Finnalmente ho coronato un sogno, mi sono regalato uno Scrambler 350. Già da qualche anno avevo voglia di possedere questa moto, ma per un motivo o per un altro non ero mai riuscito a decidermi.
Alla fine, però, mi si è presentata l’occasione e ho colto la palla al balzo.
La cosa è capitata in circostanze abbastanza fortuite, tant’è che merita di essere raccontata: come succede ormai da un po’ di tempo, ho l’abitudine di recarmi nella cantina vinicola di un amico, denominata “Il Pratello”, per assaggiare sia i nuovi prodotti che quelli ormai maturati e pronti per essere assaporati.
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Il proprietario possedeva questo Scrambler, ma non aveva mai manifestato l’intenzione di venderlo. Un giorno, però, tra un assaggio di Mantignano e uno di Calanzone, abbiamo iniziato a parlarne e alla fine ci siamo accordati per la vendita con una semplice stretta di mano, come si usava fare una volta.
Adesso sono felicissimo dell’acquisto, anche se a dire la verità c’è voluto un bel po’ di tempo, speso in larga parte da mio zio Giorgio Tedioli, per rimettere la moto perfettamente a posto.
Quando la accendo e parto, però, provo un piacere enorme. Devo concentrarmi un po’ sulla guida, perché il cambio a destra con la prima rivolta verso l’alto non rappresenta certo un automatismo per il mio cervello e allo stesso tempo anche i freni a tamburo lasciano un po’ a desiderare.
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Ovviamente, poi, non si tratta del modello più comodo al mondo se si intende fare del turismo a lungo raggio, mentre nei brevi tragitti lo Scrambler si disimpegna molto bene.
Inoltre, è sempre motivo di grande soddisfazione quando si arriva nella piazza di un paese, come la mia Modigliana: una volta parcheggiato, infatti, la gente si ferma a guardarlo.
Lo Scrambler attrae gli sguardi di grandi e piccoli e, cosa ancor più sorprendente, colpisce anche l’attenzione del pubblico femminile.
La moto non è ancora ultimata, in quanto manca qualche piccolo particolare come il cavo del tachimetro e il tappo dell’olio originale, ma la voglia di percorrere i primi chilometri in sella era talmente grande che non ho dato tempo a mio zio di montare i pezzi mancanti.
Devo dire che è stato fatto un buon lavoro generale, ma l’aspetto che secondo me è riuscito meglio riguarda l’avviamento.
Il monocilindrico raffreddato ad aria è così a punto che alla prima pedalata, senza dare gas, entra in moto anche dopo mesi di inutilizzo.
Certo, la batteria deve essere sempre ben carica e, con un impianto a 6 Volt, questo non è sempre facile da ottenere.
Durante il lavoro di restauro ho inoltre scoperto un mondo del quale immaginavo l’esistenza, ma che non conoscevo per niente.
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La community dello Scrambler Ducati
Per questo modello, infatti, si trova di tutto; non solo i ricambi, ma anche tante altre realtà interessanti, come i club dedicati o i gruppi di discussione tra appassionati: persone che conoscono vita, morte e miracoli dello Scrambler e delle versioni affini, gente capace di snocciolarti cilindrate, colorazioni e allestimenti vari, compresa la bulloneria, per ogni singolo anno di produzione!
Non sono mai stato un grande fan dei raduni, ma sento che, con questa Ducati, prima o poi anche io andrò a farmi un bel giro in occasione di qualche meeting per moto d’epoca, per il puro gusto di trascorrere una giornata all’aria aperta in compagnia di altri appassionati.
“Devo dire che è stata una bella esperienza anche per me. – racconta Giorgio Tedioli, autore del restauro – Era la prima volta che mettevo le mani su uno Scrambler e in effetti ci sono della particolarità cui fare attenzione. Il telaio, ad esempio, ha dei punti particolarmente deboli che vanno rinforzati. Allo stesso modo, anche l’impianto elettrico a 6 Volt può dare qualche problema. Il motore, invece, mi è sembrato messo meglio, almeno su questo esemplare, nonostante sia stato comunque necessario rivedere qualche tolleranza interna. Anche il famigerato avviamento a pedale, a proposito del quale circolano vere e proprie leggende metropolitane, alla fine si è rivelato meno ostico del previsto, tant’è che dopo tre mesi di lavoro, quando sono salito in sella per il collaudo finale, non volevo più riportare la moto a Gian Maria!“
Foto Damiano Cazzamali
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SBK a Jerez: avanti tutta!
A Jerez de la Frontera, seconda tappa del campionato SBK, si ri-accende lo spettacolo con Ducati protagonista. Doppietta di Redding e secondo posto in gara 2 per Davies.
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Uno Scrambler 350 con avviamento elettrico
Lo Scrambler 350 di cui parliamo è stato assemblato da Enea Entati unendo un motore “spagnolo” con un telaio “italiano”.