Immaginate di possedere la 999 con cui Troy Bayliss ha vinto il campionato del mondo Superbike nel 2006 e provate a pensare l’effetto che fa vedere il pilota australiano che entra nel vostro box e inizia a guardare la moto in questione scrutandola in ogni angolo per poi esclamare: “E’ proprio la mia! Anche io ne ho una uguale a casa, solo che ha il numero 1!“
E’ più o meno quanto è successo ad Andrea Andreucci, titolare insieme a sua moglie Carla Pincini del Conero Mare, durante una giornata di prove libere organizzate sul circuito del Mugello da Rosso Corsa.
Esperienze da sogno, considerando lo spessore sia del pilota sia della moto, che vanno ad aggiungersi alle emozioni provate in prima persona alla guida non solo di un mezzo così blasonato, ma di un’intera collezione di Ducati o di modelli motorizzati con propulsori made in Borgo Panigale.
Abbiamo già presentato sul nostro sito alcuni di questi “pezzi” da sogno, tra cui appunto la Ducati 999 di Bayliss, ma nel frattempo se ne sono aggiunti due che meritano senz’altro la nostra attenzione.
Si tratta di una Bimota DB7 preparata dallo specialista Bursi e una 996 anch’essa appartenuta al tre volte iridato nella Superbike quando correva nel campionato inglese sotto le insegne del Team GSE.
La figura di Bursi ha comunque giocato un ruolo fondamentale in entrambi i casi, nella doppia veste di preparatore e “talent scout”.
Nel primo caso la moto è stata allestita dal preparatore emiliano per partecipare al Ducati Desmo Challenge, nel quale si è subito dimostrata vincente per mano di Franco Zenatello (lo scorso anno) e Luca Pini (quest’anno).
Questi risultati hanno spinto Andreucci a interessarsi alla sua prima Bimota, seppur motorizzata Ducati. Il Testastretta Evoluzione che equipaggia la moto preparata da Bursi, infatti, eroga la bellezza di 194 Cv alla ruota misurati al banco!
“Al di là delle prestazioni, – spiega Andreucci – trovo che questa moto sia anche molto bella. Grazie all’opera della Sport Color è stata verniciata nei classici colori utilizzati dal preparatore modenese, che in un certo senso sono quelli della nostra nazionale: azzurro e bianco. Perciò, si tratta di un modello diverso dalle Ducati tradizionali, ma non per questo è meno prestigioso.“
Tra l’altro, la trattativa non è stata neppure così facile, perché inizialmente Bursi era tutt’altro che intenzionato a separarsi dalla sua “creatura”. Poi, a convincerlo è stata proprio la grande passione di Andrea e il rendersi conto che il collezionista anconetano l’avrebbe tenuta con la massima cura e, soprattutto, che non l’avrebbe acquistata per rivenderla, ma per tenerla.
Per quanto riguarda la 996, invece, lo zampino è stato messo anche da Roberto, un suo collaboratore. E’ stato quest’ultimo, infatti, a fargli presente che nella sua collezione mancava una pietra miliare come la Ducati disegnata dalla geniale mente di Massimo Tamburini. Così è spuntata fuori questa RS con cui Bayliss ha mosso i primi passi in Europa, nel campionato nazionale britannico, e che poi ha utilizzato anche il Team Pedercini.
Ulteriori tasselli che sono andati ad affiancare le due 999, quella di Bayliss e quella con livrea Fila-Hodgson (anche se in realtà si tratta di una special costruita attorno a un telaio inedito), sono una 1098 in allestimento Stock e, appunto, la Bimota DB7 R.
Tutti “pezzi” bellissimi che (Andrea, ci tiene a sottolinearlo) vengono utilizzati, pur se con la massima attenzione, e non tenuti in vetrina come fanno altri collezionisti.
A prendersi cura delle sue moto è un pool di specialisti capitanato da Nicola Manna della Torque, tecnico del Team Pata B&G. Poi c’è la Zack Suspension per le sospensioni, la Eternet di San Giuliano Milanese (che apporrà il proprio marchio sulla 1098 che parteciperà come wild card a Imola, a metà settembre, nel CIV), Giuseppe Angelucci della Elettro Solution, collaboratore e amico appassionato di ciò che riguarda l’universo Ducati, e Marco Montacuti, tecnico della Magneti Marelli.
Non è certamente facile trovare un momento in cui tutte queste persone sono libere dai propri impegni lavorativi, che prevedono la copertura di interi campionati in ambito nazionale e internazionale, tant’è che alla fine le occasioni in cui Andrea ha l’opportunità di godersi le sue moto in pista si riducono a poche giornate all’anno.
Non sarebbe possibile, infatti, gestire mezzi così sofisticati da soli o, comunque, senza il supporto di veri professionisti. Stiamo infatti parlando di moto che, anche solo per partire, hanno bisogno di una procedura particolare, che richiede una conoscenza specifica.
Andrea fa tutto questo per passione, pur dimostrando un occhio di riguardo nei confronti della 999 con il numero 21, con la quale non spinge mai al 100%, nel rispetto di una meccanica così preziosa e irreplicabile: la salute del mezzo viene prima di ogni altra cosa! La 996, ad esempio, al Mugello non è stata utilizzata perché Manna non aveva avuto il tempo di riguardarla per bene.
Diverso è stato il discorso relativo alla Bimota DB7 R, con la quale Andrea ha alternato molti turni di guida in pista insieme alla 999 ex Bayliss, avendo quindi l’opportunità di fare un interessante confronto tra le due: “La Bimota ha una ciclistica eccezionale, si guida benissimo, sia in inserimento che in uscita di curva, mentre la 999 ufficiale richiede una guida più decisa e, pertanto, è un po’ più impegnativa a livello fisico. Grazie alla maggiore cilindrata, poi, la DB7 ha ancora più spinta, proiettandoti fuori dalle curve con grandissima efficacia. Per contro, però, la moto di Bayliss può contare su un’elettronica molto sofisticata, che prevede anche un ottimo controllo della trazione, molto utile per sfruttare al 100% il motore.“
A questo punto viene da chiedersi come mai, all’interno di una simile collezione, manchi un “pezzo” importante, nell’ambito della Casa di Borgo Panigale, come la Desmosedici RR.
“Non rientra nei canoni che apprezzo in una Ducati, – spiega Andreucci – vale a dire quelli legati essenzialmente all’erogazione del motore bicilindrico Desmo. Inoltre, la mia passione si è ormai sviluppata attorno alle moto da Superbike, mezzi da corsa derivati dalla produzione di serie, mentre la Desmosedici RR, pur essendo bellissima, non gareggia in forma ufficiale e, dunque, non ha lo stesso appeal, almeno secondo me.“
A conferma delle parole di Andrea c’è il fatto che, anche per girare su strada, abbia scelto un bicilindrico bolognese, quello della Streetfighter.
Adesso queste bellissime moto, compresa la 999 di Troy Bayliss, torneranno nel “bunker” del Conero Mare, insieme al resto della collezione. Chi si trovasse a soggiornare da quelle parti, tuttavia, può approfittarne per chiedere a Andreucci di vederle, altrimenti può farlo attraverso il sito internet www.ilconero-mare.it.
L’unica moto che fa eccezione a questa regola è la 1098 che, anziché starsene insieme alle altre Ducati di Andreucci, va in giro a seguito della Coppa del Mondo Superstock 1000, guidata da Lorenzo Baroni.
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