Spirito Libero: Eleonora e il Monster 695

Spirito Libero: Eleonora e il Monster 695

Dicono che le donne scelgono il Monster perché è molto semplice da usare. Per quanto mi riguarda è stata più una questione di innamoramento.

Giugno 2014, avevo trentun anni. Mentre le mie amiche convivevano, decidevano di sposarsi o andavano a scegliere il passeggino, io compravo la mia prima moto (perdonami madre): un Monster 695.
Dicono che le donne scelgono il Monster perché è molto semplice da usare. In realtà, le mie prime guide le ho fatte con una giapponese, e mi sembrava di andare in bicicletta, quindi non mi trovo completamente d’accordo con questa convinzione: per quanto mi riguarda è stata più una questione di innamoramento.

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Un bel primo piano di Eleonora con il suo Monster, moto che utilizza in modo assiduo da tre anni: una delle tante donne motocicliste, dimostrazione di come il pubblico femminile sia sempre più importante per il nostro settore.

L’ho voluta fortemente, sarà che ha quella linea classica, originale, meno aggressiva del Monster 696, sarà che… non lo so, è come se dovessi spiegare perché perdo la testa per i ragazzi mori e tatuati, è questione di emozione, di pancia!
La scelta è stata quindi più che altro emozionale, ma ovviamente non sono mancate le considerazioni più tecniche e i pareri di persone altamente qualificate.
Essendo donna, esile e totalmente inesperta, al momento dell’acquisto non nascondevo il mio timore di ritrovarmi una moto troppo “pesante” e difficile da gestire, perché, diciamolo, i pareri contano fino a un certo punto: la moto è come un paio di scarpe, per sapere se calza alla perfezione la devi provare proprio tu.

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La testimonianza di Eleonora è anche un invito a tutti i maschietti motociclisti a evitare i soliti luoghi comuni, le battute consuete, nonché ad abbandonare quell’atteggiamento di pretesa superiorità che, senza motivo, molti hanno verso le donne in moto.

Ma già dal primo approccio con il mio Monster 695 le paure sono svanite; le dimensioni sono contenute e trovo che la sua cilindrata sia perfetta per una principiante. Inizialmente era docile, facile da usare, poi, con il tempo, e un po’ di esperienza, è riuscita a rispondere anche all’esigenza di prestazioni più sportive.
La posizione alla guida non è forzata, ma leggermente inclinata in avanti e ho apprezzato immediatamente il fatto di non ritrovarmi completamente coricata sulla moto con la faccia verso l’asfalto.

Ho notato che questa postura aumenta il carico su braccia e schiena, il che rende i tragitti lunghi piuttosto stancanti, ma non impossibili. La sella è piuttosto bassa (io che sono alta 172 cm tocco perfettamente a terra) e il passeggero non è troppo in alto rispetto al pilota.
Mi sono sentita sempre molto a mio agio, sia come “impatto fisico”, sia come performance.
Con il cambio gomme ho raggiunto l’apice: ho fatto montare delle Metzeler M5 che sono andata immediatamente a testare sulle strade verso l’Abetone: è stato il giro più bello di sempre, liberatorio, adrenalinico e nello stesso tempo rilassante.
Era primavera, con il primo sole non troppo caldo, strade perfette, poco traffico e la natura che fioriva. Mi sono riempita gli occhi, ho caricato lo spirito e su quelle curve ho domato la mia moto come non mai. Indimenticabile.
Dal momento in cui ho acquistato il mio Monster la mia vita è cambiata. Adoro essere una motociclista, anche se devo dire che il mio battesimo in questo mondo non è stato molto semplice.
Perché? Si sa che è un ambiente prevalentemente maschile, pertanto strabordante di preconcetti. Se vi chiedessi di chiudere gli occhi e immaginare un biker, lo vedreste sicuramente uomo, con la tuta, io di solito ci metto pure la barba e qualche tatuaggio e ovviamente con il modo di fare da bad-boy.

