E’ cambiato tutto. Di nuovo. Avevamo assistito, nella tappa di Donington, al riaprirsi dei giochi, poi avevamo bollato l’episodio inglese come un’effimera illusione dopo Assen, quando Rea aveva riaffermato la propria prepotenza.
Il mondiale Superbike di quest’anno è spettacolare: quando sembra che i giochi siano fatti e quando Jonathan Rea sembra avviato a confermarsi, tutto viene di nuovo messo in gioco. Adesso il pilota della Kawasaki in classifica ha Razgatlioglu a soli tre punti e anche Scott Redding è riuscito a risalire: lo svantaggio del pilota di punta della Ducati che era di ottantuno punti prima della gara di Most, adesso è di cinquanta.
E’ ancora tanto il distacco del britannico del Team Ducati Aruba.it, ma il feeling dimostrato da Scott con la sua Panigale V4R nelle ultime due gare autorizza a non abbandonare la speranza riposta in un’impresa impossibile.
Nell’inedito scenario del circuito di Most, in Repubblica Ceca, è la splendida forma di Toprak Razgatlioglu il motivo dominante, ed è la sua Yamaha ad assisterlo perfettamente nel marcamento stretto a Rea.
Il pilota turco riesce a riportare sulla terra il campione della Kawasaki, vincendo Gara 1 (scippandola con una certa cattiveria agonistica a Scott Redding, all’ultima curva). L’extraterrestre Rea torna sulla terra e lo fa letteralmente, con una certa decisione: nel tentativo di arginare Toprak cade, si rialza, riparte, è undicesimo, ma poi cade di nuovo ed è costretto al ritiro.
Tutto mentre Redding , che comanda la corsa dal quarto giro, sembra avviato a vincere. Ha una grande idea nella testa Scott, ma per metterla in pratica – lo sapremo poi – bisogna vincere.
E’ per questo che quando il pilota turco lo raggiunge, i due battagliano, ed lui a soccombere all’ultima curva, ci rimane male. La lucidità di Razgatlioglu è micidiale e la sua è una maturità agonistica che ci potremmo aspettare da un pilota con molte più stagioni alle spalle e la sua Yamaha è a pieno titolo nel gruppo delle migliori: lo testimoniano anche i risultatati che sta ottenendo Andrea Locatelli.
Kawasaki, Yamaha e Ducati, gli altri sono un bel passo indietro. Scott Redding visto ad Assen e qui a Most non ha nulla di meno di Razgatlioglu: semplicemente partirà – in questa seconda parte della stagione – con un handicap rispetto a Rea e al turco: sono troppi i punti lasciati per strada nelle prime gare della stagione. Nella gara sprint della domenica mattina è di nuovo secondo, dopo Toprak e grazie ad un bel sorpasso su Rea, che gli viene a tiro dopo che il campione del mondo sbaglia esibendosi in un lungo.
Ma occorre vincere e lo farà, in Gara 2: con il casco che rende omaggio a Brad Jones, prende il comando dopo sei giri e non ci sarà storia. Finalmente la sua Panigale V4R è un estensione di se stesso, la sente sua e la porta sul gradino più alto del podio, in maniera perentoria.
E sarà prima di salire sul primo gradino del podio che Scott si abbassa, si inginocchia, chiama la fidanzata e – con un anello in mano – le dichiara il suo amore. Non avrebbe potuto farlo se non avesse vinto, non sarebbe stato lo stesso.
Al successo di Scott fanno riscontro la bella prestazione di Rinaldi e Bassani – qarto e quinto – in Gara 1 e la discreta rimonta di Rinaldi in Gara 2, quinto.
Delude, e dispiace, Chaz Davies con la Ducati del Team GoEleven. Tra due settimane si correrà in Spagna, sul circuito di Navarra dove per i primi due in classifica – divisi da un niente – sarà come se il campionato ripartisse da zero, con Scott Redding che ha promesso – da qui in avanti – di correre gara per gara, cercando di trarre il massimo da ogni appuntamento.
SBK a Jerez: avanti tutta!
A Jerez de la Frontera, seconda tappa del campionato SBK, si ri-accende lo spettacolo con Ducati protagonista. Doppietta di Redding e secondo posto in gara 2 per Davies.
Vi spiego la Panigale V4 R
In quanti modi può essere preparata una Panigale V4 R? Lo chiediamo a Marco Barnabò, team principal del Barni Racing Team.