Voglio fare qualcosa che altri non hanno mai fatto! E’ questa la frase che ha pronunciato il Signor Amamoto (un nome un destino!) un attimo prima di mettersi all’opera per trasformare la sua Ducati 1098.
Probabilmente, visto il successo riscosso da questo modello e considerato l’altissimo livello tecnico che lo caratterizza, Amamoto deve aver pensato che non ci fosse altro modo, per impreziosire una moto del genere, se non quello di ricoprirla letteralmente con un metallo prezioso, in questo caso l’argento!
Sì, avete capito bene, quello che vedete sopra la moto non è frutto di un processo di verniciatura o di cromatura, ma è il risultato di una paziente (e costosa!) opera di rivestimento con lo stesso materiale che caratterizza la medaglia di chi arriva secondo.
In questo caso, però, Amamoto è arrivato primo, nel senso che nessuno si era mai spinto così avanti.
Forse è questa la regola da seguire per avere successo negli affari, visto che il protagonista della storia in questione è un imprenditore giapponese di primo piano. Solo in questo modo, infatti, si riesce a creare qualcosa di originale e innovativo.
Secondo Amamoto, dunque, questa filosofia vale anche quando si decide di creare una special. La sua doveva essere tanto bella da lasciare le persone a bocca aperta. Essendo titolare di molte attività imprenditoriali, e quindi molto facoltoso, l’artefice di questa incredibile 1098 S possiede una collezione che annovera circa 30 moto.
Prima che la nuova supersportiva di casa Ducati facesse il suo debutto, comunque, Amamoto non aveva mai manifestato grande interesse verso il marchio di Borgo Panigale, ma la 1098 lo ha conquistato pienamente: anzi, se ne è proprio innamorato!
Così, ha voluto celebrare questo “amore” creando una 1098 unica al mondo. La cosa curiosa, però, è che prima di cimentarsi sull’esemplare in questione, Amamoto ha tentato un primo esperimento su un modello completamente diverso, vale a dire una Honda Monkey, il mitico ciclomotore di 50 cc popolare in tutto il mondo per la sua praticità.
Tuttavia, secondo lui, quest’ultimo aveva già abbastanza componenti caratterizzati da un trattamento simile, dunque non si notava molto la differenza tra la versione di serie e la special che aveva allestito.
Ha placcato tutto, ma tutto…
Così, sulla base di questa esperienza, ha fatto completamente smontare la sua 1098 S per eseguire la placcatura in argento di ogni singola parte, anche quelle alle quali, normalmente, non si dà molta importanza. Questa opera ha riguardato il telaio, i cerchi, il forcellone, le sovrastrutture, le pinze dei freni, l’impianto di scarico, i comandi al manubrio, le pedane e tanti altri componenti.
L’allestimento del mezzo, in ogni caso, è rimasto perfettamente di serie, eccezion fatta per l’attuatore della frizione che prevede adesso un cilindretto anodizzato oro che riprende gli unici particolari che non sono stati trattati, vale a dire la forcella e l’ammortizzatore.
Trattandosi della versione S, infatti, questi ultimi sono della svedese Öhlins e dunque caratterizzati dalla classica colorazione gialla/oro.
Cosa dire, adesso il risultato si nota eccome! La minuziosa lavorazione crea, infatti, un effetto tridimensionale e, guardando la moto da vicino, è come se si entrasse dentro a un caleidoscopio!
Il responsabile della Delight, dove si è svolta questa paziente lavorazione, racconta: “Questa elaborazione ha avuto un percorso piuttosto lungo e difficile. Chissà quante volte abbiamo smontato e rimontato i vari pezzi (sorride). Siamo stati comunque molto attenti affinché non venisse meno l’armonia della moto, perché capita sempre più spesso che una parte della moto verniciata o placcata in argento venga messa troppo in evidenza, facendo perdere equilibrio all’insieme. Abbiamo montato, ad esempio, il plexiglas con alcune piccole viti placcate in argento. Ci sono voluti più di sei mesi per arrivare a questo risultato. Per fortuna, procedendo così abbiamo accumulato tanta esperienza. Se adesso un altro cliente vuole qualche parte con la placcatura in argento, possiamo dunque consigliargli il metodo migliore!”
“La mia non doveva essere una moto da vetrina, – spiega il Signor Amamoto – volevo che fosse in grado di andare normalmente anche su strada e che, all’occorrenza, ci si potesse fare pure una bella gita fuori porta…”
Non ci resta che immaginare quali attenzioni susciterà questa 1098…
Per gentile concessione di Ducati Magazine
Traduzione di Noriki Aizawa