Sarà pur vero che i motociclisti sono persone sempre alla ricerca di nuove emozioni e ai quali l’adrenalina non basta mai, ma sicuramente sembra che, almeno nel mondo delle moto sportive, ormai l’asticella si sia così alzata da rendere difficile fare di più.
Una considerazione che viene spontaneo fare di fronte ai 214 Cv della Panigale V4, un numero così elevato che solo scriverlo fa la sua impressione: certo, la nuova V4 è una moto abbastanza amichevole, con la quale non è certo impossibile fare un giro per strada, ma sicuramente in tale situazione non ci si avvicina nemmeno lontanamente alle prestazioni di cui la moto dispone.
Allora cosa ci dovremo attendere per il futuro delle moto hypersportive? La corsa alla performance assoluta sembra giunta al suo limite, anche se questa è una frase che viene scritta almeno da 10 anni!
In effetti, fa una certa impressione ricordare le proposte di Ducati nel 2009, in questo specifico settore motociclistico: facendo così un piccolo salto nel tempo, andiamo a riscoprire la cartella stampa di allora, analizzando i dati tecnici là riportati. In quell’anno, il 2009 appunto, Ducati presentava nel listino delle sue superbike la 848 e la 1198, oltre alla versione R della 1098, omologata appositamente per la corrispettiva moto che correva nel Mondiale.
Bene, la 848 disponeva di 134 Cv, mentre la 1198 arrivava a 170 Cv (già al tempo il bicilindrico più potente al mondo), ben 44 in meno dell’attuale Panigale V4!
Un dato enorme, che potrebbe far pensare come la 1198 fosse una sorta di giocattolo nei confronti della nuova quattro cilindri: in realtà, le cose stanno molto diversamente, in quanto, almeno a nostro avviso, la 1198 era una moto più impegnativa da guidare, basti pensare che la versione base non era dotata neanche del controllo di trazione, mentre la V4 si differenzia proprio per un pacchetto di controlli elettronici di assoluto valore.
Ecco dove in futuro si farà la differenza, nel settore delle moto con prestazioni estreme: i controlli e le opzioni a favore del pilota saranno sempre più raffinati, tanto da consentire anche a un pilota di livello non eccelso di fare la differenza in pista, come del resto già in parte sta avvenendo, basti pensare a tutti i controlli che facilitano la percorrenza e l’uscita dalla curva, pur con la non facile controindicazione di dare gas e fidarsi al 100% di DTC e DSC!
Allora non ci resta che attendere quale altra diavoleria possa arrivare dalla MotoGp, tale da rendere ancora più semplice l’utilizzo di tali mostri, rinnovando così l’eterna disputa fra appassionati che non vogliono nessun filtro fra il polso destro e il motore e chi invece apprezza i grandi passi in avanti compiuti in questi ultimi anni.
L’importante sarà non fare come per il mondo delle quattro ruote: la guida autonoma, no, per favore!
Tutti piloti, col controllo degli altri!
Le moto sono sempre più potenti, e vero. Grazie all’elettronica però, non aumenta (anzi…) l’ impegno richiesto per farle andare forte in pista.