Essere motociclista non preclude affatto il poter essere femminile

Scommetto che non vi verrebbe in mente una trentenne alta, esile e con i modi di fare da signorina per bene (apparenza ingannevole). Tengo a precisare una cosa però: essere motociclista non preclude affatto il poter essere femminile, regala invece qualcosa in più, la possibilità di diventare camaleontica.
La sera, magari, esco perfettamente truccata, pettinata e con tacco 12, poi alla mattina mi sveglio, mi raccolgo i capelli con una treccia, infilo casco, giubbotto, protezioni e vado a cercare le curve più belle. La cosa stupenda è che, mentre cerchi curve, paesaggi, ristorantini incredibili dispersi chissà dove, trovi anche dei nuovi amici.

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Il 695 ha le caratteristiche giuste per essere la prima moto, grazie ai suoi 73 Cv e a una coppia di 61 Nm a 6750 giri. Inoltre, è una moto abbastanza leggera (168 Kg a secco) e comoda, grazie a un’altezza della sella da terra abbastanza contenuta.

Possedere una moto ti dà la possibilità di conoscere un sacco di persone, ma avere una Ducati ti proietta in un mondo a parte in cui la passione è davvero forte e si diventa immediatamente complici. Ducati è un marchio, ma dal momento in cui ti appassioni diventa molto di più.
Finalmente posso sfatare il mito che la specie femminile parli solamente di fashion blogger o del nuovo trailer di “Cinquanta sfumature di…”.
Non è così, siamo molto di più, possiamo attendere con ansia eventi come EICMA e il Motor Bike Expo, scegliendo di non essere quelle donne che ci vanno perché trascinate dal fidanzato, ma di essere noi stesse trascinatrici grazie al nostro entusiasmo!
Durante l’ardua ricerca del mio mostro ho potuto constatare una cosa interessante, che definirei uno dei “poteri” che ha Ducati: il modello anche meno recente resta comunque ricercato, una vera icona. Credo sia una caratteristica da non sottovalutare, un valore aggiunto che poche altre case motociclistiche possono vantare.
Basti pensare al Monster 600 Dark, che ha fatto storia! L’uscita di questo modello risale al 1998, ma ancora oggi se ne vedono per le strade, è richiestissimo negli usati e ha uno stile pazzesco!
Insomma non importa che Ducati hai, l’importante è che tu abbia una Ducati!
Tra l’altro i Monster si prestano tantissimo alla customizzazione: alcune volte si rischia di cadere nel tamarro, nell’eccesso, ma credo che la necessità di personalizzare la propria moto nasca con il tempo: vivendola, si scatena questo bisogno di renderla unica, perfetta per se stessi.
Io, per prima cosa, ho sostituito immediatamente gli scarichi originali con degli scarichi omologati in carbonio, fatti posizionare non più in basso nella posizione classica, ma sotto alla sella: a mio parere ciò ha reso il mio Mostro più snello e aggressivo, oltre a cambiargli decisamente “la voce” (e che voce!).
Devo dire però che i miei incontri non sono stati sempre piacevoli, soprattutto all’inizio, quando mi capitava di imbattermi in uomini bigotti, che mi riempivano di battutine di bassa lega. Certo questa cosa non mi ha mai fermato, anche perché non facevano altro che evidenziare il loro essere piccoli (di ego e chissà di cos’altro) e scatenare la mia capacità di zittirli con sole due parole.

