Toronto by Walt Siegl: inno alla gioia

Toronto by Walt Siegl: inno alla gioia

Dalla passione per il bicilindrici Desmo due valvole, nasce una proposta unica nel suo genere.

Leggera, essenziale e vagamente retrò: sono queste le caratteristiche che Walt Siegl ha voluto condensare nella Toronto, agile special realizzata sulla base meccanica di un bicilindrico Ducati a due valvole con raffreddamento ad aria.

Lo specialista austriaco ha preso le mosse proprio da quest’ultimo in quanto, secondo lui, non esiste nessun altro motore con queste caratteristiche; la sua predilezione per il Desmodue deriva soprattutto dall’ampio range di utilizzo che questa unità può soddisfare, adattandosi meravigliosamente bene sia all’impiego in pista che alla guida su strada, e lo ha spinto a produrre una serie di appositi telai, denominati “Leggero”, che esaltano le caratteristiche del bicilindrico grazie a un traliccio di tubi in cromo molibdeno dal peso di soli 7 Kg!

I tubi vengono saldati a mano dallo stesso Siegl e la struttura è in grado di ospitare quasi tutte le versioni che, nel corso degli anni, si sono alternate nella produzione della Casa di Borgo Panigale, sia a livello di cilindrata che di alimentazione: nella fattispecie, la Toronto monta quella di 800 cc che equipaggiava la serie Super Sport nei primi anni Duemila.

Ducati-Toronto-special

Le uniche modifiche che sono state apportate al motore riguardano un volano alleggerito, una coppia di filtri dell’aria della K&N, una centralina Ducati Performance e dei silenziatori HMF in fibra di carbonio per l’impianto di scarico.

La filosofia del divertimento come stile di guida

Del resto, Walt è uno di quelli convinti che per realizzare una moto divertente non sia necessario avere 200 Cv, ma basti mettere insieme una componentistica efficiente e un motore sfruttabile.

Inoltre, ciò che secondo Siegl non deve mai mancare è un certo fascino in grado di coinvolgere l’eventuale osservatore, chiunque esso sia, e, da questo punto di vista, le Ducati sono quelle che a suo dire svolgono meglio questo compito.

Chi compra una Ducati non lo fa solo per le prestazioni, – spiega – ma perché vuole sentirsi coinvolto. E’ un po’ come quando siamo innamorati! Altri marchi possono realizzare prodotti altrettanto validi, ma non hanno lo stesso appeal. Che si tratti di una moto da 600, 900 o 1100 cc, l’importante è che sappia trasmettere emozioni anche da ferma, tanto la coppia per uscire da una curva guidando su strada sarà sempre più che sufficiente! Per questo è un peccato che la Casa di Borgo Panigale abbia quasi del tutto cessato, se si esclude il progetto Scrambler, la produzione del bicilindrico raffreddato ad aria.

Il motore, in questo caso un’unità di 800 cc, è l’unica parte originale Ducati: anche il telaio è stato progettato e costruito da Walt.

Tornando alla Toronto, la parte ciclistica è affidata a una forcella e a un ammortizzatore Showa completamente regolabili, ottimizzati in base al peso e alle altre caratteristiche della moto, mentre l’impianto frenante è Brembo e prevede i classici dischi anteriori da 320 mm con pinze a quattro pistoncini in abbinamento a un disco posteriore da 245 con pinza a due pistoncini.

Della Brembo sono anche le ruote in alluminio, le stesse che venivano montate, di serie, su alcuni modelli quando la Ducati era ancora di proprietà del Gruppo Cagiva.

Il comando del freno anteriore e quello della frizione sono della Magura, di tipo radiale, mentre le pedane sono originali della 900 Super Sport.

Per semplificare al massimo la configurazione dell’impianto elettrico, Walt si è avvalso inoltre di un particolare molto interessante: si tratta di un componente aftermarket prodotto dalla Motogadget, la cosiddetta M Unit, che permette di ricollegare tutte le “utenze” della moto senza che queste vadano in conflitto laddove ne siano state eliminate alcune, come in questo caso.

Il lavoro svolto a livello di carrozzeria ha infatti costretto Siegl a rivedere gran parte dei passaggi relativi ai tubi e ai cavi previsti dalla fabbrica, senza contare il fatto che le stesse sovrastrutture prevedono adesso supporti dedicati. Il serbatoio, il codone, il cupolino e i parafanghi rappresentano un’esclusiva della Walt Siegl Motorcycles e sono stati realizzati in materiale plastico, ispirandosi alle linee che caratterizzavano le Ducati degli anni Settanta, come conferma il grosso faro anteriore tondo.

Ogni moto realizzata da Siegl, nato in Austria ma residente negli USA da molti anni, è interamente costruita a mano secondo le specifiche del cliente.

Anche la finitura dei particolari è stata lasciata volutamente semplice, in modo da creare un effetto tutt’altro che sfarzoso, ma non per questo trascurato.

La Toronto è la classica moto da usare per divertimento, godendo di una guida efficace e a misura d’uomo: “Devi entrare in curva, arrivare alla corda senza dover litigare con lo sterzo, aprire il gas e ritrovarti a sorridere come uno stupido! – sintetizza il concetto Walt – E’ il modo in cui il motore eroga la potenza che dà soddisfazione, non le prestazioni assolute. Tutti gli esemplari legati al progetto Leggero devono essere usati per il piacere di farlo. Devono spingere i loro proprietari a indossare la loro giacca di pelle preferita. Le moto moderne, piene di tecnologia, purtroppo non fanno altrettanto. Ducati continua a costruire moto favolose, tecnologiche e super efficaci, ma a me piacciono di più quelle che realizzava un tempo.

Secondo Siegl, la semplicità è la chiave per arrivare dritti al risultato che cerca, quello di una moto che dia soddisfazione nella guida, e la Toronto centra l’obiettivo grazie alla sua leggerezza e ai suoi contenuti “duri e puri”: un risultato che non è alla portata di tutti, visto che il prezzo di un esemplare della serie Leggero parte da ben 35.000 dollari americani.

Vero è che negli Stati Uniti, probabilmente, certe attività sono ancor più di nicchia rispetto al nostro Paese, ma stiamo comunque parlando di una moto che, oltre a essere realizzata a mano, è anche omologata per la circolazione su strada e sappiamo quanto sia difficile per i piccolissimi costruttori confrontarsi con il mercato dei prodotti di serie in virtù delle notevoli complicazioni burocratiche.

Spero di aver ottenuto un risultato degno di nota, esaltando quelle che sono le caratteristiche Ducati che prediligo. La moto, ad esempio, impiega il minor numero di pezzi possibile e questi sono quasi sempre più leggeri e più funzionali rispetto agli originali. Tutto, inoltre, è amalgamato da una pulizia estetica che altrimenti, in presenza dei vari componenti aggiuntivi dovuti a un eventuale raffreddamento a liquido, sarebbe stata impossibile.

Speriamo solo che, anche in Ducati, ci sia sempre qualcuno che ha a cuore le sorti del bicilindrico a due valvole come lo stesso Siegl.

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