Parlare di Troy Bayliss non è cosi semplice senza scrivere qualcosa di già letto o sentito dire. L’australiano di Taree è nell’Olimpo dei ducatisti più amati da parecchio tempo e quella che sta correndo sembra proprio sia la sua ultima stagione agonistica, almeno in sella a una moto.
Il palmares di Troy è noto a tutti: oltre ai due titoli mondiali in Superbike, al titolo nazionale britannico, sempre nella classe riservata alle maxi moto derivate dalla grande produzione di serie, e a una fantastica vittoria in Motogp a Valencia nel 2006, quello che impressiona è la percentuale di successi rispetto alle gare corse, che è largamente superiore al 30%!
Non vogliamo svelarvi, ne abbiamo la presunzione di farlo, chissà quale segreto, anche perché l’unico pare risieda nel polso destro del suddetto, ma ci siamo proposti di darvi una panoramica di opinioni e pareri di chi lavora quotidianamente con il campione australiano.
Partiamo dal responsabile del progetto SBK Paolo Ciabatti presso la FG Sport che è stato per anni una delle figure principali del Team di Borgo Panigale: “Le qualità di Troy sono innumerevoli, ma se devo proprio enunciarne una scelgo senz’altro la grandissima umanità. – spiega Ciabatti – E’ rimasta una persona umile pur essendo uno dei migliori piloti in circolazione, ma il successo e la fama non ne hanno condizionato il comportamento.”
Altro autorevole parere arriva da Julian Thomas, per anni Press Officer del team ufficiale Ducati in Superbike e ora passato anche lui sotto le fila della FG Sport: “Troy ha mille pregi, ma la capacità di essere ancora un combattente spietato alla sua età mi impressiona più di ogni altra cosa. Ha la stessa cattiveria agonistica e la verve di un ventenne. Forse, questo deriva dal fatto che ha iniziato a correre piuttosto tardi rispetto agli standard odierni. In ogni caso, a 39 anni suonati è ancora lì a combattere, a volte più affamato che mai di vittorie.”
Dello stesso parere è una delle voci più conosciute del mondo della Superbike, Giovanni di Pillo: “Che devo dire? Ha la testa che ogni pilota dovrebbe avere, ma soprattutto una determinazione che non si trova in molti giovani. Che siano prove libere, cronometrate, Superpole o gara, Bayliss dà sempre il 110% per stare davanti a tutti.”
Fabrizio Calia, l’inviato dalla pitlane dell’emittente televisiva La7, è concorde nel dire che l’australiano è implacabile e, soprattutto, che non fallisce mai l’obiettivo nelle occasioni che contano: “Su Troy si può sempre contare. – spiega Fabrizio, che aggiunge – Se è diventato l’idolo dei ducatisti, superando di gran lunga chi di mondiali ne ha vinti più di lui, è perché ha saputo rimanere sempre con i piedi per terra, oltre ad essersi legato indissolubilmente alla Casa di Borgo Panigale nell’immaginario collettivo.”
“E’ un persona semplice, ma anche un pilota determinato e velocissimo! – afferma invece Alberto Colombo, il capo tecnico di Troy – Se non fosse così simpatico non sarebbe così amato. Lavorare con lui è un vero piacere.”
Se lo dice Alberto, che ha alle spalle piu di una decina di stagioni nel circus delle derivate di serie, c’è senz’altro da credergli!
Concludiamo con uno dei pareri più autorevoli: Ernesto Marinelli, direttore tecnico del progetto SBK in Ducati, nonché l’uomo che trascorre a contatto con Troy i weekend di gara fungendo anche da suo ingegnere di pista: “Troy ha molte qualità e mi riesce difficile sceglierne una in particolare. Per giunta, trovo difficile anche descriverle. La prima cosa che mi viene in mente è che lui prova sempre ad adottare nuove soluzioni. Se, dopo un anno, torna su un circuito dove ha già corso, non è detto che quella determinata curva la debba fare come la faceva l’anno precedente. Troy è tutt’uno con la moto, non la subisce mai e in sella si muove tantissimo, cercando sempre la perfetta intesa con il mezzo meccanico. Un’altra sua caratteristica peculiare è la determinazione con cui va in pista: spesso siamo noi i primi a stupirci, anche se ormai dovremmo conoscerlo bene. Molte volte ci ha dimostrato che forse per lui il concetto di impossibile è da reinterpretare. L’ultima caratteristica che apprezzo in Troy è la capacità mentale di avere solo una parte del cervello impegnata mentre guida al limite, utilizzando altre risorse per pensare alla tattica e alla gestione del mezzo meccanico.”
Dopo questa carrellata di pareri è piuttosto evidente che per gli avversari anche il 2008 non sarà facile visto che durante i primi tre round del mondiale, Bayliss ha collezionato tre vittorie di manche e un cospicuo vantaggio sugli inseguitori.
L’unica domanda che ci dovremmo porre a fine stagione, tuttavia, sarà: come farà il mondo della Superbike e la Ducati in particolare a fare a meno di un campione e di un uomo così?
Foto Marco Rimondi
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