La moto è cresciuta. La quattro cilindri Ducati in Superbike conferma la propria competitività, fatto provato dal risultare vincente in mano a piloti diversi. E se rimane ormai lontana dal potersi giocare la vittoria finale con Redding, quello che è fuori discussione è il fatto che possa rappresentare una sorta di garante dell’equilibrio che caratterizza la bella lotta tra Toprak Razgatlioglu e Jonathan Rea.
In Gara1 infatti è stato l’inserimento al vertice dei piloti in sella alla moto italiana a limitare i danni dello “zero” rimediato dal pilota turco, fermo sotto la pioggia con la moto in panne.
Non ha portato fortuna a Toprak la splendida livrea tradizionale bianca e rossa della propria Yamaha. Così, a fare in modo che Rea e la Kawasaki non abbiano goduto a pieno dello stop di Razgatlioglu, ci si sono messi Scott Redding, che porta a casa un’altra vittoria a coronamento di una rimonta fantastica e gli altri ducatisti, Rinaldi e Bassani.
Nella gara bagnata del sabato sul circuito del Montmelò, si esalta anche Axel Bassani, con la Panigale del Team Motocorsa Racing, a lungo in lotta addirittura per la vittoria. Alla fine sarà secondo, certificando la bontà della moto italiana anche gestita da una squadra indipendente. Michael Ruben Rinaldi terzo completa il podio tutto Ducati. Rea quarto ritrova la testa della classifica, ma non capitalizza a pieno quanto potrebbe.
Fa sua una caotica Superpole Race, fermata prima dalla bandiera rossa esposta dopo l’incidente tra Chaz Davies e Lucas Mahias. Alla ripartenza, con la durata accorciata a cinque giri, il pilota della Kawasaki precede il rivale turco. Quinto è Rinaldi e Redding quindicesimo, convolto nella caduta di Andrea Locatelli. Gara2 vedrà il trionfo di un Rinaldi tonico, che avrà ragione di Razgatlioglu anche nel corpo a corpo.
Redding – a lungo impegnato con Bautista in una sorta di ideale passaggio di consegne – alla fine sarà terzo, dopo essere partito dalla quinta fila, incarnando nel fine settimana catalano l’uomo delle rimonte. Alla fine nulla è cambiato, o meglio, tutto è cambiato di un nulla: l’equilibrio rimane e si rafforza. Il mondiale per le derivate di serie si conferma avvincente e si allarga alle “mine vaganti” a cavallo della Panigale V4R.