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Credo sia importante potersi fidare delle persone con cui si condivide la strada
: ho avuto la fortuna di avere ottimi insegnanti, che hanno sempre insistito nel farmi capire che non c’è bisogno di dimostrare niente a nessuno e che devo prendere solo il bello dell’andare in moto.
Per la competizione esiste la pista, per strada si condividono chilometri e buon cibo, ma poi si deve tornare a casa.
Gli incontri più belli sono quelli con i veri motociclisti, quelli che hanno la passione, che hanno l’entusiasmo e solitamente li riconosco perché solo alla parola “moto” si accende in loro quella luce negli occhi che vedo anche in me. Sono quelli che mi chiamano sorella, che mi fanno il saluto biker magari anche al supermercato mentre faccio la spesa, sono quelli che si esaltano, che mi appoggiano, che mi stimano e a volte pure si preoccupano.
Sono quelli che non mi chiedono “a quanto l’hai tirata” ma che vogliono sapere che strade ho fatto. Sono quelli che condividono.
Diventare motociclista è stata una delle mie scelte migliori, mi ha fatto cambiare, crescere e aprire, mi ha fatto incontrare persone stupende, rafforzare vecchie amicizie e capire una cosa importante: non si è donna semplicemente mettendo i tacchi o avendo dei bei capelli.
Essere donna è avere carattere e passione; è decidere della propria vita, scegliere la propria strada e affrontare i problemi di petto senza avere paura.
Io ho trovato la mia strada da quando ho deciso di percorrerla in moto.
Oh, andare in moto è davvero qualcosa di incredibile: è aria fresca sulla faccia, è doversi vestire come un astronauta quando fuori ci sono 40 gradi, è anche salutare i bambini che si sbracciano dalle loro auto mentre ti guardano sognanti.

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Andare in moto ti fa cambiare visione del pericolo perché sei molto più esposto: noti maggiormente le distrazioni degli automobilisti, quanto sia pericoloso, mentre lo superi, il tizio in auto che guida ed è al telefono (e ti senti un coglione per tutte le volte che lo hai fatto tu. ripromettendoti di smettere).
Andare in moto era “sgasare” come una matta sotto la finestra della stanza d’ospedale in cui era ricoverato mio padre, solo per fargli sentire che ero lì, per farmi dire che non ero “normale” e potergli strappare un sorriso sotto ai suoi baffoni. Papà poi da quella stanza non ci è più uscito e io quell’abitudine di sgasare per lui non l’ho ancora persa, è il mio modo di urlargli che sono ancora “qui sotto”, che lo penso e che mi manca.
Non sono la più brava e la mia moto non è la più bella, ma amo quello che faccio e rispetto ciò che sono.
Finché avrò i brividi e mi emozionerà così tanto saprò che non è solo una semplice passione ma è vita. Me ne frego delle battutine, se sfrutto o meno la gomma, se quando tolgo il casco non sono perfettamente pettinata e se il mio giubbino è pieno di moscerini.

Io quando vado in moto respiro. Vivo.

C’è chi purtroppo in moto la vita la perde, io ho avuto la fortuna di ritrovarla. Per tutto questo, e molto altro, devo dire un grazie, di cuore, a uno dei miei migliori amici, Michele, per avermi incoraggiata, appassionata, spinta e indirizzata verso questa passione, che è stata il motore della mia rinascita.
Sono Eleonora, ho trentaquattro anni, sono una donna e una motociclista, vera.

Questo articolo ha 3 commenti.

  1. Ettore Scotti

    Complimenti Eleonora per ogni singola parola scritta in questo articolo. Mi hai fatto emozionare!

  2. Dmitro

    Bella storia, spero che ritornero’ anche io a ricomprare la Ducati, ho avuto la 696, pero’ anche a me mi piace di piu’ la 695.

  3. Giuseppe

    Ciao Eleonora, proprio oggi mio figlio, diciottenne, ha acquistato un 695 depotenziato, ovviamente usato, e ho fatto una ricerca con Google semplicemente digitando monster 695. Ho visto il sito cuoredesmo e mi sono incuriosito. Ho letto il tuo articolo tutto d’un fiato e mi sono emozionato tantissimo. I dettagli che hai descritto così bene, le sensazioni che hai trasmesso in quelle righe non hanno distinzione di genere, sono proprie degli appassionati della moto e di chi apprezza le due ruote al di la delle prestazioni, dell’ultimo modello o della moda del momento.
    Donne come te rendono questo pianeta un posto migliore, cerca di contagiarne più che puoi. Grazie.

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