebbe stato francamente velleitario.
Nel giorno di gloria di Andrea Locatelli (nel complesso è la sua la migliore delle Yamaha alla fine), i piloti in sella alla Ducati Panigale V4R – a prescindere dalla caduta di Rinaldi in Gara-1 – hanno finalmente dato prova di tonicità. Per Scott Redding finalmente un fine settimana all’insegna della consistenza, al di là del fatto di non essere riuscito a vincere: ha combattuto, è sembrato a suo agio sulla propria moto, ed ha portato a casa il massimo concesso dal potere di Rea. Se tutte le gare fossero state così dall’inizio del campionato SBK, adesso il passivo in classifica avrebbe autorizzato a continuare a crederci: non è finita, certo, ma 81 punti di distacco sono un bel po’. Intanto l’inglese del Team Aruba.it ha recuperato una ventina di lunghezze sul pilota turco della Yamaha e non è poco.
Michael Ruben Rinaldi, secondo nella Superpole Race per la penalizzazione di Razgatlioglu e Locatelli per aver oltrepassato i limiti della pista, si può parlare di weekend positivo non tanto sotto l’aspetto concreto dei piazzamenti (è caduto alla curva 8 in Gara-1, secondo nella gara della domenica mattina e ottavo nella gara conclusiva), quanto se mai per il fatto di essere riuscito a correre facendosi vedere per lunghi tratti nelle posizioni di testa, a lottare con l’élite dei piloti che contano e questo è importante. Importante quasi quanto le vittorie di Misano.
E’ stato bello vederlo correre alla stessa maniera nella quale affrontava le gare nella prima parte della stagione scorsa, da pirata in sella alla moto del Team GoEleven.
Sì, correre così come ha fatto in Olanda potrà averlo motivato per le prossime gare di più che vincere a Misano… Michael ha avuto anche – lui che non a caso corre con il numero 21 – la soddisfazione di essere scelto dalla Ducati per compiere un giro d’onore della pista di Assen con la versione celebrativa della Panigale V2 dedicata al decimo anniversario del primo titolo di Campione del Mondo conquistato da Troy Bayliss: è successo al termine della Superpole Race.
Finalmente, a ridosso del podio in Gara-2, si è rivisto Chaz Davies, con la sua Panigale celeste e bianca targata GoEleven.
L’ipoteca che Jonathan Rea ha messo sul Mondiale 2021 è pesante, ma non siamo ancora al giro di boa della stagione: Kawasaki, Yamaha e Ducati – su tutte (gli altri sono su un piano ancora inferiore)- si daranno ancora battaglia, questo è certo, e i colpi di scena sono sempre lì, dietro ogni curva. Sarà importante – per chi vorrà avere una chanche di vittoria – esserci, a farsi braccare, quando è possibile, oppure a cercare di perdere meno terreno che si possa, quando si dovrà invece inseguire. I punti in palio sono ancora tanti e le gare di Assen per i piloti Ducati hanno generato segnali positivi.
Lo scenario inedito dell’autodromo di Most, in Repubblica Ceca, tra due settimane, si illuminerà di verde, di rosso o di blu?
La caccia a Rea è aperta.
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